Tutti quelli che hanno parlato

L'«andiamo a cominciare» di Gori Il pagellone della convention

L'«andiamo a cominciare» di Gori Il pagellone della convention
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Foto PD Milano Metropolitana/Pagina Facebook e Giorgio Gori/Pagina Facebook

 

E così Giorgio Gori è «andato a cominciare», come recitava il manifesto sul palco dell’auditorium LaVerdi di Milano sabato 18 novembre. Da lì il sindaco di Bergamo ha ufficializzato la sua candidatura alla poltrona di governatore della Regione Lombardia. Sarà lui il candidato del centrosinistra. Pardon, del Pd e di qualche altro movimento di centro e di sinistra, perché in realtà Mdp ancora non s’è deciso. Niente di nuovo insomma. Per il grande evento, durato circa tre ore (ci permettiamo: tantino), si è deciso di far parlare un po’ di persone vicine a Giorgio più che a Gori, per poi lasciare spazio al candidato in chiusura di convention.

 

 

Da segnalare la partecipazione del pubblico: 1.300 persone in platea, con anche la acclamata partecipazione (silente) di Piero Fassino e Maurizio Martina. I presenti, equamente divisi tra giovani e meno giovani, i primi “goriani” puri (camicia bianca sbottonata il giusto e giacchina casual) e i secondi più “pisapiani” (tra loro il maglioncino vintage tira ancora un sacco), hanno assistito agli interventi in (poco) rapida successione di: Beppe Sala, Anna Scavuzzo, Ilaria Dallatana, Niccolò Carretta, Sergio Gandi, Emilio Del Bono, Gad Lerner, Maurizio Carrara, Pia Locatelli, Piero Bassetti, Giuliano Pisapia e Alessandro Alfieri, prima di poter ascoltare il corposo intervento di Gori stesso. E siccome il cosa hanno detto, francamente, interessa fino a un certo punto, ci concentriamo sul come lo hanno detto, dando un voto a ogni intervento.

Beppe Sala: 6,5. Il sindaco di Milano, da buon padrone di casa, sfodera un’invidiabile padronanza della scena. Dopo aver sottolineato come «Giorgio si prende un bel rischio, ma è il miglior candidato possibile», saluta e lascia spazio. Senza infamia e senza lode.

 

 

Anna Scavuzzo: 7. La vicesindaco meneghina, per un pomeriggio, veste i panni della presentatrice e lo fa con la stessa preparazione con cui ogni giorno si fa carico delle rotture di scatole della città. Belle le sue parole per Gori: «Non stiamo candidando san Giorgio da Bergamo, ma una persona preparata, che non ha paura della leadership. Non è autoritario ma sa costruire autorevolezza». Polivalente.

Ilaria Dallatana: 7. L’ex socia di Gori in quel di Magnolia rappresenta la quota imprenditoriale della convention. Elegante, regala immagini del Gori che fu: un giovane e stimato imprenditore instancabile e sempre aperto al nuovo. Dopo averne elogiato la tenacia, l’ottimismo e l’ostinazione, ne sottolinea finanche l’aspetto giovanile, instillando un dubbio nel pubblico: ma non è che Gori si tinge i capelli?

Niccolò Carretta: 5,5. Il consigliere comunale di Bergamo è la quota giovani che si è giocato Gori. Bravo, appassionato e preparato, il buon Niccolò si lascia un po’ prendere dall’emozione e non si rende protagonista di un intervento memorabile. Interessante comunque il paragone tra la sfida bergamasca, vinta nel 2014, e quella regionale odierna: è in contesti simili, ovvero in cui molti lo danno per sconfitto, che Gori dà il meglio di sé.

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Sergio Gandi: 7,5. Mentre sale sul palco, le più giovani mormorano: «Ma che bel tipo...». E le madri annuiscono. Il vicesindaco bergamasco, del resto, è proprio un bell’uomo. Camicia bianca d’ordinanza e jeans informali, regala anche uno dei migliori interventi. Senza falso buonismo, ammette di non aver accolto bene Gori nel Pd bergamasco, ma di aver anche cambiato idea conoscendolo. «Pensavo fosse arrogante, invece l’arrogante ero io - ha detto (e giù applausi) -. Avevamo poco in comune: lui sosteneva Renzi, io l’attuale capo di Mdp. E dirlo mi fa un po’ impressione. Oggi, però, in Giunta è il nostro punto di riferimento. È sempre presente, anche troppo (ride, nd r ), ma soprattutto è sempre un passo avanti». Molto più di un sex symbol.

Emilio Del Bono: 6. Il sindaco di Brescia sale sul palco a rappresentare quei sindaci lombardi vicini al centrosinistra che per...»

 

Per leggere l’articolo completo, rimandiamo a pagina 9 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 30. In versione digitale, qui.

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