Una ricchezza del territorio

In Baviera vogliono bene alle api Le difendono con un referendum

In Baviera vogliono bene alle api Le difendono con un referendum
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I bavaresi hanno decisamente a cuore il destino delle api: quasi uno su due ha firmato per poter votare ad un referendum sostenuto dai Verdi in difesa di quel prezioso insetto che, invece, sta diventando sempre più raro nel territorio di Monaco. Con due milioni di firme hanno ottenuto la prima vittoria: entro sei mesi il referendum dovrà essere fatto. Il progetto referendario prevede, nel nome della protezione della biodiversità, che entro il 2025 il venti per cento delle terre agricole siano coltivabili con criteri biologici, percentuale che deve arrivare al trenta per cento nel 2030. Inoltre saranno obbligatori corridoi larghi almeno cinque metri totalmente vietati all’agricoltura lungo gli argini dei fiumi. In Baviera esistono 569 specie di api e metà di queste rischiano di sparire.

 

 

Perché tutto questo sta accadendo? La responsabilità è attribuita a veleni, pesticidi, inquinamento, urbanizzazione, campi magnetici e mutazioni climatiche che stanno mettendo a rischio questi insetti impollinatori che sono fondamentali per i cicli naturali, tanto che un rapporto realizzato da Simon Potts per conto delle Nazioni Unite ha messo in evidenza come la loro scomparsa potrebbe avere effetti disastrosi. I risultati dello studio di Potts dimostrano come le piccole api siano essenziali per l’impollinazione di frutta e verdura e in loro mancanza si mette a rischio il processo di riproduzione delle piante. Con conseguenze che è facile immaginare. «Gli scienziati ci hanno avvertito del forte declino degli impollinatori in tutta Europa - ha detto il commissario europeo per l'Ambiente Karmenu Vella -. È tempo di agire. Se non lo facciamo, noi e le future generazioni pagheremo un prezzo veramente molto alto».  La Baviera si è mossa dunque prima di tutti. Del resto la storia tra questa terra e il piccolo insetto è una lunga storia di amicizia, come dimostra questa testimonianza del vescovo di Freising Arbeo che risale addirittura all’Ottavo Secolo: «La Baviera è un paese meraviglioso, ricco di boschi, produce buon vino, ha ferro, oro, argento e porpora (cardinalizia) in abbondanza. Il suolo è fertile, ci sono molti animali da tiro e bestiame. La sua superficie terrestre sembra ricoperta di api e ricca di miele».

 

 

La svolta bavarese era stata annunciata dallo straordinario risultato ottenuto dai Verdi alle ultime elezioni regionali che si sono tenute il 15 ottobre scorso: i Grünen di Katharina Schulze si sono affermati come secondo partito con il 17,5 per cento dietro solo alla CSU, ma doppiando il partito della sinistra storica, quello Socialdemocratico. Dietro un’affermazione come questa, certamente la questione delle api ha inciso profondamente. Ora però si apre un altro fronte: gli agricoltori bavaresi sono sul piede di guerra perché vedono minato un modello che ha fatto anche la ricchezza di questa regione. Per questo la responsabile del comitato che ha indetto del referendum, Agnes Becker, ha annunciato di essere disponibile di sedersi al tavolo proposto dal governatore della Baviera, il cristiano-sociale Markus Soder, per trovare una mediazione. Gli spazi sono stretti, anche perché un eventuale referendum vedrebbe facilmente vincitore il partito delle api.

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