L'indignazione generale

Charlie Hebdo, le sgradevoli vignette dedicate alle vittime del terremoto

Charlie Hebdo, le sgradevoli vignette dedicate alle vittime del terremoto
Pubblicato:
Aggiornato:

Quelli di Charlie Hebdo, il celebre giornale satirico colpito da un attentato a gennaio 2015, non hanno un grande senso dell’ironia. Sull’ultimo numero hanno pubblicato una vignetta davvero razzista sul terremoto che ha colpito il Centro Italia sollevando la logica e legittima indignazione di tutti media nostrani (per una volta senza eccezioni, dall’estrema sinistra alla Lega). Chi fa satira, ammesso e non concesso che questa sia satira, dovrebbe avere il senso dell’ironia per aspettarsi la reazione di chi è stato messo nel mirino. Quelli di Charlie Hebdo, invece no. Sul loro sito hanno così pubblicato un’altra vignetta sempre sul tema; una vignetta piccatissima che dice: «Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia». Insomma, uno stereotipo tira l’altro.

 


 

Le vignette incriminate hanno spopolato sul web e presentano tre situazioni: «Penne all’arrabbiata», illustrato con un uomo sporco di sangue; «Penne gratinate», con una superstite coperta di polvere; mentre le lasagne sono strati di pasta alternati ai corpi rimasti sotto alle macerie. La sciagura è affrontata anche con un’altra freddura non meno inqualificabile: «Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa che il sisma abbia gridato “Allah Akbar” prima di colpire».

Ovviamente è scoppiato il finimondo, tanto che l’Ambasciata di Francia ha dovuto fare pubbliche scuse all’Italia, sottolineando che «il disegno pubblicato da Charlie Hebdo non rappresenta assolutamente la posizione ella Francia». Sul web la notizia è stata trend topic mondiale (al ritmo di 63 tweet al minuto), anche se i maggiori giornali francesi non hanno dedicato nessuno spazio sui loro siti al caso. E l’hashtag #jenesuispascharlie (io non sono Charlie) ha impazzato per tutta la giornata.

 

 

In Italia è stata condanna unanime, con pochissime eccezioni come ad esempio quella del commentatore del Fatto quotidiano Domenica Naso che ha voluto sottolineare come «il cattivo di gusto della vignetta della rivista francese non deve e non può spostare di una virgola le convinzioni profonde che sono proprie del nostro modo di vivere e di intendere le libertà». Insomma il disegno di Charlie è brutto ma lecito. Anche il mensile Linus sulla sua pagina Facebook ha preso le caute difese di Charlie. Mentre Igort Tuveri, uno dei più grandi fumettisti italiani di oggi, fondatore della casa editrice Coconino press, non risparmia critiche pesanti ai colleghi francesi, dicendo che questo è un lavoro razzista e «fatto con i piedi».

L’autore della vignetta che si firma Felix, è Felix Meynet, 55 anni, celebre in Francia per la serie Fanfoué des Pnottas. Le vignette sull’Italia occupano la prima pagine del giornale, mentre la copertina ovviamente era dedicata al caso dei Burkini che è uno dei temi caldi, vista l’ossessione anti islamica dei redattori del settimanale. In questo il settimanale è un po' l'emblema di una Francia che davanti ai grandi problemi che l'assillano si chiude in atteggiamenti che è difficile nel non definire razzisti. Al punto che anche l'Alta corte ha dovuto intervenire per bocciare le misure anti Burkini, perché lesive della libertà.

Seguici sui nostri canali