Sempre meno giovani

Solo un quarto dei seriatesi continua ad andare a messa

Solo un quarto dei seriatesi continua ad andare a messa
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«Sono entrato nel seminario vescovile Giovanni XXIII terminate le scuole medie. All’epoca il percorso seminariale era uno solo: cinque anni di studi classici più altri cinque anni di teologia e a 24 anni si era ordinati sacerdoti». Comincia così la missione di don Mario Carminati , che da un anno e mezzo guida la parrocchia di Seriate, dopo aver ricoperto numerosi incarichi istituzionali. Nato a Casnigo il 20 ottobre del 1956 e ordinato sacerdote nel 1980, dall’esordio come curato a Grumello del Monte, dopo cinque anni è entrato nel Consiglio pastorale diocesano, è stato referente regionale per la catechesi e coordinatore del master per formatori dei catechisti della Lombardia e del Piemonte e dal 2002 al 2005 ha fatto parte dell’Equipe Europea per la catechesi degli adolescenti. Seriate, con oltre 25000 abitanti, è una realtà complessa da gestire e la sua parrocchia, suddivisa in cinque zone (Luce, Comonte, Risveglio, San Giuseppe e Serena), è la più grande della Diocesi di Bergamo.

Il rapporto tra fede e società in un mondo globalizzato viene spesso messo in discussione; da uomo di chiesa come giudica le fragilità e gli interrogativi che ci attraversano?
«I dubbi riguardano tutti, ma sono costruttivi; infatti, avere fede significa continuare a cercare risposte. I problemi nascono quando questi dubbi non vengono approfonditi per superficialità o pigrizia».

 

 

Questi atteggiamenti influiscono sulla partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche?
«Secondo un censimento che abbiamo svolto in questi giorni all’interno della nostra parrocchia l’affluenza alle sante messe si attesta intorno al 25 per cento, un dato in linea con la media bergamasca. Ci preoccupano, invece, l’età media dei fedeli e la tendenza in calo da parte dei giovani a frequentare chiesa e oratorio».

In che senso?
«Al giorno d’oggi circa il 45 per cento dei bimbi non viene più battezzato. Da uomo di chiesa assisto a un progressivo scollamento generazionale; è un problema sociale prima ancora che ecclesiastico. La società tende a non trasmettere il valore fondante della carità e i principi basilari della famiglia: purtroppo un esasperato soggettivismo sta prendendo il sopravvento. Fortunatamente, le ricorrenze e la capacità di aggregazione di piazze e chiese contribuiscono ad arginare il declino, mantenendo saldo il senso identitario e di appartenenza alla comunità».

E per quanto riguarda la partecipazione dei ragazzi alla vita dell’oratorio?
«La presenza dei giovani al pomeriggio è più bassa rispetto al passato a causa dei molti impegni ricreativi dopo la scuola. Fortunatamente, però, l’oratorio continua a essere un luogo sicuro, dove i ragazzi possono incontrarsi e le diverse culture integrarsi».

 

 

Avete organizzato eventi particolari in occasione della Pasqua?
«Ha riscosso un notevole successo di partecipazione la catechesi quaresimale per gli adulti organizzata ogni giovedì (270 partecipanti) grazie anche all’innovativa formula itinerante che abbiamo ideato e adottato quest’anno. Sono stati affrontati cinque temi in altrettanti luoghi diversi; il primo è stato quello della Parola illustrato attraverso un’analisi delle tarsie del Lotto custodite nel coro della Basilica di S. Maria Maggiore a Bergamo, a cui sono seguiti il tema dell’Eucarestia nella chiesa di S. Bernardino a Lallio, quello della Croce in Duomo nella cappella del Crocifisso Miracoloso, quindi il tema del Martirio nelle Sagrestie del Fantoni ad Alzano Lombardo svolto dai giovani e dal nostro curato, don Marco. Da ultimo ho affrontato il tema del Giudizio Universale ispirandomi all’affresco di Cristoforo Baschenis nel santuario della SS. Trinità a Casnigo».

Tra le tante iniziative programmate quale le piace ricordare?
«Certamente l’incontro con Papa Francesco insieme ai ragazzi che si stavano preparando a ricevere il sacramento della Comunione. L’incontro è avvenuto l’anno scorso a Roma e nella circostanza il Santo Padre ha benedetto il bozzetto di risistemazione della “campana della misericordia”, che fa parte del concerto delle campane della nostra parrocchia, e benedetto la “croce di Lampedusa”, oggi conservata nella chiesa del Buon Consiglio».

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