La denuncia della moglie della vittima

Il presunto caso di eutanasia avvenuto all'ospedale di Seriate

Il presunto caso di eutanasia avvenuto all'ospedale di Seriate
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Eutanasia: il tema è di quelli delicati e che spesso dividono. Da anni, oramai, in Italia se ne discute. Dare la possibilità di poter decidere di morire (seppur a determinate condizioni e con dei ben chiari paletti normativi) oppure no? Ad oggi, l'ordinamento italiano non prevede la cosiddetta "morte dolce" e ogni caso di questo tipo, dunque, configura il reato di omicidio per chi aiutasse una persona a togliersi la vita. Parlare di eutanasia in Italia è complicato. I dibattiti di questi anni si sono dipanati solo attorno a dei casi specifici, complice l’attenzione mediatica delle televisioni, ma le cose stanno lentamente cambiando, con sempre più movimenti sociali che chiedono al Parlamento una legge che renda quest pratica legale.

 

bolognini di seriate

[Il Bolognini di Seriate]

 

"Eutanasìa", in greco antico, significa letteralmente buona morte. Oggi con questo termine si definisce specificatamente l’intervento medico volto ad abbreviare l’agonia di un malato terminale. Si parla di eutanasia passiva quando il medico si astiene dal praticare cure volte a tenere ancora in vita il malato, di eutanasia attiva quando il medico causa, direttamente, la morte del malato. L'eutanasia attiva volontaria è quando il medico agisce su richiesta esplicita del malato. Nella casistica si tende a far rientrare anche il cosiddetto suicidio assistito, ovvero l’atto autonomo di porre termine alla propria vita compiuto da un malato terminale in presenza di, e con mezzi forniti da, un medico. Stando a quanto riportato da Bergamonews lunedì 30 maggio e da un fascicolo d'indagine aperto dalla Procura di Bergamo, pare che all'ospedale Bolognini di Seriate sia avvenuto un caso di eutanasia attiva.

Il pm Carmen Pugliese sta infatti indagando sulla morte di Roberto Antonetti, 32enne originario di Terracina deceduto nella struttura ospedaliera bergamasca il 16 marzo scorso. Antonetti si trovava lì ricoverato poiché vittima di un tumore allo stadio terminale. Inizialmente era stato ricoverato nel reparto di Oncologia dell'ospedale di Alzano Lombardo, ma dato il peggioramento delle sue condizioni di salute i medici decisero di trasferirlo nel reparto di Rianimazione di Seriate. Per lui il destino era oramai segnato. Il 32enne, infatti, non riusciva neppure più a respirare e necessitava di restare attaccato ad appositi macchinari per poter continuare a vivere. È nel letto della struttura della cintura di Bergamo che Antonetti s'è spento. Ma non da solo, secondo la denuncia presentata ai Carabinieri dalla moglie dell'uomo, denuncia che ha portato all'apertura di un fascicolo d'indagine per omicidio volontario.

 

 

A Bergamonews la donna racconta: «Anche se sedato, mio marito rispondeva in maniera lucida alle domande». Un giorno, però, si avvicina a lei e agli altri familiari di Antonetti una dottoressa: «Mi disse che avrebbe sottoposto mio marito ad una dose massiccia di morfina – prosegue la moglie – e mi confidò che lui piano piano non avrebbe più risposto e sarebbe passato alla morte senza che soffrisse. Poi si rivolse a me e ai miei familiari invitandoci a salutare mio marito per l’ultima volta». A quanto pare, dunque, un caso di eutanasia preso spontaneamente dal medico, senza che il paziente stesso o i suoi famigliari ne abbiano mai fatto menzione. Il 16 marzo la vita di Antonetti finisce: «La dottoressa sedava mio marito e iniziava ad iniettare la morfina, senza averci prima avvisato» ha denunciato la moglie del 32enne ai Carabinieri. Sono stati momenti strazianti: «(La dottoressa, ndr) ha spento il macchinario per la respirazione forzata, cosa che non era stata anticipata. Appena spento il respiratore, Roberto ha spalancato gli occhi e si è alzato con il busto sul letto facendo segno con la mano destra attaccata alla maschera e rivolgendosi. Diceva alla dottoressa: “Non respiro”».

La donna e i famigliari avrebbero a quel punto chiesto alla dottoressa di riattaccare Antonetti al respiratore, ma lei avrebbe risposto loro: «Non vedete che sta morendo?». Il cuore del 32enne, poi, smette di battere. Momenti tragici, su cui ora la Procura desidera fare chiarezza in seguito alla denuncia della donna. Le informazioni al riguardo sono ancora poche, ma il pm Carmen Pugliese sta indagando per omicidio volontario.

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