Tagliati fuori

L’estate senza bus della Roncola

L’estate senza bus della Roncola
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Ogni anno, a giugno, alla Roncola di Treviolo, in concomitanza con l’ultimo giorno di scuola, si “celebra” il «Last Bus Day», che segna il momento dal quale la frazione, fino a settembre, rimane isolata per quanto riguarda i collegamenti pubblici non solo con la città, ma anche con il centro di Treviolo. Morale della favola, in tempi di progresso, di globalizzazione, di collegamenti veloci, c’è ancora chi si trova a dover vivere i disagi di un isolamento forzato. E non stiamo parlando di un paese dell’alta valle né di zone inaccessibili. Stiamo parlando di un agglomerato a pochi chilometri dal centro della città. Per far luce su questa situazione, abbiamo parlato con il Comitato Orizzonte Roncola, un organismo che si costituito per dare voce a tutte le proposte volte a tutelare il paese promuovendo, nel contempo, uno sviluppo responsabile e attento sia alla fisionomia del territorio, che alle esigenze dei suoi abitanti.

 

 

La tangenziale e la palestra. «Il comitato è nato nel momento in cui si è deciso di realizzare il progetto della Tangenziale Sud, cioè la Villa d’Almè-Dalmine. In seguito a delle leggerezze nella progettazione e a un mancato controllo da parte delle precedenti amministrazioni comunali, ci siamo trovati completamente tagliati fuori perché, per andare a Dalmine, non ci restava che passare da via Frizzoni, strada stretta e pericolosa, mentre per la direzione Villa d’Almè dovevamo arrivare fino alla Carlinga, la zona dei centri commerciali. Invece, per arrivare a Bergamo, dovevamo per forza andare o al centro commerciale di Curno, o attraversare tutta Treviolo. Alla fine questo disagio è stato tamponato con piccoli lavori in Provincia e in Comune, perché sostanzialmente non si erano accorti che noi effettivamente rimanevamo tagliati fuori da tutto». Nel frattempo, il Comune aveva venduto le vecchie scuole che c’erano alla Roncola e che, pur essendo inattive, erano l’unico punto di presidio del Comune nella zona, con l’ambulatorio medico, la piccola palestra e una cooperativa sociale che lì operava. «Rischiavamo di ritrovarci senza più nulla di tutto questo, ma in un Consiglio comunale si sono ritrovati circa novecento cittadini e hanno fatto un passo indietro. Il risultato della nostra protesta è rappresentato dal centro polifunzionale, che dovrebbe essere inaugurato alla fine di quest’anno».

Viabilità e trasporti. Permangono invece i problemi legati alla viabilità. «Se vogliamo risolverli, occorre fare dei piccoli interventi. Si era parlato di realizzare dei sensi unici che avrebbero portato a fare dei voli pindarici intorno alla Roncola per riuscire ad arrivarci. Mentre, facendo la rotonda che è in programma, secondo il comitato e anche secondo l’amministrazione attuale, la questione può essere risolta. I cittadini hanno chiesto questo e per sentire il parere di tutti abbiamo fatto una piccola indagine. Dopo aver avuto quasi quattrocento risposte di un certo tipo, abbiamo capito che probabilmente la maggioranza voleva la rotonda». Anche per quanto riguarda il disservizio vero e proprio in termini di trasporto pubblico, i cittadini della Roncola hanno chiesto che si facesse qualcosa per ovviare a questa situazione. «Noi non abbiamo un collegamento fisso con Treviolo e con Bergamo. Durante il periodo scolastico esistono solo delle corse in orari dedicati, cinque in totale, di cui due di andata e tre di ritorno. Ma dal pomeriggio in poi, se volessimo andare a Bergamo con i mezzi pubblici, non abbiamo la possibilità di farlo. Il Comune tampona con delle corse con il pulmino dei volontari, per dare la possibilità alle persone anziane di potersi recare a Treviolo per le piccole esigenze quotidiane, altrimenti sarebbero completamente tagliati fuori». L’ambulatorio medico è un altro tasto dolente. «Attualmente è gentilmente ospitato nei locali dell’oratorio della Roncola, perché il Comune ha dismesso lo stabile nel quale era situato senza pensare a un’altra alternativa. Speriamo che ora, con la fine dei lavori, si arrivi a una soluzione anche per questo problema. Doveva essere una cosa temporanea, di qualche mese al massimo, e ce la stiamo trascinando da anni. Siamo qua senza un vero ambulatorio e senza un mezzo di trasporto che ci permetta di recarci in paese per andare ad acquistare i farmaci».

 

 

Atb e la rotonda. Eppure, in tutto questo tempo, il comitato si è mosso per avere delle risposte. «Abbiamo fatto richieste all’Atb e anche al Comune. L’Atb vuole un sacco di soldi per aggiungere una corsa, che dovrebbe essere pagata dal Comune. Questo perché, secondo loro, non c’è un numero di utenti che basterebbe a coprire le spese di gestione del trasporto. Io lo posso anche capire da un punto di vista economico, ma se il trasporto è pubblico la valenza deve essere diversa. Devo fare un servizio indipendentemente dall’introito. Il discorso rotonda è nato anche per questo. Atb, da quello che ci aveva detto, non era disposta a fare una deviazione troppo lunga per arrivare alla Roncola. Perché, purtroppo, per arrivare nella nostra frazione i pullman devono percorrere via Frizzoni, passare da Albegno, scendere e fare tutta via Cristoforo Colombo, dopo di che risalire da via Ambrosioni e dalla famosa strettoia nella quale si dovrebbe realizzare la rotonda. E, per una deviazione così lunga, Atb chiede molto. Dovessero fare un giro più corto probabilmente chiederebbero un contributo economico più contenuto. La rotonda potrebbe aggirare in parte l’ostacolo, perché farebbe un po’ da capolinea. La nostra  richiesta era quella di realizzarla e di inserirvi una pensilina capolinea, per cui il bus utilizzerebbe la rotonda come punto base per il tragitto di ritorno verso Bergamo, senza entrare alla Roncola, dove le strade sono a senso unico e abbastanza strette e i pullman avrebbero difficoltà a passare. Il Comune, con la rotonda, conta di fare leva con l’Atb per intensificare i collegamenti. Attualmente parecchi studenti arrivano a Treviolo con i mezzi e poi si fanno il pezzo fino alla Roncola a piedi. Anche solo il fatto di andare il biblioteca a studiare il pomeriggio diventa complicato e i ragazzi hanno bisogno di essere accompagnati. Anche perché, volessero raggiungere il centro di Treviolo a piedi, dovrebbero camminare su una strada che non è neanche del tutto sicura. È vero, c’è una pista pedonale, ma all’altezza di Villa Volpi, dove c’è la chiesina di San Spiridione, non c’è il marciapiede e se due macchine si incrociano obbligano il pedone a ripararsi contro il muro».

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