Un'inchiesta del Washington Post

Gli ammazzati dalla polizia Usa (altro che le stragi nei college)

Gli ammazzati dalla polizia Usa (altro che le stragi nei college)
Pubblicato:
Aggiornato:

Il Washington Post ha pubblicato i risultati di una sua inchiesta sui morti ammazzati dalla polizia negli USA nel 2015. Da gennaio alla vigilia di Natale. La somma totale è di 965.

La pagina online del giornale si apre con una immagine grafica di sicura eleganza e impatto che, una dopo l’altra, dà le seguenti cifre: 564 delle vittime avevano addosso un’arma da fuoco; 281 erano armate di qualcos’altro (“ferri taglienti” li avrebbero definiti i Medici); 90 non portavano alcun’arma. Dato che la loro somma dà 935, delle 30 unità mancanti non è dato sapere nulla, nell’articolo.

Ma chi ha seguito la vicenda da ancora prima, cioè da quando - agosto 2014 - fu ucciso a Ferguson (in Missouri) il giovane Michael Brown - e pochi giorni dopo, a poca distanza, il più malinconico di tutti, il povero Kajeme Powell con le sue lattine posate sul marciapiede (vedi Bergamopost) - sa che l’incertezza deriva dal fatto che la polizia tende sempre a sostenere di aver avuto a che fare con criminali armati fino ai denti, mentre le ricognizioni (e i video) danno per certa l’assenza di armamenti - compresi i temperini - nel raggio di qualche decina di metri. Dunque è difficile stabilire se uno era armato o no.

90 erano disarmati
Foto 1 di 4

90 erano disarmati

281 erano armati con un altro tipo di arma
Foto 2 di 4

281 erano armati con un altro tipo di arma

564 erano armati con un'arma da fuoco
Foto 3 di 4

564 erano armati con un'arma da fuoco

965 persone sono state fatalmente uccise dalla polizia nel 2015 al 24 dicembre
Foto 4 di 4

965 persone sono state uccise dalla polizia nel 2015 al 24 dicembre

Il WP è ricco di dettagli statistici. Fa notare, ad esempio, che nonostante i neri siano soltanto il 6 percento circa della popolazione USA, è nero il 40 percento delle persone disarmate uccise dalla polizia, mentre risulta bianca la maggioranza dei colpiti a morte perché stavano minacciando qualcuno (non necessariamente agente in divisa) con un oggetto pericoloso, comprese armi da fuoco.

A fronte di questa situazione è “a hugely disproportionate number” (cioè un numero non paragonabile nemmeno alla lontana con la precedente: 3 su 5, ossia il 60 percento) quello degli Afroamericani o degli Ispanici assassinati nonostante il loro comportamento risultasse privo di qualsiasi aspetto di minaccia.

Ripetuto quel che è ormai noto da anni, ossia che la polizia ha il grilletto più facile al termine di un inseguimento a piedi o in auto, il quotidiano che può vantare l’inchiesta che portò alle dimissioni del Presidente Nixon presenta uno dei casi più discussi tra quelli di quest’anno: il processo che ha mandato assolta l’agente Lisa Mearkle portata in giudizio con l’accusa di aver crivellato di colpi, dopo aver stordito con un teaser, tale David Kassick, un anziano reo di star attraversando un campo innevato per recarsi a casa della sorella. Qui il video dell’esecuzione.

 

Il Guardian tiene il conto delle persone uccise dalla polizia Usa.
Clicca sull'immagine per vedere la mappa e la lista interattive.

Uccisi

 

Risale invece a due giorni fa la sentenza che rileva come non penalmente perseguibili i due poliziotti che stesero - crivellandolo di colpi - il dodicenne Tamir Rice colpevole di aver passato il pomeriggio da solo in un giardinetto davanti a casa. In questo caso, però, la colpa non può essere ascritta ai soli responsabili della sparatoria, per il fatto che essi erano stati chiamati da un vecchietto che, dalla finestra, aveva osservato il piccolo con in mano qualcosa che avrebbe potuto essere pericoloso.

