Un’arte divinatoria antica

«Lo leggo, anche se non ci credo» Perché l'oroscopo ci piace tanto?

«Lo leggo, anche se non ci credo» Perché l'oroscopo ci piace tanto?
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Le stelle a fine d’anno sono più in voga della notte di San Lorenzo. E, per chi ci crede, c’è anche da capirlo perché non si tratta di esprimere un solo desiderio, ma di scoprire che cosa riserverà il futuro "astrologico" nei 365 giorni (che nel 2016 saranno in realtà 366) a venire, e poter quindi stimare se quel "desiderio" potrà finalmente avverarsi. La convinzione della veridicità delle stelle appartiene a molti(ssimi): almeno ad un italiano su due, uomini o donne che siano, giovani o vecchi, altolocati, colti e meno colti. Tutti accomunati, senza differenze, da una stessa abitudine: quella di piazzarsi il 1 gennaio o poco dopo davanti alla tv per sentire le previsioni zodiacali degli astrologi più in voga, leggere Astra o scegliere qualsiasi altra via pseudo-scientifica che indichi il prossimo futuro. Ma perché gli oroscopi piacciono tanto e che cosa si va cercando? Sicurezze, dicono gli esperti, e occasioni per sperare in un cambiamento, positivo naturalmente.

 

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Un’arte divinatoria antica. L’astrologia è nata in Mesopotamia molti millenni fa, ma da quelle prime testimonianze l’"amore" per le stelle non è scemato. Milioni di persone ancora oggi si affidano alle loro pseudo-capacità profetiche per prendere decisioni importanti, conoscere l’affinità con il partner, scegliere un compagno, o ancora per sapere se ci sarà un lieto evento come un matrimonio o una nascita, o avere la certezza del momento giusto in cui tentare anche l’intentabile. Insomma nelle stelle e negli oroscopi si cercherebbero risposte sicure a quesiti che in realtà non hanno una spiegazione scientifica o razionale, fino a dare un senso al mondo. Accettando pure il fatto che previsioni molto specifiche, come la data di un matrimonio ad esempio, possono avere una percentuale di insuccesso maggiore della "profezia" di eventi catastrofici (come terremoti o bufere) più facilmente stimabili con la scienza. Insomma con elementi razionali e ben fondati. Ma in ogni caso gli oroscopi, comunque vadano, non si smentiscono mai perché se alla fine quelle previsioni fileranno lisce, «era (razionalmente) scritto che così doveva andare», ma se, invece, ci sarà a frapporsi un ostacolo, allora sì che «è colpa delle stelle» se proprio quell’evento non si sarà verificato.

 

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Perché crediamo all'oroscopo. Una spiegazione a questa danza del "credo-non ci credo, ma comunque l’oroscopo lo leggo" c’è. Ed è il fatto che l’uomo ha un cervello razionale ed uno emotivo. Infatti l’emisfero cerebrale di sinistra, spiegano gli esperti, governa la nostra dimensione logica e decisionale, mentre quello di destra dà spazio alle emozioni, ai ricordi, ai desideri e sogni: entrambi presenti in ogni essere vivente, fanno sì che tanto una persona umile quanto la più acculturata si possano lasciare condurre o dall’una o dall’altra parte. Scegliendo anche di leggere, indipendentemente dallo status sociale, gli oroscopi che rappresentano un elemento "sognante" della vita in cui poter sperare di vedere realizzate le proprie aspettative. Dunque le stelle e gli oroscopi diventano così inconsciamente uno "strumento" affidabile (anche se non lo sono affatto) per cercare tranquillità attraverso il controllo dell'imponderabile; diverrebbero una occasione per leggere anche una speranza di un cambiamento in meglio tanto più necessari in momenti di crisi, come quello attuale, o alla fine di un anno in cui si progetta il futuro. Dunque è questo il momento dell’anno in cui più facilmente ci si pone davanti al bivio se affidarsi, per il 2016, del tutto alle proprie forze, rendendosi così pienamente responsabili delle proprie azioni, oppure scegliere anche un aiuto degli astri. Scelta che spesso è condizionata dagli eventi, dalle circostanze, dagli stati d’animo che fanno propendere, a seconda del caso, un po’ per la parte emotiva (degli oroscopi) e un po’ per quella razionale. E chi di noi non lo ha mai fatto o non lo ha cercato un conforto nell’oroscopo?

 

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Come gli oroscopi sono arrivati a noi. Di strada gli oroscopi ne hanno fatta. Dalla Mesopotamia in cui i babilonesi per primi credettero che tra il moto del cielo eterno e gli avvenimenti terreni temporali vi fosse una corrispondenza, descrivendo le loro convinzioni nel libro “Enuma Anu Enlil”, l’arte divinatoria è migrata in gran parte del Mediterraneo dove nel terzo secolo a.C., i greci cominciarono a predire, oltre al corso degli eventi, anche il destino di ogni individuo in base in base alle posizioni dei pianeti, attestando così le primordiali forme di oroscopi, passando poi per Michel de Notre-Dame, noto come Nostradamus, il più celebre astrologo e indovino della storia che pubblico nel 1555, nel testo Centurie, le sue profezie e teorie. Fino a giungere ai giorni nostri in cui l’astrologia si è largamente diffusa a tal punto da potere conoscere, con lo studio della "mappa astrale" come la posizione di stelle e pianeti potranno influenzare il percorso, la caratterialità e/o le inclinazioni individuali fin dalla nascita. Una moda, quella delle stelle, molto in voga in Inghilterra e negli Usa con una sempre maggior presa in Italia tanto che si è arrivati a creare, oltre a rubriche e riviste specializzate, anche siti web dedicati, linee di abbigliamento e accessoristica con i segni zodiacali, ad abbinare colori, piatti, pietre e quant’altro a ciascun segno con la pretesa che arrechino influssi benefici. Fino a delle app astrologiche, come vuole l’era digitale, che forniscono indicazioni fra le più varie: dall’oroscopo giornaliero o settimanale, alle previsioni del nuovo anno dei più famosi astrologhi, all’“oroscopo e make-up” o “l’accessorio alla moda perfetto per ogni segno”.

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