Dal "rasaerba per capelli" agli "struzzicadenti"

Tutte le gaffe linguistiche svizzere dove l'italiano è un optional

Tutte le gaffe linguistiche svizzere dove l'italiano è un optional
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Vivere in un Paese, tra l’altro abbastanza piccolo, che parla tre diverse lingue in tre diverse regioni, non deve essere facile. Soprattutto per le aziende che vendono e commerciano su tutto il territorio nazionale, costrette a trovare pubblicitari in grado di presentare i prodotti in tutte le lingue. Se non l’aveste ancora capito stiamo parlando della Svizzera: 41.285 chilometri quadrati di superficie, 8 milioni di abitanti spalmati su ben 26 Cantoni e tre lingue parlate, cioè tedesco, francese e italiano. Ma se pensate che le aziende qui operanti si siano adoperate ad affrontare la problematica del multilinguismo, beh, in parte vi sbagliate.

C’è una particolare difficoltà, soprattutto per quanto riguarda l’italiano. Gli svizzeri residenti nel Canton Ticino, quello a noi più vicino e di cui fanno parte le città di Lugano e Bellinzona, spesso portano avanti crociate sullo “storpiamento” della lingua di Dante operato da aziende che parlano francese piuttosto che tedesco, ma nell’ultima settimana la questione ha superato le Alpi per arrivare anche da noi. Al centro della polemica un burro biologico prodotto dalla catena di supermercati Migros, i quali, sulla confezione del prodotto, hanno tradotto il termine tedesco Schweizer Bratbutter (ovvero “burro svizzero per arrostire”) in un fantasioso e divertente “burro per arrostire svizzeri”.

 

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La confezione di burro biologico della Migros incriminata.

 

Tra ironie e polemiche. Il web si è subito scatenato con prevedibili ironie riguardanti il “burro per cannibali” (come è stato presto ribattezzato il prodotto) della Migros. La notizia, riportata dai media ticinesi, ha presto sorvolato le Alpi ed è stata ripresa da molti canali informativi italiani, in primis la sezione milanese di Repubblica.it. Così, in poco tempo, la base ideale per arrostire i cittadini scudocrociati è diventata un vero caso, come confermano anche i responsabili della Migros: «L’azienda si auspica che il prodotto sia stato utilizzato correttamente – spiega un comunicato – e precisa che nei prossimi giorni sarà nuovamente disponibile nei reparti». Sì, perché questo burro è andato veramente a ruba. Sarà stata la curiosità, il tam tam mediatico, ma gli svizzeri hanno particolarmente apprezzato il prodotto. Non tutti, però, l’hanno presa sul ridere. In molti, naturalmente di lingua italiana, hanno invitato i più divertiti a riflettere sull’utilizzo dell’italiano e sul poco rispetto che viene spesso riservato alla lingua madre dei vicini di casa.

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Traduzioni fantasiose per le macchinette per tagliarsi i capelli e farsi la barba in Svizzera.

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Gli "alberi arancioni" dei coltelli non sappiamo proprio dirvi cosa siano.

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Non so voi, ma a noi non ispirano proprio... Sarà perché sono "impantate"?

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Aprire era troppo soft, meglio "squarciare".

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I famosi "struzzicadenti"

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I lampioncini della Coop svizzera funzionano "senza batteri".

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La Migros offre anche prodotti adatti solo ad alcune zone, come il "formaggio da montagna".

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Prodotti della Migros per cartoleria. Anzi, no, per "papeteria".

Una lingua bistrattata. Al di là del Gottardo, infatti, pare proprio che l’italiano sia considerato da molte aziende una vera scocciatura. Le guerre politiche, a Berna, sono state tante ma nessuna è riuscita mai a muovere le coscienze delle imprese francofone o germaniche, che hanno continuato a risparmiare sui pubblicitari in grado di offrire una corretta traduzione in lingua italiana per affidarsi, sovente, ai vituperati traduttori automatici, cadendo spesse volte in errori quanto mai ridicoli. A dimostrazione di tutto questo c’è anche una pagina Facebook, “Parlo ItaGliano”, che si è concentrata proprio sul tema. Si scopre così che la Migros non è affatto nuova a questo tipo di cadute di stile: si va dal quanto mai fantasioso "formaggio da montagna” alle H messe a casaccio. Anche la Coop non scherza, con le sue lampade “senza batteri” (senza batterie era troppo complicato a quanto pare), le confezioni da “squarciare” (non tagliare) e i coltelli “senza albero arancione” (non chiedeteci aiuto in questo caso, è troppo anche per noi). In Svizzera un rasoio per capelli diventa un “rasaerba per capelli”, mentre una macchinetta per farsi la barba un “falciatore compatto”. Oltre il Gottardo potrete anche gustarvi delle fantastiche “fettine di volatile impantate” (no, non è un refuso) e poi pulirvi con dei simpatici “struzzicadenti”.

Questi sono solo alcuni esempi, ce n’è per tutti i gusti. Tutto per risparmiare un po’. E pensare che si dice che i genovesi siano tirchi. A quanto pare a Zurigo e Ginevra lo sono di più.

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