Gli inglesi la chiamano Holiday Blues

L'ora della sindrome post vacanze (Non è una malattia, ma quasi)

L'ora della sindrome post vacanze (Non è una malattia, ma quasi)
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Le abbiamo aspettate per mesi. Le abbiamo immaginate e abbiamo studiato le strategie migliori per goderle nel miglior modo possibile. Poi le ferie sono arrivate, il sole ci ha abbronzato e la spiaggia ci ha regalato degli indimenticabili momenti di assoluto relax. Quando però mancavano pochi giorni alla loro fine, abbiamo iniziato ad avvertire qualcosa di strano, una sorta di malessere non identificato che iniziava a togliere quell’allegrezza spensierata che ci aveva fatto compagnia fino a pochi istanti prima. L’idea del ritorno alla routine quotidiana, l’immagine della fredda scrivania piena zeppa di carte e fogli da firmare, la veloce pausa pranzo consumata con il solito panino cotto e mozzarella possono far scattare in molte persone quei sintomi conosciuti come ansia, tristezza e irritabilità.

 

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Holiday Blues... Giunti a questo punto, possiamo anche iniziare a chiamare con il suo nome la patologia che colpisce molti turisti al rientro delle vacanze. In tanti hanno battezzato questo malessere come sindrome post vacanza e in America è notoriamente conosciuta come Holiday Blues. Pare, infatti, che almeno il 10-20 percento di chi rientra dalle vacanze soffra di sintomi come ansia, tristezza, scarsa concentrazione, irritabilità, insonnia e cefalea. Precisiamo che la scienza non ha mai riconosciuto questa sindrome in quanto tale, e che questo concetto si riferisce al malessere psicologico prodotto dal riadattamento all'attività lavorativa in seguito a un periodo di disconnessione. Insomma, non si tratta di una vera e propria malattia, naturalmente, ma di un processo di adattamento che in alcune occasioni può creare delle difficoltà.

Chi soffre di questa sindrome. Secondo alcune statistiche, la maggior parte delle persone colpite da questa sindrome ha un’età compresa tra i 25 e i 50 anni e si tratterebbe di individui che, normalmente, anche durante il resto dell’anno, sono particolarmente ansiosi e pessimisti in generale. Che cosa favorisce la comparsa dell’Holiday Blues? Secondo un articolo dell’Huffington Post «la sindrome post vacanze è il prodotto di un ritorno rassegnato a una vita in cui sviluppiamo un'attività lavorativa obbligatoria, ingrata o sacrificata. Questa percezione negativa si aggrava quando il contesto del lavoro è ostile, bisogna sopportare un capo o una capa incompetente o ci si trova in condizioni che consideriamo ingiuste. In coloro che hanno scelto il proprio lavoro e che lo trovano interessante e gratificante raramente appariranno depressi al rientro dalle vacanze».

 

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I rimedi. Dopo aver approfondito le ragioni e la natura di questa sindrome, pare doveroso spendere qualche riga in cui cercare di dar qualche consiglio su come poterla affrontare e, si spera, sconfiggerla. Innanzitutto può essere molto utile cercare di concentrarsi sui lati positivi del post vacanza, piuttosto che su quelli negativi. Per esempio, ricordandosi che anche quest’anno si è avuta la possibilità di trascorrere dei giorni lontani dall’ufficio in cui potersi riposare, rilassarsi e divertirsi. Inoltre può essere molto utile riprogrammare il tempo libero cercando di fare qualcosa di bello stando insieme ad amici e conoscenti. Almeno per tutto settembre, quando ancora il tempo lo permette, la sera è meglio tenersi lontano da tv e computer, rimandando la visione di film e serie televisive ai mesi più freddi dell’inverno. Un altro evergreen, che è davvero un toccasana per moltissime occasioni, è fare sport. Si sa, l’attività fisica aiuta a liberare la mente dai brutti pensieri che spesso l’affollano, potendo così ritrovare un po’ di pace e serenità.

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