Uno studio allarmante di "The Lancet"

Fumare per un cinese è un rito ma adesso è diventato un incubo

Fumare per un cinese è un rito ma adesso è diventato un incubo
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Il fumo, già da tempo, in Cina rappresenta uno dei più grossi problemi in termini di salute pubblica. Ora uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet sostiene che un giovane cinese su tre rischia di morire per gli effetti del tabacco. Il Paese conta più o meno 300 milioni di fumatori, pari alla somma di tutti gli abitanti di Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Germania messi insieme. Inoltre la Cina è il più grande produttore e consumatore mondiale di tabacco, il che rende particolarmente economico acquistare un pacchetto di sigarette, che costa dai 30 ai 60 centesimi. Un vizio che se costa poco in termini economici, costa molto in termini di salute dal momento che dal 1980 a oggi i casi di cancro ai polmoni sono aumentati del 465%.

 

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Fumare in Cina. Fumare per i cinesi è una cosa seria, si potrebbe dire che fa parte del patrimonio culturale. In media in Cina ogni fumatore fuma 22 sigarette al giorno e offrire una sigaretta è considerato un gesto di cortesia, e per fumare in compagnia si devono rispettare tutta una serie di rituali che hanno un profondo significato e rinforzano le relazioni fra amici, colleghi e clienti, oltre a rompere il ghiaccio fra sconosciuti. Nell’offrire una sigaretta si rispetta un ordine gerarchico, e un sottoposto è quasi in dovere di offrirla al suo superiore, mentre non vale il contrario. Per accendere, gesto che va fatto subito dopo aver ricevuto la sigaretta offerta, bisogna usare le due mani, per proteggere la fiamma anche in assenza di vento e solo una volta accesa la sigaretta ringraziare chi l’ha offerta. Il marchio delle sigarette fumate è quasi uno status symbol e per fare bella figura si è soliti offrire sigarette costose.

La ricerca dei medici. 15 anni fa i medici della Oxford University, insieme ai loro colleghi cinesi dell’Accademia di Medicina e dell’Istituto per il controllo delle malattie, hanno avviato una ricerca per studiare le abitudini della popolazione in fatto di fumo. Sono stati condotti due studi a distanza di 15 anni uno dall’altro, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone e hanno seguito due gruppi di persone per una media di 8-9 anni, registrando il numero di morti e valutando il tasso di mortalità. È emerso che il rischio di mortalità tra i fumatori è sostanzialmente il doppio rispetto ai non fumatori, e il tasso di mortalità è raddoppiato in 15 anni. In particolare, partendo dal presupposto che due terzi dei giovani accende la prima sigaretta quando ancora non ha 20 anni, la metà di questi rischia di morire a causa delle sigarette, andando ad alimentare il già altissimo numero di morti per la stessa causa: nel 2010 erano un milione, ma entro il 2030 si stima che la cifra possa addirittura raddoppiare. Il 68% dei fumatori è di sesso maschile, ma non per questo le donne rischiano meno, essendo fortemente esposte al fumo passivo. Unico rimedio a una morte precoce è smettere di fumare. Subito.

 

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La campagna del governo. È ancora presto per vedere gli effetti delle recenti nuove leggi introdotte per arginare il problema. Da qualche mese, infatti, il governo cinese ha iniziato una campagna per ridurre il fumo, che si è resa necessaria per il fatto che quasi nessuno rispettava i divieti esistenti. Inizialmente sono state vietate le pubblicità delle sigarette, anche se sui pacchetti non viene riportata la dicitura “il fumo uccide” che troviamo in tutto il resto del mondo. Da giugno è vietato fumare nei locali pubblici e sui mezzi di trasporto, così come il fumo vicino agli ospedali e in un raggio di 100 metri dalle scuole. Per i trasgressori sono previste multe e chi viene sorpreso a non rispettare il divieto per più di tre volte sarà inserito in un sito governativo per un mese. Inoltre sono state alzate le tasse sulla produzione del tabacco, cercando di far leva sul fattore economico per dissuadere le persone ad acquistare le sigarette. Oggi il vizio del fumo genera introiti pari al 7% delle entrate fiscali di Stato.

Una storia antica. Come già detto, è un legame antico, quello tra la Cina e il tabacco, che risale a circa 400 anni fa. Furono i portoghesi a portare il tabacco nel Celeste Impero, che veniva fumato con la pipa. Solo all’inizio del secolo scorso sono state introdotte le sigarette impacchettate, e da abitudine d’elite, riservata a pochi ricchi per via del costo delle pipe, fumare è diventato un vizio di molti.

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