Esonerato il mister

Ranieri, quando finisce la favola

Ranieri, quando finisce la favola
Pubblicato:

Cosa c’è dopo l’ultima riga delle favole? Ecco cosa: l’esonero. Ce lo svela lui, sir Claudio Ranieri, uscendo di scena e dai riflettori della ribalta per ripiombare nell’oscurità di una «decisione sofferta ma inevitabile». Via, esonerato. La solita storia. Pensavamo fosse amore, invece era una squadra di calcio. Anche il Leicester è un club. Che aveva fatto i conti con la polvere di stelle, le magie di un’annata da leggenda. Un’annata che adesso sembra un sogno stropicciato. Ti svegli, stiri le braccia. Dici: «Ehi, che assurdità». Poi metti un piede giù dal letto e di colpo non ti ricordi più. La realtà è fatta di cemento e porte in faccia, prima o poi ti dà una svegliata. È successo anche all’uomo della vittoria in Premier League più incredibile che si ricordi, la più avventurosa delle fabie, il capopopolo della conquista che sconvolse il mondo. Pochi mesi fa era un divo. Re Claudio. Adesso è solo mister da esonerare.

 

 

Il calcio non è tanto diverso dalla lotta nel Colosseo. Prima o poi una testa cade, il pubblico la esige. È toccato a lui, l’allenatore del piccolo Leicester, una squadra che l’anno scorso i bookmaker quotavano per la vittoria della Premier meno della probabilità di ritrovare Elvis vivo o che Loch Ness si mostrasse al mondo. Una stagione che ha segnato per sempre le nostre vite. Quella del Leicester è diventata la storia dell’impossibile che non c’è: se ci credi, puoi. La favola da leggere ai bambini. A quelli che non credono in se stessi. A quelli che la noia è una deleteria. A quelli che tutto è possibile. Ma ora, come disse Ranieri in un siparietto diventato celebre: «Dilly Ding Dilly Dong, svegliatevi». Ranieri ha pagato a caro prezzo la sconfitta in Champions League contro il Siviglia, ma soprattutto un feeling ormai logoro con i suoi giocatori. Non lo seguivano più, l’hanno gettato a mare. Da loro aveva tirato fuori tutto: l’arguzia, il sudore, la grinta, l’imponderabile, arrivando alla conquista del titolo nazionale e alla conseguente qualificazione alle coppe europee.

 

https://youtu.be/XirzGjNpvYY

 

Niente dura. La società provò con i soldi, si era affrettata a rinnovargli il contratto: 5 milioni di euro fino al 2020. Ma l’avvio del campionato è un disastro, la Champions una fatica, e in poco tempo il Leicester torna a essere un punto sulla cartina. Altro che ombelico del mondo. Disse Adriano Panatta con quel suo solito cinismo romano: «Quanto dura la felicità? Come una folata all’improvviso quando non c’è vento». Nei mesi scorsi, durante le celebrazioni del Leicester, quel vento caldo e benevolo aveva avvolto tutti. I tifosi del club inglese e quelli delle squadre avversarie, che (sotto sotto) la curiosità di vedere come sarebbe finita l’avevano anche loro; il mondo del calcio e quello dello sport intero. Del Leicester di Ranieri hanno parlato tutti, perché tutti partecipammo a quel delirio collettivo. Ma il vento è passato. Le favole finiscono. Bisogna sapersi accontentare.

Seguici sui nostri canali