In vista delle elezioni

Dieci domande ai candidati

Dieci domande ai candidati
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I candidati hanno sparato le ultime cartucce e non resta che attendere il verdetto delle urne. Non si può dire che non siano contenti Stucchi, Macario, Gori e Anesa. Sia per come è andata, sia perché si è conclusa: non si può sempre correre a mille all’ora. La nostra impressione è che non sia stata una campagna entusiasmante. Gori, forte di cinque anni di buon governo e di un’autentica macchina da guerra, ha imposto l’agenda e gli altri si sono mossi nel recinto disegnato dal sindaco uscente. Che, oggettivamente, ha dato l’impressione di saperne di più, di avere più idee, più uomini, più mezzi. Il centrodestra si è mosso in ordine sparso, più preoccupato di salvare posizioni personali o di partito che di supportare Stucchi verso una vittoria che all’inizio pareva a portata di mano, ma ora non lo sembra più. Dal canto suo, il M5S, poco radicato in città, ha fatto quello che poteva, mentre il “compagno Macario” è stato l’unico ad avere disegnato un futuro diverso, ma molto simile al passato. Ai candidati, che ringraziamo, abbiamo posto dieci domande, le stesse per tutti.

 

 

1 - Com'è andata la campagna elettorale?

Gori: «Abbiamo girato i quartieri, spiegato bene cosa abbiamo fatto in questi cinque anni e cosa vogliamo ancora fare, incontrato tante persone, lavorato anche sui social network e sui giornali. Non abbiamo trascurato nulla, direi».

Stucchi: «Bene, è stata un’esperienza entusiasmante. Ho conosciuto tante persone e la città a 360 gradi, con una presenza ripetuta, nel corso di questi due mesi, soprattutto nei quartieri e nelle realtà più problematiche».

Anesa: «Molto bene, è stata un’esperienza che mi ha dato la possibilità di crescere molto».

Macario: «Ottima e abbondante, come il rancio militare».

 

2 - Che impressione ha ricavato dagli incontri in città?

 

Gori: «Buona. C’è un clima positivo e anche curiosità sul nostro programma. Credo che l’impegno di questi cinque anni sia stato colto e apprezzato, e che molti cittadini capiscano a questo punto il valore della continuità».

Stucchi: «La mia impressione è che la gente si aspetti molto; i bergamaschi sono persone che difficilmente riesci ad accontentare ma che sono disponibili ad accettare una sfida con qualcuno che porti nuova linfa in città».

Anesa: «Abbiamo una Bergamo desiderosa di evolversi, di migliorarsi su vari temi. Sicuramente abbiamo una forte voglia di viverci la nostra città, molto più di quanto stiamo facendo ora».

Macario: «C’è molta confusione tra i cittadini, ma è normale in una fase di crisi che mette in discussione gli atteggiamenti e le risposte tradizionali e in cui l’impatto della nuova realtà rende insicuri e guardinghi tutti i soggetti sociali».

 

3 - A chi in particolare vuol dire grazie per l'aiuto?

Gori: «A mia moglie Cristina, che anche stavolta mi ha supportato e sopportato. Ai miei colleghi di Giunta e a tutto lo staff (troppi nomi, non basterebbe lo spazio dell’intervista)».

Stucchi: «Allo staff, a tutti coloro che si sono impegnati con umiltà: dai militanti della Lega a quelli della Lista Stucchi, dai candidati all’ufficio comunicazione. Con loro tante altre persone, alcune referenti di importanti realtà».

Anesa: «Ringrazio i Cinque Stelle di Bergamo e di tutta la provincia per l’aiuto e il sostegno. Uno dei maggiori risultati di questa campagna è il team che si è creato. Grazie a Marcello Zenoni, Guia Termini e Dario Violi per la loro vicinanza».

Macario: «A Maurizio Mazzucchetti, Fausto Amorino, Giggi Zinesi, Rodolfo Belotti, Ornella Giudici, Alda Colombera, Ilario Poloni, Enrico Masseroli, Gigi Ghislandi e tutti gli altri (sperando di non avere fatto torto a nessuno)».

 

4 - Dal programma di chi si sente più distante?

Gori: «In egual misura, per ragioni diverse, da quello di Macario - che pecca di massimalismo - e da quello di Stucchi, che per la maggior parte dei cittadini rimane un mistero».

Stucchi: «Dal programma di Macario: vive in un altro mondo».

Anesa: «Su Stucchi fatico a dare un giudizio perché, pur avendolo sentito più volte, ancora non riesco a capire la sua visione di Bergamo e i suoi progetti. Gori invece ha un progetto, ma è in antitesi a tutto ciò che ha fatto in questi anni».

Macario: «Quello di Gori che secondo me è quello più nettamente liberista (più di quello di Stucchi, che ha molti altri difetti)».

 

5 - Qual è la critica o la cosa che le ha dato più fastidio?

Gori: «L’accusa di aver disonorato la bandiera, accompagnata da insulti e minacce. Amo e rispetto il Tricolore».

Stucchi: «Il fatto che mi abbiano attaccato dicendo che ero contro i poveri, mentre io sostenevo di essere contro l’illegalità, non contro i poveri, e che le persone bisognose vanno aiutate. Preferibilmente in silenzio».

Anesa: «Sentirmi dare dell’inesperto. Perché, seppur giovane, ho avuto una dura scuola di vita. Ma soprattutto perché abbiamo visto governare chi si riteneva esperto, e ne vediamo i danni. La cittadinanza si riappropri delle istituzioni».

Macario: «Che sono ideologico. Oltre che falso, detto a un materialista dialettico questo è un vero insulto».

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 4 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 30 maggio. In versione digitale, qui.

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