È facile derivare dai video di quel giorno (qui una selezione: il momento fatale; il servizio della Cnn contenente il percorso telefonico dalla chiamata del vecchietto all’arrivo dei poliziotti sul luogo; il video completo delle telecamere di strada) l’osservazione che i servizi televisivi tendono a rimarcare soprattutto (con l’aiuto di un circoletto rosso) il fatto che il dodicenne avesse in mano qualcosa. Nessuno che si soffermi su quel che la sintesi è costretta a lasciar fuori per ragioni di servizio, ossia che Tamir aveva dodici anni e che aveva trascorso un pomeriggio di una desolazione insostenibile, senza uno straccio di adulto o di coetaneo con cui intrattenersi. Un pomeriggio di un giorno da cani, per parafrasare un famoso film con Al Pacino. L’unico ad averne individuato la presenza sul pianeta è stato - ahimé - il vecchietto ardente di senso civico, colpito dal particolare della pistola di plastica: Probabilmente è un giocattolo - dice alla centralinista - ma (imprecazione) non fidarsi è meglio.

Né alla centralinista né ai due della volante è venuto in mente che potesse non trattarsi di un bazooka nuovo di zecca, spedito a Cleveland direttamente da al-Baghdadi. Inoltre la donna omette l’osservazione sulla probabile condizione di fake dell’arma, segno che ha fatto proprio l’allarme del cittadino che paga le tasse.

Cleveland Police Shoot Boy
Foto 1 di 4

People protest outside the Cuyahoga County Justice Center, Tuesday, Dec. 29, 2015, in Cleveland. People marched peacefully in front of the Justice Center in downtown Cleveland to protest a grand jury's decision not to indict two white Cleveland police officers in the fatal shooting of Tamir Rice, a black 12-year-old boy who was playing with a pellet gun. (AP Photo/Tony Dejak)

Cleveland Police Shoot Boy
Foto 2 di 4

Rev. Bruce Butcher, left, protests outside the Cuyahoga County Justice Center, Tuesday, Dec. 29, 2015, in Cleveland. People marched peacefully in front of the Justice Center in downtown Cleveland to protest a grand jury's decision not to indict two white Cleveland police officers in the fatal shooting of Tamir Rice, a black 12-year-old boy who was playing with a pellet gun. (AP Photo/Tony Dejak)

Cleveland Police Shoot Boy
Foto 3 di 4

Corky Warren protests outside the Cuyahoga County Justice Center Tuesday, Dec. 29, 2015, in Cleveland. People are marching peacefully in front of the Justice Center in downtown Cleveland to protest a grand jury's decision not to indict two white Cleveland police officers in the fatal shooting of Tamir Rice, a black 12-year-old boy who was playing with a pellet gun. (AP Photo/Tony Dejak)

Cleveland Police Shoot Boy
Foto 4 di 4

Tutto ciò per dire che i quasi mille morti ammazzati di cui parla il WP non sono stati tuttavia sufficienti, mano a mano che il conto aumentava, a far venire in mente a qualcuno che questa cifra è totalmente sproporzionata rispetto al numero delle vittime degli squilibrati che entrano in un College o in un asilo e ne fanno fuori quando dieci, quando venti per volta. Messe insieme tutte, le vittime 2015 degli psicopatici emuli degli assassini della Columbine High School, non raggiungono un decimo di quelle fatte dalla polizia.

Volendo si può fare la prova per l’anno prossimo: noi, nel corso di questo, abbiamo utilizzato gli “alarm” di Google con opportune parole in americano. È uno strumento elementare, preciso, a disposizione di tutti, anche senza essere il WP. Ne dovrebbe derivare che - certo - la vendita libera delle armi è un problema, ma la polizia lo è dieci volte tanto. E ancor più lo sono i tribunali che mandano assolti gli sparafacile in divisa arrampicandosi sui vetri dei commi e dei codicilli.

Per non parlare dei vecchietti alla finestra, che invece di decidere di andare a conoscere i genitori dei bambini in stato di semi-abbandono giornaliero, per vedere se possono far qualcosa per loro e per se medesimi, fantasticano di terroristi in libera uscita travestiti da dodicenni infreddoliti abbandonati a se stessi senza nemmeno un chupa-chups da leccare come il tenente Kojak.

Le mitragliette e i fucili d’asssalto venduti al primo che ne fa richiesta al banco fanno certo un gran male. Ma uno sguardo sbagliato sul mondo è - dati alla mano - decisamente più letale. E non c’è legge in grado di correggerlo, a quanto pare.

Seguici sui nostri canali