Dalla Serie A all’Europa

Belli i complimenti di Guardiola, eh Ma un po’ di sana autocritica no?

Belli i complimenti di Guardiola, eh Ma un po’ di sana autocritica no?
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Bello il clima, bella la musichetta, bello il sogno di girare l’Europa portando alto il vessillo di Bergamo, non quello giallorosso che sventola fuori da Palazzo Frizzoni ma quella nerazzurro emblema di una terra più che d’una città. I complimenti di Guardiola, le parole al miele di commentatori e avversari, l’emozione di esserci. Però quello che rimarrà sono i risultati. E, fino a oggi, quelli raccolti dall’Atalanta in Champions League non sono certo lusinghieri.

 

 

Mario Sconcerti, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, mercoledì 23 ha espresso il pensiero di tanti: «Ho guardato molto più l’Atalanta della Juve, credevo sarebbe stata più interessante per capire il valore del nostro calcio in Europa. Gioca bene, quasi meglio di chiunque in Italia, ma in Europa prende schiaffi pesanti: 11 reti subite in 3 partite, 2 soli segnati di cui uno su rigore. Non è mai entrata nel torneo. Colpa sua o limite nostro?». Insomma, se l’Atalanta va a Zagabria e si prende quattro sberloni, viene beffamente punita a tempo quasi scaduta dallo Shakhtar e resta inerme innanzi alla classe mista a velocità del City, è colpa sua o del nostro calcio? Il ritmo della Serie A non aiuta. In Italia, la Dea pare correre il doppio di tutte le altre. Emblematico il primo tempo di Roma contro la Lazio: una roba pazzesca, con i biancocelesti che a malapena capivano dove si trovavano e i nerazzurri che invece zompettavano a destra e manca. Quel ritmo, però, in Europa diventa la normalità. E così ti trovi spiazzato dall’aggressività dei croati, gabbato dalla furbizia degli ucraini e tramortito dal giro palla e dalle verticalizzazioni degli inglesi. Non è un caso se tutte le italiane in Champions stiano faticando. Anche la Juve, contro il Lokomotiv, ha avuto bisogno di due lampi di Dybala per portarsi a casa un match inaspettatamente complicato.

Su questo dato di fatto, però, non ci si può comodamente sedere, sventolandolo come giustificazione a una serie di risultati che, oggettivamente, sono ben più pesanti di quel che a Bergamo ci si...

 

Articolo completo a pagina 22 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 31 ottobre. In versione digitale, qui.

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