Ostacoli burocratici

A Longuelo possono solo sperare che non piova più troppo forte

A Longuelo possono solo sperare che non piova più troppo forte
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Forse a Bergamo, più precisamente a Longuelo, dovrebbero imparare dai napoletani. Perché, davanti a certe situazioni, non resta che affidarsi alla buona sorte. E allora via di cornetti rossi e toccate di ferro, nella speranza che la prossima estate non arrivino bombe d’acqua. Altrimenti il quartiere della città rischierà di trovarsi completamente sott’acqua, proprio come accadde due anni fa. Colpa dell’ennesimo ritardo nei lavori di realizzazione delle vasche di contenimento dell’acqua piovana ad Astino. Che sarebbero dovuti partire quest’anno e invece partiranno nell’estate 2019. Forse. Se tutto va bene.

Un problema che si trascina. Il tema non è nuovo. A giugno 2016, due violenti acquazzoni causarono l’allagamento di buona parte di Longuelo, mettendo a repentaglio la vita degli abitanti del quartiere e causando ingenti danni (per buona parte non risarciti, ma questa è un’altra storia). Nacque così un Comitato alluvionati, che vede in Gigi Passera il suo portavoce. Proprio Passera, di mese in mese, ha portato avanti la semplice richiesta degli abitanti di Longuelo: fare in modo che il fatto non si ripetesse. Gli scogli contro cui s’è abbattuto il buonsenso però, come spesso capita, sono stati la burocrazia e lo scaricabarile dei diversi enti coinvolti (Comune, Consorzio di Bonifica, Parco dei Colli, Luogo Pio Colleoni, la Mia).

 

 

Lentezze burocratiche e attese. Alla fine, in un modo o nell’altro, si è trovata la quadra: l’unico modo per risolvere definitivamente il problema è la realizzazione di tre grandi vasche di raccolta dell’acqua piovana. Un ’opera, però, decisamente costosa (oltre nove milioni). E siccome né il Comune né il Consorzio di Bonifica sono in possesso di quei soldi, si è deciso di suddividere i lavori in tre lotti, dando intanto il via alla costruzione della prima vasca. Questa, progetto alla mano, dovrebbe sorgere in un terreno di proprietà del Parco dei Colli, che, interpellato, ha dato l’ok allo studio di fattibilità approvato anche dalla Giunta comunale, precisando però che l’area indicata è sottoposta a vincolo paesaggistico. Per questo, prima di procedere con i lavori, è obbligatoriamente necessaria una Valutazione d’impatto ambientale. Tempistiche? Mesi. Svariati mesi. Forse un anno. E così, tra burocrazia e difficoltà nel raccogliere i soldi necessari, prima dell’estate 2019 i lavori non partiranno. Il presidente del Consorzio di Bonifica, Franco Gatti, spiega che «questi sono i tempi della legge, purtroppo». E aggiunge...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 3 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 29 marzo. In versione digitale, qui.

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