Però si scaricano le "pile"

Linea C, la rivoluzione è partita Ma com'è viaggiarci davvero?

Linea C, la rivoluzione è partita Ma com'è viaggiarci davvero?
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Lunedì 5 è partita tra mille polemiche e aspettative la Linea C: com’è andata? Raccontiamo oggi le impressioni, le sensazioni e i pensieri sorti a un pendolare con anni di esperienza sui bus di Bergamo, ma anche dei molti passeggeri e curiosi che in questi giorni hanno voluto sperimentare la “linea dell’innovazione”.

Una novità assoluta. Sicuramente il suo vanto è l’intera copertura del servizio con autobus elettrici, una novità non solo a livello di trasporto pubblico, ma della mobilità su gomma in generale. Quanti hanno mai provato un’auto elettrica prima d’ora? Non molti, alcuni di più se si considerano le auto ibride, ma l’esperienza di viaggio con quest ’ultime non si avvicina che di poco a quella del full-electric. Il punto è che, per quanto avveniristiche ed ecologiche siano le automobili elettriche, il loro costo è decisamente proibitivo; invece la Linea C dà l’opportunità di provare un veicolo elettrico al solo prezzo del biglietto. E che autobus! Si può dire che il Solaris Urbino Electric è l’equivalente di una Tesla per le auto. È considerato il migliore della categoria in Europa ed è stato il primo classificato al concorso “Ebus test 2016” organizzato dalla testata Omnibusspiegel.

 

 

Il punto di forza? L’accelerazione: rilasciati i freni, il motore da 160 kW emette un sibilo e, pur con un’accelerazione dolce, il veicolo è lanciato a grande velocità. La marcia è in genere priva di strattoni, la frenata decisa ma graduale. Pare di volare o, dalle parole di una viaggiatrice, «sembra di stare in astronave». Dice un autista: ‹‹Non ci sono grosse differenze rispetto a quelli a metano o gasolio: l’accelerazione e la frenata sono buone, più che altro è molto silenzioso. Certo, è un po’ più pesante del solito, il che in curva si sente››.

Per gli interni, la cabina è ariosa, anche se i vetri oscurati, specialmente quando fuori non c’è luce, rendono tutto un po’ buio. A colpire sono i seggiolini imbottiti giallo fluo, niente più dura plastica sui cui sedersi! La cosa è così strana che un vecchietto, appena salito, accarezza il sedile ed esclama «che lusso!». Per il resto, molti dettagli danno un’idea di qualità e solidità di costruzione, come i montanti dei vetri in alluminio anziché in plastica; molto carine sono anche le lucine sulle porte, che diventano rosse appena prima della chiusura, evitando che qualcuno resti chiuso dentro, tentando un salto felino.

 

 

Silenzio, arriva l’Urbino. Ma com’è viaggiare sulla Linea C? In questi giorni ho provato a cambiare leggermente il mio percorso abituale, per cercare di integrarlo con qualche tratto di Linea C e sondare a caldo cosa ne pensino i viaggiatori. Sono partito dalla fermata in via Broseta, vicino alla Croce Rossa, dove già qualche ragazzo durante l’attesa giocherellava con il gigante tablet Android annesso alla pensilina. Vedo l’Urbino che gira l’angolo e mi prendo un colpo, perché d’un tratto sento una voce metallica dietro di me che annuncia “In arrivo C1B delle...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 15 febbraio. In versione digitale, qui.

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