Intervista

Il questore «che chiude cose» (come ormai dicono su Facebook)

Il questore «che chiude cose» (come ormai dicono su Facebook)
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Gli hanno dedicato una pagina Facebook dal titolo “Il questore di Bergamo che chiude cose” in relazione ai decreti di sospensione della licenza che hanno coinvolto locali pubblici della Bergamasca. Il caso più eclatante riguarda la discoteca Bolgia di Osio Sopra chiusa per 25 giorni dal 16 novembre scorso dopo un servizio trasmesso da Striscia la Notizia nel quale appariva evidente lo scambio di sostanze stupefacenti fuori e dentro il locale. Provvedimento poi sospeso dal Tar di Brescia e per il quale si attende il pronunciamento definitivo a metà dicembre. Il questore di Bergamo Maurizio Auriemma non si scompone. «Della Pagina Facebook mi ha avvisato mio figlio ad agosto. Mi aveva girato il post dove si diceva che “se a Sodoma e Gomorra avessero avuto un questore come il nostro, chissà, forse si sarebbero dati fuoco da soli senza aspettare l’ira di Dio"».

 

 

Si è sentito offeso?

«No. È un’esternazione simpatica che ho stampato e che conservo. Non ci ho visto niente di offensivo a differenza di altri commenti un po’ fuori le righe. Per me è uno spunto per rimanere coi piedi per terra e continuare il mio lavoro».

Se voleva farsi conoscere a Bergamo, con la questione dei locali chiusi c’è riuscito in pieno.

«Non è questo il motivo principale. Il questore è autorità provinciale di Pubblica Sicurezza. Pertanto ha il compito di vegliare (come suggerisce il Tulps, Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, all’articolo 1) per il mantenimento dell’ordine pubblico, della sicurezza dei cittadini e per la loro incolumità. Comunque ho agito in continuità con chi mi ha preceduto».

Dall’inizio dell’anno la Questura ha emanato sedici decreti di sospensione della licenza in locali della Bergamasca. Lei quanti ne ha firmati?

«Undici da quando sono operativo a Bergamo, ovvero dal 26 marzo scorso (prima ero questore ad Agrigento), quando c’è stato il definitivo passaggio di consegne con il collega uscente Girolamo Fabiano».

Era strettamente necessario intervenire?

«Questo lo dice la norma all’art. 100 del Tulps. Laddove si sono verificati situazioni tali (in due casi il consumo di droga, in altri la violenza sessuale e l’uso dello spray urticante) per cui ci sia l’obbligo da parte dello Stato di tutelare i cittadini, responsabilmente sono intervenuto con motivazioni valide. Altrimenti sarebbe omissione. In questo mi sostiene l’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”».

Però nel caso della discoteca Bolgia il suo decreto è risultato eccessivo per la giustizia amministrativa tanto da sospenderlo?

«Sono rispettoso della suddivisione dei poteri in un contesto democratico. Attendo con serenità il pronunciamento definitivo del...

 

Articolo completo a pagina 9 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 5 dicembre. In versione digitale, qui.

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