Il dopo Festival

Salvini ha vinto anche Sanremo (a proposito di popolo ed elite)

Salvini ha vinto anche Sanremo (a proposito di popolo ed elite)
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E alla fine Sanremo ci restituì una visione plastica dell’Italia 2019. Il clamoroso ribaltone operato dalla giuria di esperti e giornalisti rispetto al verdetto del televoto è infatti la fotografia pulita della contrapposizione quasi insanabile tra l’elite e la gente normale. Non è questione di stabilire chi abbia ragione, e se l’elite faccia bene a difendere le proprie ragioni a fronte dell’imbarbarimento del cosiddetto popolo. La vera questione è capire come si potrà risolvere questa incomunicabilità tra le due Italie.

 

 

I fatti sono ben noti: il televoto (per altro pagato dai telespettatori a colpi di 0,50 centesimi a sms...) aveva dato una sentenza chiarissima con il 49 per cento alla canzone di Ultimo e tutte le altre dietro, molto lontane. Le due giurie, avendo sotto mano i risultati del televoto, hanno lavorato evidentemente all’unisono per rovesciare un verdetto segnato. Difficile non pensare che tutto questo non sia stato congegnato con la volontà di lanciare un segnale al “popolo”, puntando su un personaggio perfetto a rappresentare un’Italia diversa. Il bravissimo Mahmood, figlio di mamma sarda e di papà egiziano, nato a Milano al Gratosoglio, bravissimo cantante, personaggio simpatico si è trovato così investito di un ruolo non suo e che lo ha costretto subito a stare sulla difensiva: quante volte nell’arco di poche ore lo abbiamo sentito ribadire di essere italiano.

Con il fiuto che volenti e nolenti lo contraddistingue, Matteo Salvini aveva capito l’aria che tirava sul festival 2019 e sin dall’inizio aveva espresso il suo tifo per il cantante amato dal “popolo”. E così ha rimarcato in modo ancora più chiaro la contrapposizione sanremese.

 

 

Non era la prima volta che questo accadeva al Festival: nel 2000, con Fabio Fazio come conduttore, un clamoroso verdetto della giuria degli esperti aveva cancellato quello del televoto popolare portando alla vittoria gli Avion Travel, che già avevano fatto le valigie per lasciare la Riviera... Ma in quel caso non c’era nessuna velleità di dare una lezione politica. Era semplicemente un tentativo di dare un riconoscimento a un gruppo che per qualità lo meritava. Gli esperti e i giornalisti si difesero dicendo che il televoto era condizionato da chi si poteva permettere di investire soldi per comperare i voti dai call center. La cosa suscitò polemiche e determinò un primo cambio delle regole del voto delle giurie di esperti.

 

 

A Sanremo 2019 invece non c’era un candidato da far vincere per meriti acquisiti. C’era invece l’idea di lanciare un messaggio al Paese; una prova di forza un po’ patetica che ha fatto due vittime e che ha rafforzato il “grande nemico”, Matteo Salvini. La prima vittima è Ultimo, che ha perso un Festival già vinto, e che nel frangente ha mostrato di non sapere perdere. La seconda vittima è Mahmood, che pur avendo vinto vorrebbe essere un semplice cantante e invece lo hanno costretto a diventare una bandiera. Alla fine chi incassa è Salvini, che ha dalla sua il 49 per cento dei televotanti («Mi dispiace perché una marea di gente scrive che l'han fatto per fare un dispetto a me», ha detto lunedì). E che ha anche chiamato il vincitore per fargli i complimenti a dispetto delle sentenze dei radical chic...

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