Una serata così e così

Art2Night 2016, si poteva fare di più

Art2Night 2016, si poteva fare di più
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[Foto tratte dalla pagina Facebook di Art2Night]

 

Forse, dopo la bellezza in cui ci eravamo imbattuti l'anno passato, le nostre pretese erano troppo alte. O forse, semplicemente, quest'anno Art2Night non ha saputo coinvolgere come un anno fa. Perché, lo ammettiamo, siamo rimasti un po' delusi. Sabato 9 luglio, Bergamo è stata teatro della terza edizione della notte bianca dell'arte, ma dopo il buon successo del 2014 e il successone del 2015, quest'anno, almeno a nostro avviso, le cose sono andate un po' meno bene. Gli appuntamenti, almeno dal punto di vista numerico, erano gli stessi (40), ma la loro ubicazione e la loro organizzazione ci hanno lasciato un po' di amaro in bocca.

 

 

Una notte bianca con poca notte. Come già accaduto l'anno scorso, rispetto alla prima edizione sono state "rosicchiate" un paio di ore al pomeriggio e tagliate invece due ore alla notte. Per intenderci: gli eventi hanno preso il via alle 18 e si sono conclusi alle 24, mentre nel 2014 erano iniziati alle 20 per concludersi alle 2 di notte. Una scelta comprensibile, ma che forse poco si abbina al concetto di "notte bianca". Anche perché chi ha deciso di cenare fuori prima di concedersi una passeggiata alla scoperta dell'arte, si è trovato di fronte a un bel problema: uscire dal ristorante alle 22 circa e avere di fronte ben poche alternative tra gli eventi in programma. Un esempio: la mostra Limen con le opere di Maurizio Bonfanti in programma alla Fondazione Credito Bergamasco era aperta soltanto fino alle 22, così come gli eventi in calendario alla Domus di Piazza Dante. Una scelta francamente poco comprensibile, visto che si trattava, di fatto, degli unici due appuntamenti nei pressi della zona più viva di città bassa, Largo di Porta Nuova e il Sentierone.

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Una Bergamo divisa in due. Veniamo così al secondo problema: la netta divisione tra Città Alta e città bassa. Praticamente la metà degli eventi di Art2Night erano infatti in programma nel centro storico di Bergamo, racchiusi in uno spazio ristretto, mentre tutti gli altri erano sparsi per il "piano basso" della città, per lo più in gallerie e negozietti. Nulla, quindi, che attirasse la curiosità del visitatore non a conoscenza del programma specifico. Bene l'apertura prolungata dell'Accademia Carrara e della GAMeC, ma per i due scrigni delle principali ricchezze artistiche di Bergamo non si può certo parlare di una grande novità. Pretendere una chiusura al traffico con eventi in mezzo alle strade è forse eccessivo, ma un coinvolgimento attivo di quartieri e vie della città avrebbe sicuramente reso più dinamico l'evento. Nel 2014, ad esempio, sia Borgo Pignolo che Borgo San Leonardo aveva organizzato mostre, recital e menù ad hoc per la serata. Nel 2015, invece, l'apertura straordinaria della Torre dei Caduti presentava una certamente non trascurabile novità. Quest'anno, invece, niente.

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La nota positiva: Città Alta. Se Sentierone e dintorni, quindi, presentavano ben poche differenze rispetto agli altri classici sabati sera, diverso è il discorso per Città Alta. Lì la gente c'era e gli eventi pure. Musicisti, piccoli angoli nascosti tirati a lustro, esibizioni spettacolari. Lo show acrobatico andato in scena in Piazza Vecchia, con protagonisti gli artisti di Acrovertical, ha tenuto centinaia di persone con il naso all'insù, in una cornice paesaggistica che riesce sempre ad affascinare. Tra i presenti, qualcuno si è chiesto cosa c'entrasse quella dimostrazione di forza e tecnica sportiva con l'arte, ma nonostante le critiche lecite, resta il fatto che almeno ci fosse qualcosa da vedere e di cui discutere, non come in città bassa. Chi non apprezzava quel tipo di esibizione, inoltre, poteva percorrere soltanto pochi metri per imbattersi in proposte decisamente diverse ma altrettanto allettanti: dall'iconografia russa all'apertura straordinaria (con spiegazione) della chiesa di San Pancrazio. Bello il viaggio nel tempo, precisamente nel passato di Città Alta, organizzato dai negozianti. Una serata piacevole e diversa insomma, anche se certamente meno travolgente di quelle di uno e due anni fa. Peccato che, per viverla, bisognasse per forza di cose salire al piano alto della città. E, soprattutto, che sia finita così presto. Chi ha cenato fuori è rimasto spiazzato.

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