Il giornalista-scrittore

«Venite ai limiti del Sistema Solare» (grazie alla Fondazione Bosis)

«Venite ai limiti del Sistema Solare» (grazie alla Fondazione Bosis)
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Il nuovo libro di Paolo Aresi, Korolev, la luce di Eris, verrà presentato oggi, venerdì 8 marzo, al Bergamo Science Center (ore 18) nel contesto di un incontro organizzato dalla Fondazione Emilia Bosis in collaborazione con Bergamo Scienza e patrocinato dal Comune di Bergamo. Il titolo dell’iniziativa è “Materia oscura: un racconto tra fisica e fantascienza” e sebbene gli ospiti (i professori di Fisica e ricercatori Guido Tonelli e Fabrizio Castelli) siano degli scienziati, in realtà non si parlerà soltanto di spazio e universo. La Fondazione Emilia Bosis, infatti, da 21 anni si occupa dell’accoglienza, della cura, riabilitazione e, ove possibile, dell’integrazione delle persone affette da disagi psichici. Si tratta di una realtà che indaga la “materia oscura” della nostra mente e che, in taluni soggetti, prende il sopravvento. L’idea alla base dell’incontro è proprio quella di mettere in relazione il generale (lo spazio e l’universo) con il particolare (l’Io, la nostra mente). Anche in questo caso, dunque, la Fondazione Emilia Bosis ha scelto una strada non banale per raccontare la propria attività e trasmettere i propri valori al grande pubblico.

 

Chi conosce Paolo Aresi sa che ogni tanto, lui, va su Marte. Con il corpo è qua, ma con la mente viaggia lontano. Attraversa galassie, esplora mondi. Non stupisce, quindi, che oltre che un giornalista di grande esperienza (che attualmente collabora con noi di BergamoPost), Aresi sia anche un apprezzato scrittore di fantascienza (e non solo). L’unico a Bergamo. E oggi, venerdì 8 marzo, alle 18, al Bergamo Science Center di viale Papa Giovanni (vicino alla stazione) presenterà il suo nuovo romanzo, Korolev, la luce di Eris, edito da Delos Digital. Lo farà nell’ambito di un incontro organizzato dalla Fondazione Bosis intitolato “Materia oscura: un racconto tra fisica e fantascienza”. Korolev, la luce di Eris è il secondo romanzo di Aresi di una trilogia nata nel 2011 con Il caso Korolev. Se in quest’ultimo la figura di Korolev rappresentava la scintilla, l’idea, nel secondo libro diventa protagonista assoluto. E la storia, quindi, si mischia alla fantasia...

 

 

Perché la scelta di rendere un personaggio realmente esistito protagonista di un romanzo ambientato nel futuro?

«Negli Anni Novanta, durante le ricerche per la scrittura de Il giorno della sfida, mi imbattei in alcune cose su questo Korolev, di cui si sapeva poco: il suo nome era misterioso, lo chiamavano “Il costruttore capo”. Basti pensare che gli americani ritenevano si trattasse del nome in codice di un ufficio».

E cosa hai scoperto di lui?

«All’epoca, poco. Non c’era Internet. Anni dopo, invece, sono riuscito a ricostruire la sua vita e, soprattutto, il suo genio. Era il responsabile del programma spaziale sovietico, l’alter ego di ciò che era Wernher von Braun per gli Stati Uniti. Solo che Korolev lavorava con un decimo delle risorse di von Braun ed era comunque riuscito a far stare l’Urss costantemente un passo avanti agli Usa nella “guerra dello spazio”. Non è un caso se gli americani sono riusciti a portare per primi l’uomo sulla Luna soltanto nel 1969, tre anni dopo la morte di Korolev».

La tua trilogia parte proprio da questa morte. Anzi, da questa non morte.

«Sì. Io mi sono innamorato di Korolev, tanto da farlo resuscitare. Mi sono immaginato che, invece che morire, scoperta la sua malattia, Korolev abbia deciso di farsi lanciare nello spazio realizzando il suo sogno».

Questo, forse, è il punto di stacco della tua immaginazione. Ma le tue opere hanno comunque solide basi scientifiche.

«Questo genere ha forza solo se immaginazione e scienza vanno a braccetto. Per Korolev, la luce di Eris mi sono avvalso dei suggerimenti di Guido Tonelli e del grande aiuto di Fabrizio Castelli, che ha seguito passo passo la scrittura del romanzo».

Spesso si confonde la fantascienza con il fantasy. Qual è la differenza?

«Nel fantasy c’è un mondo completamente inventato dove lo scrittore “vive” e ambienta la storia. Il bravo scrittore fantasy dev’essere coerente con quel mondo. Chi scrive di fantascienza dev’essere coerente con il nostro di mondo, con la nostra realtà: è una fantasia che...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 14 marzo. In versione digitale, qui.

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