«Cara mamma, non avere paura»

Il video sui bambini down proibito perché «disturba le coscienze»

Il video sui bambini down proibito perché «disturba le coscienze»
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Cara futura mamma, non essere preoccupata. Tuo figlio potrà avere molte cose: potrà abbracciarti potrà correre tra le tue braccia. Potrà parlare e dirti che ti ama. Andrà a scuola come tutti gli altri, saprà leggere e scrivere e potrà scriverti, se un giorno dovesse essere lontano, perché sarà in grado di viaggiare e sarà capace di aiutare suo padre ad aggiustare la sua bici. Potrà lavorare  e guadagnare il suo denaro e con quei soldi potrà portarti a cena fuori o affittare un appartamento e andare a vivere da solo. A volte sarà difficile, sarà molto difficile, quasi impossibile. Ma non è così per tutte le mamme? Cara futura mamma, tuo figlio potrà essere felice, come lo sono io. Anche tu sarai felice. Vero mamma?.

Il video Dear future mom, realizzato dall'associazione italiana Coordown e diffuso in tutta Europa dallo scorso 21 marzo -  in occasione della Giornata mondiale per le persone Down - è stato abolito dai palinsesti delle tv francesi. La breve clip ha riscosso, fino ad ora, un successo inaspettato: 5 milioni di visualizzazioni su Youtube, un premio a Cannes e la sua promozione anche da parte dell’Onu.

La notizia è che il Consiglio superiore per l’audiovisivo (Csa) francesce, l’equivalente della nostra Agcom, il 26 luglio scorso è intervenuto contro alcuni canali televisivi che avevano trasmesso lo spot messo in onda in occasione della Giornata mondiale delle persone con sindrome di down. L'authority francese, dopo la segnalazione di alcuni di telespettatori, ha dichiarato: «Non può essere guardato come messaggio di interesse generale perché, indirizzandosi a una futura madre, la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un'adesione spontanea e consensuale». Dunque, «disturba la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto altre scelte di vita personale».

 

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Le reazioni esterrefatte. Le associazioni che hanno ideato e girato lo spot sono rimaste esterrefatte di fronte a quello che è accaduto in Francia. Come scrive in un comunicato la Fondazione Jerome Lejeune, «la Francia è il paese leader nell’eliminazione dei bambini con trisomia 21 prima della loro nascita (96 percento)». E l’associazione Amici di Eleonora ha aggiunto: «La Csa vuole censurare i messaggi sulla trisomia 21, contribuendo alla politica statale di stigmatizzazione che conduce all’eliminazione prima della loro nascita della quasi totalità dei bambini affetti».

Come e perché è nato il video. Tutto è nato da una lettera, realmente ricevuta dall’associazione, in cui una donna incinta, dopo aver saputo di avere in grembo un figlio down, chiedeva consigli e informazioni. L’idea di alcuni creativi era stata, allora, quella di prender spunto dalla missiva per far sì che alla futura mamma rispondessero diverse persone affette da Trisomia 21, di otto nazionalità differenti. Otto testimonianze, tutte positive, per dire che anche con questa sindrome si può andare a scuola, lavorare, avere amici, ci si può divertire e si può essere felici.

 

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Che cos’è la Sindrome di Down. La sindrome di Down prende il nome da John Langdon Down, un medico inglese che descrisse la condizione nel 1866. Jérôme Lejeune, nel 1959, la identificò come una trisomia del cromosoma 21: si tratta quindi di una condizione causata dalla presenza di una terza copia (o una sua parte) del cromosoma 21. Gli effetti di questa patologia consistono in un ritardo nella capacità cognitiva e nella crescita fisica oltre che in peculiari lineamenti del viso. Il quoziente intellettivo medio dei giovani adulti con sindrome di Down è di circa 50, rispetto al 100 dei bambini non affetti. Mentre tutti i casi diagnosticati presentano un ritardo cognitivo, la disabilità è molto variabile tra gli individui affetti.

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