Lui 44, lei 35 anni

Seriate, massacra di botte la moglie Il giudice lo rilascia il giorno dopo

Seriate, massacra di botte la moglie Il giudice lo rilascia il giorno dopo
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Le violenze domestiche sembrano un problema lontano dalla nostra quotidianità, eppure avvengono anche a Seriate, magari nell’abitazione accanto alla nostra. È il caso di una donna aggredita dal marito, che ha trovato aiuto, comprensione e riparo dalla vicina di casa.

Un incontro casuale ma fortunato. Nel pomeriggio del 29 aprile, attorno alle 17, la signora R. ha incontrato per caso la vicina, una donna indiana di 35 anni, residente in una casa limitrofa a quella della vittima. Il volto tumefatto, le guance rosse, segni sul collo: la signora R. ha capito tutto. Ha portato la donna in casa e ha subito chiamato il 112 per far intervenire le unità di soccorso. La trentacinquenne era stata poco prima aggredita in casa dal marito quarantaquattrenne, anch’egli indiano residente a Seriate, di cittadinanza italiana. Dopo averla verbalmente insultata, schiaffeggiata e presa a calci, l’uomo aveva chiuso la porta, abbassato tutte le tapparelle della casa e nascosto le chiavi, recandosi poi a dormire in camera da letto. La donna ha approfittato del sonno per cercare le chiavi, trovandole vicino a un vaso di fiori; è uscita sperando di trovare per strada qualcuno che potesse aiutarla a contattare i soccorsi e la Polizia lo cale.

 

 

L’arrivo delle autorità. Due agenti sono giunti in loco e hanno incrociato il marito attorno alle 18, uscito per cercare la moglie. I poliziotti si sono recati con lui all’interno della casa, verificando non solo un disordine generale e le tapparelle abbassate, ma anche la presenza dei tre figli minori, davanti ai quali è avvenuta la violenza, presi in consegna poi dai servizi sociali comunali. La donna invece, portata in lacrime al «Bolognini» di Seriate, ha accusato il marito per le aggressioni verbali e fisiche, subite sin dal 2002, anno in cui i due si erano sposati in India, per volontà non loro ma dei rispettivi genitori. «Io ho molta paura di tornare a casa perché mio marito sicuramente mi picchierà di nuovo», ha ribadito la donna alle forze dell’ordine. Ha inoltre precisato che vittime dei suoi schiaffi sono anche i due figli più grandi, mentre alla bambina ripete di non voler bene, «perché non è un maschio come lui voleva». «Voglio tutelare me e i miei figli dalla violenza di mio marito che ogni giorno peggiora notevolmente. Ho seriamente paura di essere uccisa, e ora che sto sporgendo denuncia ancora di più perché sicuramente si vendicherà», ha spiegato impaurita la donna agli agenti.

 

 

Il marito ha passato la notte in cella in caserma, sorvegliato a vista da un agente della Polizia locale, e portato in Questura di Bergamo il mattino dopo. Nel primo pomeriggio l’uomo ha subito un processo per direttissima, durante il quale il giudice ha stabilito la restituzione del fascicolo al pm senza adottare alcun tipo di provvedimento, poiché l’uomo non era stato colto in flagranza di reato. La donna è stata dimessa dall’ospedale con cinque giorni di prognosi: ha riportato un trauma contusivo al volto e al fianco destro, dove il marito l’aveva presa a calci, proprio nel punto in cui si trova la cicatrice del taglio cesareo per il parto dell’ultima figlia, sei mesi addietro. Ha inoltre denunciato l’uomo per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e minacce, chiedendo di esser tutelata. Ora la questione è tra le mani dei servizi sociali che si occuperanno degli opportuni provvedimenti e della situazione della famiglia.

 

 

Perché la Polizia locale? Nonostante sia credenza comune che la Polizia locale si occupi solo della strada, in realtà interviene anche in atti di polizia giudiziaria e, in questo primo quadrimestre del 2017, sono state effettuate 17 indagini. Tra i reati, oltre al caso di violenza domestica, compaiono un episodio di guida con patente falsa, uno di guida in stato di ebbrezza, un reato per omissione di soccorso e lesioni stradali, due abusi edilizi, tre indagini per spaccio e detenzione di droga, tre reati commessi dai titolari di una discoteca, episodi di danneggiamento e atti vandalici contro beni comunali.

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