Risarcimenti e class action

La rivincita dei pendolari Trenitalia e l'algoritmo sbagliato delle tratte

La rivincita dei pendolari Trenitalia e l'algoritmo sbagliato delle tratte
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Per i 5,5 milioni di italiani pendolari è arrivata l’ora di prendersi una rivincita. Rivincita monetaria per alcuni, morale per tutti. Dei 5,5 milioni di pendolari più di 1,3 milioni viaggiano con Trenitalia e la rivincita interessa soprattutto loro.

Una sproporzione evidente. Questa è la scoperta: da 10 anni i pendolari delle linee interregionali Trenitalia pagano i loro abbonamenti molto di più di quello che dovrebbero se il calcolo degli aumenti annuali, dal 2007 a questa parte, fosse stato corretto. Il problema è nato dal fatto che l’algoritmo di calcolo delle tariffe, finalmente abolito lo scorso primo ottobre, faceva sì che gli utenti di tratte sovraregionali pagassero di più rispetto alle tratte regionali, a parità di altre condizioni. Il sistema di calcolo utilizzato da Trenitalia non teneva conto del principio della “proporzionalità inversa” dei chilometri percorsi. Più chilometri percorri e meno proporzionalmente si sarebbe dovuto pagare, ma per la società di trasporti non era così.

 

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«Un pendolare Torino-Milano pagava una cifra spropositata rispetto a un altro pendolare torinese che faceva la stessa quantità di chilometri all’interno della sua regione. Dal 2012 in avanti questa distorsione ha prodotto importi superiori fino a 30 euro al mese per gli abbonati sovraregionali», ha spiegato al quotidiano La Stampa Furio Truzzi, presidente di Assoutenti. In questo modo c’erano abbonamenti che costavano 33 euro al mese più del dovuto come quello sulla tratta Torino-Genova, o addirittura 36 sulla Ancona-Pescara e 38 sulla Milano-Genova. Aumenti che sono arrivati a essere rincarati anche del 33 per cento.

L'algoritmo sbagliato. Ora, dopo reiterate minacce di class action da parte di associazioni e comitati, che avevano segnalato questi aumenti anomali, Trenitalia ha ammesso che gli aumenti erano stati calcolati utilizzando un algoritmo sbagliato. È un’ammissione che riguarda oltre 75mila abbonamenti e 65mila tratte. La scoperta dell’algoritmo sbagliato è merito proprio di un pendolare, Enrico Pallavicini, assiduo frequentatore della linea Genova-Milano, che si era accorto che quel che pagava per i suoi 150 chilometri era ben più caro di un’equivalente tratta regionale.

 

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La rivincita dei pendolari. Rimane un problema sul pregresso, cioè su quanto sborsato in più dagli abbonati. «Su questo le Regioni non ne vogliono sapere, e noi abbiamo chiesto a Trenitalia di avviare una procedura di reclamo e conciliazione: la trattativa è in corso», ha spiegato sempre Truzzi al quotidiano torinese. Già questo mese si dovrebbe sapere qualcosa, anche se Trenitalia non ha rilasciato commenti al riguardo.

Per i pendolari questo è comunque un momento di rivincite: è di poco tempo fa la sentenza della Corte d’Appello di Milano, che ha accolto il ricorso di oltre 3mila pendolari coordinati da Altroconsumo contro la società ferroviaria lombarda Trenord. La società dovrà risarcire i viaggiatori con 100 euro ciascuno, per un esborso totale di 300mila euro, per i danni subiti nel 2012, a causa di un grave black out durante il cambio di un software avvenuto tra il 9 e il 10 dicembre di cinque anni fa.

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