Si cercano i dispersi

La tragedia dell'Hotel Rigopiano

La tragedia dell'Hotel Rigopiano
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Era un hotel da sogno l’Hotel Rigopiano di Farindola. Immerso nei boschi a 1200 metri di altitudine, con le rocce e le nevi del Gran Sasso proprio alle spalle. Un luogo ideale per chi vuole passare qualche giorno un po’ fuori dal mondo. La strada che sale da Farindola, il comune di cui Rigopiano è una minuscola frazione, sale per 700 metri e oltre 10 chilometri. Castel del Monte e Castelli, gli altri due paesi che per primi si incontrano sulla statale che passa da lì, sono ancora più lontani. Insomma un luogo davvero speciale, dove si va non per caso ma per scelta precisa.

 

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L'Hotel Rigopiano, un posto da favola. Un albergo speciale anche per come era condotto dal suo proprietario, Roberto Del Rosso, che aveva una cura straordinaria per i propri clienti, che li cullava con ogni attenzione, compresa una spa che molti viaggiatori definiscono «da paura». C’era anche una piscina all’aperto con acqua riscaldata dove d’inverno si poteva provare l’ebrezza di fare il bagno mentre intorno tutto è avvolto dalla neve. L’arredamento era curatissimo, tutto allestito usando l’artigianato abruzzese. Su Tripadvisor le recensioni dei clienti sono tantissimi e cariche di lodi. Il voto massimo, quello di eccellenza, è il più frequente: lo hanno dato bel 579 frequentatori sugli oltre mille che hanno lasciato il loro parere sulla bacheca del grande sito di viaggi: tra le parole usate per raccontare la vacanza al Rigopiano, «favola» e «sogno» sono le più frequenti. Aveva frequentatori assidui, come Barbara D’Urso, che ha raccontato anche di un clima molto famigliare e «protettivo»: le porte della cucina erano sempre aperte, come quelle di una cucina di casa. E il gossip sin quassù non ce la faceva ad arrivare.

 

  

 

La tragedia e i soccorsi in ritardo. Oggi tutto questa magia si è infranta sotto il peso di tonnellate di neve, cadute in modo eccezionale in questi ultimi giorni, smosse dalle scosse della terra. Due calamità naturali che si sono assommate e che hanno trasformato il sogno nel peggiore degli incubi immaginabili. Era una tragedia evitabile? Oggi tutti se lo chiedono. E c’è chi, come l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, lancia accuse pesantissime, denunciando una mancanza drammatica di mezzi e un mancato allarme su un rischio valanghe. «Il terremoto è difficile, ma gli eventi climatici estremi - ad esempio quelle che chiamiamo bombe d’acqua o di neve - sono abbastanza prevedibili, li conosciamo e li studiamo da anni», ha spiegato Corrado Clini, ex ministro dell’Ambiente nel Governo Monti. Che ha rivelato: «Tra l’altro proprio in quella zona qualche anno fa c’era stata una precipitazione nevosa intensa che aveva creato parecchi problemi». Ma lo stesso Bertolaso ha dovuto ammettere che quando ci si trova in situazioni come queste, con località così isolate i problemi sono enormi. Solo un intervento di elicotteri avrebbe permesso di arrivare in modo più tempestivo. Ma gli elicotteri non c’erano. E così i primi ad arrivare all’hotel alle 4,30 del mattino, 10 ore dopo la tragedia, sono stati degli uomini della Protezione civile con gli sci. Un po’ come si faceva 100 anni fa. E adesso si cercano i dispersi.

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