Di Don Davide Rota

Se i cristiani fanno a meno di Gesù (e si accontentano del buonismo)

Se i cristiani fanno a meno di Gesù (e si accontentano del buonismo)
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È passato più di un secolo da quando lo scrittore francese Charles Péguy scrisse: «È in atto una novità non paragonabile a ogni altro fenomeno accaduto nella storia: un mondo prospero, senza Gesù, tutta una società prospera, senza Gesù; un mondo, una società prosperi, in-cristiani dopo Gesù. Ecco cosa bisogna guardare. Ecco cosa bisogna riconoscere». Ma allora ci si poteva ancora consolare con il fatto che l’estraneità di Cristo riguardava una società europea, occidentale post-cristiana, secolarizzata per la quale - come scriverà poi il cardinal Ratzinger - «il cristianesimo era un passato che non lo riguardava».

Ma di questi tempi sta succedendo qualcosa che neppure Péguy poteva immaginare: avviene infatti sempre più spesso che siano i cristiani - più o meno consapevolmente - a fare a meno di Gesù: più che di fatti concreti, si tratta di una percezione diffusa che si ha componendo pezzi di realtà come in un puzzle... Non solo - visto che siamo a Natale - il fatto che i presidi e insegnanti per non offendere le altre religioni eliminino le celebrazioni natalizie in asili e scuole dove il 90 percento di alunni e docenti è battezzato o che le statue dei presepi siano fatte a pezzi o oltraggiate da ragazzetti lesti di mano e corti di cervello, ma qualcosa di più sottile e insidioso: come ad esempio gli oratori dove i poveri curati possono parlare di tutto, meno che di Gesù (l’argomento annoia) o nei gruppi di volontariato dove se dici che il cristiano ama i poveri per amore di Gesù, i più impegnati ti fanno capire che fra te e il povero ce n’è uno di troppo, cioè Gesù.

O ancora i genitori che alla Messa di Natale si scandalizzano se ti permetti di ricordare ai loro pargoli che a Natale arriva un bambino, non un vecchio dalla barba bianca e vestito di rosso; che il dono natalizio è quel bambino, non i regali dell’anziano sulla slitta delle renne volanti; che il bimbo è la realtà e il vecchio la fantasia, non viceversa. «Non si devono eliminare i sogni dei piccoli», affermano affranti gli adulti e non importa se per questo eliminano l’unico uomo vero, reale che nasce fra noi e per noi.

Mi chiedo perché Gesù dia così fastidio ai benpensanti, alla gente per bene, a tanti bravi cristiani e non so darmi una risposta: ma se si leggono i brani della nascita di Gesù a Betlemme nei Vangeli di Matteo e di Luca non si può non notare che i suoi genitori lo hanno fatto nascere in una grotta perché per loro non c’era posto in albergo. Che - a parte gli angeli che Dio Padre aveva mandato a frotte - gli unici a cercare Gesù erano stati quei malavitosi di pastori e tre stranieri inseguitori di stelle. Che la città sacra per eccellenza (Gerusalemme) aveva chiuso a Gesù le porte e quelli che sapevano tutto su Dio, avevano ritenuto ininfluente che ogni dettaglio di quella nascita coincidesse con le Sacre Scritture. In fondo è cambiato poco da duemila anni a questa parte e quel bimbo chissà come, chissà perché, continua a dar fastidio a tanti, persino a chi dice di credere in lui e agire in suo nome.

Eppure almeno ai credenti, a chi va in chiesa, ai volontari nei centri di ascolto delle parrocchie, a chi frequenta gli oratori, a chi insegna catechismo, almeno a loro possiamo chiedere che non taglino fuori il Signore dalla vita loro, da quella degli altri uomini e dalla storia del mondo? Che senza quel Gesù lì, piccolo o grande, appena nato o morto in croce e risorto, il mondo, io, tu, tutti noi non abbiamo senso compiuto? Che senza di lui non possiamo far nulla? Che è lui l’unica vera novità in grado di dare a ogni storia e a tutta la storia una direzione e una meta? La Chiesa può tollerare tutto e deve mettere in conto tutto: l’ostilità di alcuni, le persecuzioni di altri, le calunnie e le vendette di altri ancora... ma ai suoi, a chi dice di farne parte non può permettere che facciano a meno di Cristo.

Quelli che dicono che basta far del bene per essere cristiani, non sanno cosa dicono: sono vecchio e da anni lavoro nell’ambito della carità verso i poveri e i bisognosi e posso assicurare che non c’è ambito più difficile ed esposto all’ambiguità di questo. Ed è proprio perché Dio sapeva che «più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile» (Ger 17,9) che ha inviato suo Figlio come cuore nuovo del mondo e lo Spirito perché abitasse il cuore di ogni uomo. Purtroppo persino i cristiani sono vittime dell’illusione buonista che contagia la società occidentale e non le permette di vedere le proprie incredibili storture e contraddizioni: come si spiega il fatto che se non soccorri un animale ferito, sei perseguibile per legge e se non soccorri un immigrato clandestino stai facendo il tuo dovere di bravo cittadino? Com’è che i diritti “umani” sono stati estesi a tutti, animali (guai a parlar male di cani e gatti!) e piante compresi, ma continuano e essere preclusi ai poveri, emarginati e stranieri?

Concludendo: è vero che uomini di Chiesa hanno commesso tanti errori e persino orrori, ma almeno evitino quello che è all’origine di tutte le ingiustizie: eliminare dal mondo e dal cuore dell’uomo colui che ne è il Creatore, il Salvatore e il Signore. Perché se c’è Lui, c’è posto per tutti, persino per te e per me. Buon Natale.

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