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Due indizi ci dicono che Gori si ricandiderà a Palazzo Frizzoni

Due indizi ci dicono che Gori si ricandiderà a Palazzo Frizzoni
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Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie, grande scrittrice britannica che di dilemmi e misteri qualcosina ne capiva. E proprio un dilemma è la questione delle candidature in casa del Pd bergamasco, in particolare quella per Palazzo Frizzoni. Se nel centrosinistra nazionale più che una giallista servirebbe un drammaturgo per descrivere lo status quo, in quel del capoluogo orobico le cose stanno diversamente. Qualcosa si muove, ma tutto tace. E mentre nel centrodestra Lega e Forza Italia hanno passato l’estate a scambiarsi carezze e graffi proprio attorno al tema delle candidature, nel Pd tutto pare essere immobile.

 

 

Solo e soltanto Gori. Proprio questo immobilismo, però, è il primo indizio. Laddove tutto è fermo nulla cambia, e dunque è sempre più probabile che Giorgio Gori, alla fine, si ricandidi a sindaco. Che nel centrosinistra tutti lo sperino è ormai cosa arcinota. In modi più o meno chiari, lo hanno detto tutti, dal segretario provinciale uscente Gabriele Riva fino al segretario nazionale Maurizio Martina. Ma Gori non si è mai mosso di un millimetro dalla sua posizione: «Quando sarò certo di volermi ricandidare, lo dirò», ha sempre risposto a precisa domanda. Eppure attorno a lui non si muove una foglia. Anche coloro (pochi) che avrebbero potuto sfruttare questo tentennamento per tastare un po’ il terreno per una propria candidatura sono rimasti fermi, e ciò nonostante nel centrodestra ci sia chi si è già spinto bello avanti (un nome a caso: Giacomo Stucchi della Lega). Come mai tutto questo attendismo? I motivi sono due, uno dichiarato e uno sussurrato: il primo è che nessuno, finché c’è Gori in gioco, ha la forza e la voglia di affrontarlo; il secondo è che il primo cittadino, in realtà, da diversi giorni starebbe lanciando messaggi chiari sul suo intento di ricandidarsi.

Nuove energie. E qui entra in gioco il secondo indizio. Che Gori sia un sindaco particolarmente accentratore è cosa nota. Delega, ma un occhio su ciò che fanno i suoi collaboratori lo butta sempre. È anche vero, però, che dopo la batosta presa alle regionali la sua verve era un po’ scemata. Ingoiato il rospo era tornato ad essere il solito stacanovista, ma il suo atteggiamento pareva meno deciso e la stanchezza sembrava talvolta prendere il sopravvento sul suo spirito battagliero. In questo agosto, invece, si dice che Gori abbia ritrovato sprint ed energie e sia tornato a occuparsi delle questioni cittadine con il piglio dei giorni migliori. Lo dimostra il fatto che, tornato a Palazzo Frizzoni, tra le prime azioni ci sia stato il controllo sullo stato di avanzamento dei numerosi cantieri e dei tanti progetti avviati dalla sua Amministrazione che, sicuramente, non andranno a compimento entro giugno 2019. Quasi a voler essere certo che, da qui a giugno dell’anno prossimo, non si trovi costretto ad affrontare brutte sorprese e si possa invece giocare tutte le carte del mazzo.

Quando l’annuncio? Due indizi: coincidenza? Può essere. Ma, restando in tema di gialli...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 8 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 13 settembre. In versione digitale, qui.

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