«Non possiamo perderli»

Mozzo, il grigio della strada minaccia i colori dei writers

Mozzo, il grigio della strada minaccia i colori dei writers
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I lavori di ampliamento della ex statale Dalmine-Villa proseguono interessando diverse aree di Mozzo. Recentemente il Comune ha comunicato che il passaggio pedonale di via Alpini, conosciuto come «Il Tombotto» verrà interrotto dal 4 luglio al 31 agosto, in seguito ai lavori sul sovrastante cavalcavia della ex statale. Nel sottopasso da tempo diversi writers hanno “dipinto” le loro opere sui muri “colorando” il passaggio alle centinaia di persone che ogni giorno transitano. Mamme con i passeggini o durante il tragitto dalla Dorotina verso le scuole medie e elementari, persone che sfruttano il piccolo sentiero a lato della stazione ecologica per andare al cimitero, al centro sportivo della Colombera o dello Sport Indoor, runner quotidiani o semplici pensionati per la passeggiata giornaliera.

I lavori di queste settimana potrebbero mettere a rischio le opere di Steph, PacOne, Tetro, Etsom, Mhell, Suriv e altri che si dividono fra opere di lettering e figurative. Abbiamo incontrato uno dei writers, Alessandro «Etsom» Conti ventitreenne bergamasco. «Trattandosi di una delle poche “hall of fame”, in gergo, muri “autorizzati” sui quali poter liberamente dipingere senza dover ogni volta richiedere un consenso scritto, presenti in paese, perdere anche solo una parte delle pareti costituirebbe un’opportunità in meno concessa a coloro che costantemente regalano opere sempre nuove ai passanti e al Comune di Mozzo».

 

L'unica opera permanente del Tombotto, Grow up yourself di Etsom

 

Attualmente la sola opera di Etsom presente lungo la ciclabile è anche l’unica considerata “permanente” e che non è mai stata coinvolta nel riciclo dei graffiti presenti. Si tratta di un’opera sostanzialmente diversa dalle altre, in quanto realizzata con tecnica figurativa, ricercando un realismo quasi fotografico. S’intitola Grow Up Yourself e si pone l'obiettivo di stabilire un dialogo con il pubblico «prerogativa secondo me fondamentale per chi realizza opere di arte pubblica – spiega Etsom –. La composizione semplice e simbolica vuole portare l’attenzione sul gesto del protagonista, ritratto nel tentativo di versare acqua sulla propria testa. “Coltivarsi” autonomamente richiede determinazione e tenacia, simboleggiate dalla posizione scomoda e limitata da un piccolo recipiente di vetro. Quest’opera incita a contribuire in prima persona alla propria crescita, al proprio successo senza attendere interventi e azioni esterne. Una...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 41 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 19 luglio. In versione digitale, qui.

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