Battuto all'asta a New York

91 milioni per un coniglietto. Mah!

91 milioni per un coniglietto. Mah!
Pubblicato:
Aggiornato:

Sembra un coniglietto gonfiabile, uno di quei palloncini che si comprano al parco o alle giostre per far contenti i bambini. In realtà non è gonfiabile, perché è stato fatto in acciaio bello splendente. Un’idea un po’ bizzarra, che a quanto pare piace: infatti mercoledì è stato battuto all’asta a New York e ha raggiunto la cifra davvero un po’ folle di 91,1 milioni di dollari. L’autore naturalmente è uno degli artisti più à la page del mondo d’oggi, quel Jeff Koons di cui avevano parlato tanto anche i rotocalchi, in quanto negli anni '90 aveva sposato Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina. Lo considerano un erede di Andy Warhol, nel senso che da Warhol ha imparato che nel mondo nulla è banale. E quindi con grande scaltrezza, seguendo questa filosofia, ha immaginato che neanche un goffo palloncino a forma d’orsetto fosse idea da buttare. Ovviamente ha fatto un lavoro perfetto, che inganna qualsiasi sguardo. È levigatissimo, con una bella superficie a specchio. Le giunture sono tutte mimetizzate. Le forme tondeggianti sono simpatiche e giustamente molto “giocattolose”. Tuttavia resta un coniglietto, goffo, necessariamente sproporzionato perché con un palloncino non si può fare diversamente. E questo, anche se d’acciaio, resta la copia di quel palloncino da due euro.

 

 

Basta tutto questo per farlo diventare un Picasso? Chi l’ha comperato evidentemente ne è convinto. E non è un personaggio qualunque visto che si tratta di Robert Mnuchin, il padre dell’attuale ministro del Tesoro statunitense Steven Mnuchin, presente in sala. E ne erano convinti anche altri, visto che il prezzo è l’esito di una corsa al rialzo in cui tanti erano disposti a fare la follia per il coniglietto. Alla fine l’ha spuntata lui. Trattandosi di persone scafate, dato il curriculum, è difficile che abbiano fatto un cattivo affare. Il mercato dell’arte oggi del resto funziona così: è una corsa in cui è vietato fermarsi o guardare indietro. Non importa fare considerazioni sul valore effettivo dell’oggetto; quando il “sistema” punta su un artista, il gioco è quello di farne alzare i valori, giocando fiches sempre più salate. Alla fine qualcuno resterà con il cerino in mano? C’è da pensarlo...

 

 

Proviamo ad immaginare questo orsetto tra cento anni. Sarà esposto in un museo? Più facile immaginarlo tra le disperate cianfrusaglie di immensi depositi dove sono finiti oggetti che avevano fatto perdere la testa agli uomini e davanti ai quali non ci si raccapezza più. Probabile che la patina d’acciaio, per quanto raffinatissima, inizia a dare segni di opacità e appannamento. Inoltre il mondo del 2119 è facile pensarlo pieno di oggetti ben più fantasmagorici di quello, grazie a tecnologie che faranno sembrare un’anticaglia l’oggetto di Koons. Possibile che qualche studioso ostinato si impunti a capire cosa gli uomini del 2019 avessero trovato in quelle biglie di acciaio un po’ sbilenche, attaccate l’una all’altra. Potrebbe anche ipotizzare che l’orsetto era stato venerato da qualcuno come una divinità: incarnava il dio dell’inutilità...

Seguici sui nostri canali