Dal Giornale di Treviglio

Fiume Oglio invaso dai pesci siluro e dai gamberi rossi della Lousiana

Fiume Oglio invaso dai pesci siluro e dai gamberi rossi della Lousiana
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Emergenza pesci divorati, il fiume Oglio invaso da pesce siluro e gambero rosso della Louisiana. Regione Lombardia ha stanziato 90 mila euro per gli enti, di cui oltre un quarto è stato assegnato al Parco Oglio Nord per i progetti presentati per contenere il grave fenomeno. «I due superpredatori stanno mettendo a rischio le specie ittiche rare e protette della riserva naturale vicino a Pumenengo» ha confermato il presidente Luigi Ferrari.
 

 

Immessa clandestinamente molti anni fa nella rete fluviale e lacustre italiana, la specie «silurus glanis» (pesce siluro) è originaria del bacino del Danubio, può arrivare a pesare fino a 140 chilogrammi ed è una calamità perché non ha antagonisti naturali, mangiando i pesci più piccoli. Anche il gambero rosso della Louisiana è dannoso perché minaccia sia quello autoctono italiano, sia gli invertebrati nelle «acque dolci». In Europa l’allevamento di questo crostaceo è vietato, così come il consumo, perché ricco di metalli pesanti. Guardie ecologiche, volontari ed esperti del Parco Oglio nord sono ora in azione per evitare la mattanza di pesci, nel tratto fluviale compreso tra Pumenengo e Soncino.

 

 

Quando è arrivato il “siluro”. In Italia è stato introdotto nel 1957 diffondendosi nella zona dell’Arno. Non possiede un grande valore commerciale, anche se trova spazio nei ristoranti lungo il delta del Po e dell’Emilia Romagna. In realtà, la sua carne senza spine è grassa, simile a quella del pesce gatto e dell’anguilla. All’estero viene acquistato con più frequenza e la sua carne salata ed essiccata, mentre le uova vendute come caviale di storione. L’interesse nei suoi confronti è rivolto solo da chi pratica la pesca sportiva. Esiste, però, un divieto di reimmissione in acqua dopo la cattura, perché la sua presenza diffusa e invasiva è letale per le specie locali.

Com’è arrivato il “gambero killer”. Il cosiddetto gambero killer da qualche anno è balzato agli onori della cronaca, guadagnandosi una fama sinistra da mostro delle paludi. Questo crostaceo d’acqua dolce, originario della Louisiana, venne importato in Italia a scopo alimentare, ma per diverse ragioni il suo allevamento fu abbandonato. I gamberi americani, aggressivi e molto prolifici, in pochi anni sono però riusciti a colonizzare le nostre acque interne, con esiti nefasti per gli ecosistemi. La nomea di ‘”killer” sarebbe infatti motivata dal loro impatto distruttivo sugli altri animali e sulla biodiversità, aggravato dal fatto che questi crostacei sono portatori sani della “peste del gambero”. La possibile tossicità dovuta al loro consumo alimentare completa un quadro piuttosto inquietante.

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