Un vero e proprio paradosso

Il colmo dello smaltimento rifiuti Più differenzi, più rischi di pagare

Il colmo dello smaltimento rifiuti Più differenzi, più rischi di pagare
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A Bergamo siamo bravi: a fronte di una percentuale media nazionale del cinquanta per cento circa, qui riusciamo a differenziare ben il 71 per cento dei rifiuti. E i numeri sono in costante crescita. Il problema, quindi, è un altro: che ce ne facciamo, poi, di tutti questi rifiuti differenziati? Una questione poco “pubblicizzata”, ma che nelle ultime settimane sta facendo molto discutere. Il problema, infatti, non è di poco conto.

 

 

Un buco da 500 mila euro. L’ultima dimostrazione è meramente economica: l’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà, infatti, in Terza Commissione consiliare ha annunciato che per il 2019 il Comune incasserà 476 mila euro in meno dallo smaltimento dei rifiuti. Un buco sostanzioso, che verrà coperto grazie agli accantonamenti degli anni precedenti ma che, sul lungo periodo, potrebbe anche comportare un aumento della Tari, la tassa sui rifiuti. «Qui a Bergamo siamo fortunati - spiega l’assessore -, perché grazie all’oculata gestione di questi anni oggi ci possiamo permettere di gestire il problema senza chiedere soldi ai cittadini. Altri Comuni, invece, saranno costretti ad aumentare le tasse». Il problema, infatti, non è soltanto bergamasco, bensì nazionale. E, paradossalmente, colpisce soprattutto chi è maggiormente virtuoso nella raccolta differenziata.

Il crollo delle entrate. Ma come funziona il sistema di smaltimento dei rifiuti? Come spiega Ciagà, Palazzo Frizzoni ha dato in gestione il servizio ad Aprica, poi tutto dipende dalla tipologia di rifiuti. Carta e cartone vengono venduti alla GV Macero di Pedrengo, la quale, fino all’anno scorso, vendeva l’intera “raccolta” alla Cina al prezzo di 92 euro a tonnellata. Dal primo gennaio 2018, però, la Cina ha bloccato le importazioni di plastica non industriale e carta da macero e il mercato italiano è andato in crisi, con il prezzo di carta e cartone che è crollato a trenta euro a tonnellata. Quadro diverso, ma con effetti simili, per quanto riguarda lo smaltimento del vetro: anche in questo caso il prezzo è crollato, passando da 27 euro ad appena cinque euro a tonnellata. Qui, però, il problema è legato alla scarsità degli impianti a fronte...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 7 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 27 dicembre. In versione digitale, qui.

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