Come nella sarneghera

Capitan Bellini ha messo su famiglia in quel del Borghetto di Mozzo

Capitan Bellini ha messo su famiglia in quel del Borghetto di Mozzo
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Cristina proprio non voleva saperne di quel baldo giovane, capitano dell’Atalanta, al secolo Gianpaolo Bellini, che con la scusa dello scambio di mail per le pratiche di acquisto di una nuova auto, tra le righe iniziava un garbato corteggiamento. Sì perché Cristina lavorava in un autosalone di Curno e capitan Bellini, cliente affezionato, era andato «fuori orario» per formalizzare l’acquisto di un nuovo suv. Ma la ragazza non aveva messo in conto la potenza della sarneghera che si sarebbe poi scatenata nell’animo di Bellini. E sì, Bellini, sarnichese di nascita, non si è lasciato intimorire dalla sfida e, come racconta la leggenda della sarneghera, ha rincorso Cristina «per incontrarla e abbracciarla» come i due giovani amanti di Montisola.

La leggenda della sarneghera, la forte tempesta del lago di Iseo, narra di due giovani amanti, lei di Montisola e lui di Sarnico che come in tutte le storie d’amore di ispirazione shakespeariana racconta di turbolenti e contrastati amori tra i due giovani. «Si racconta che quando si scatena la sarneghera, la temuta tempesta, caratterizzata da imponenti temporali, sia dovuta ai due giovani che si stanno cercando nel fondo del lago per incontrarsi e abbracciarsi, e il cielo per vendetta si scaglia da Sarnico su Montisola e sulla Franciacorta».

 

[Foto di Alberto Merisio Fotografia]

 

La perseveranza di Gianpaolo nei confronti di Cristina, che abitava a Bergamo, lo premiò e galeotto fu l’ardire di una proposta di un weekend in Puglia, che Cristina accettò. La storia dei coniugi Bellini, residenti a Mozzo, però è finita molto meglio rispetto alla leggenda e, dopo aver coronato il loro sogno con il matrimonio nel 2014, nel contempo nella casa mozzese sono arrivati Federico e Luca, i due piccoli Bellini.

Classe 1980, Gianpaolo Bellini, studi scientifici, inizia a calciare il pallone a sei anni nella scuola calcio di Sarnico. Nel 1989 viene selezionato nel settore giovanile dell’Atalanta e lì inizia la lunga carriera calcistica prima nella primavera e poi nella prima squadra. Nel 2012 lascia la casa paterna che «si affaccia su prati verdi che declinano verso il lago» e per motivi di lavoro si trasferisce a Bergamo. La loro casa a Mozzo è cronaca di questi anni e i coniugi Bellini si sono ben inseriti nella comunità locale, frequentando le iniziative del quartiere del Borghetto. Il pranzo nel vigneto tra vicini o la festa di Halloween dove con il figlio più grande, Gianpaolo, ha suonato i campanelli al grido di dolcetto o scherzetto.

 

 

Il Borghetto è stato meta delle corse tra i colli quando durante le pause pranzo si incontravano ancora fidanzati: «incantati dal luogo», hanno pensato di stabilire qui la sede per la loro futura famiglia. Cristina, con l’arrivo dei due figli, ha lasciato il lavoro, luogo del «magico incontro», ma prosegue la sua passione come insegnante di hip-hop in una palestra in valle seriana. E Bellini, dopo l’abbandono delle scarpe chiodate nel 2016, si sta cimentando nel lavoro d’ufficio come dirigente nell’area marketing del club nerazzurro. Nel contempo sta frequentando un corso di direttore sportivo a Coverciano con indirizzo amministrativo.

Poi la sera, mentre la moglie insegna, capitan Bellini si districa tra pappine e pannolini e forse sta già pensando a organizzare mini tornei di calcio a tre, in attesa che i i bimbi crescano e magari… buon sangue non mente. «Ci piace vivere la nostra casa immersa nel verde al Borghetto, ci piace l’atmosfera di tutte le stagioni, la zona è tranquilla e gli abitanti accoglienti - conclude Bellini -. Amiamo passare le vacanze a Sarnico, passeggiando sul lungolago e, come la leggenda della sarneghera vuole, anche a Montisola dove i genitori di Cristina hanno una casa vacanze».

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