Il caso (se così vogliamo dire)

In 'sti tempi social, anche la doccia diventa una questione di costume

In 'sti tempi social, anche la doccia diventa una questione di costume
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La provocazione parte (immancabilmente) attraverso un post sui social, con la domanda chiara e netta di una giovane (e simpatica) barista della Media Valle Seriana: «Io voglio - scrive - una risposta a questa domanda: perché dopo la piscina vi fate la doccia con costume? Sono anni che mi attanaglia questo quesito. Che problemi avete?». E ancora, con digressione dialettale: «Praticamente ndì a ca col mix Badedas e Amuchina 'ndi modande…». Il tutto condito dall’hashtag #levatiilcostume.

Fra i commenti (e per la verità anche nel testo del post che in parte abbiamo omesso) è un fiorire di doppi sensi e ironia, ma emerge presto un dibattito curioso e soprattutto convinto che anche una veloce googolata con le sole parole chiave «doccia piscina» conferma assai seguito. Ormai la regola è condivisa in gran parte degli impianti e sotto il post della barista c’è un cenno esplicito alle piscine di Alzano: negli spogliatoi è vietato fare la doccia nudi ed è necessario mantenere indossato il costume. L’invito trae spunto dal fatto che sempre più spesso vi sono aree doccia cui possono accedere più persone contemporaneamente e quindi la presenza di minori o altri utenti potrebbe creare imbarazzo e lasciar spazio anche a qualche esibizionismo di troppo, contrario alla pubblica decenza. Diverso ovviamente il discorso per impianti che dispongono di cabine singole con relativa doccia chiusa: qui il costume può serenamente essere messo in disparte, evitando il pruriginoso (è il caso di dirlo) mix fra shampoo e cloro. Rispetto, buon senso e opportunità dovrebbero essere ampiamente condivisi anche in uno spogliatoio, come pure gli avvisi affissi agli ingressi, i regolamenti e gli inviti del personale addetto.

Il semplice e ironico post della barista diventa presto virale, con commenti salaci e disquisizioni approfondite su regolamenti da cambiare, libertà “di espressione” violate e igiene clorata e incompleta. La questione diventa maledettamente seria e se per caso un like o una condivisione dovessero coinvolgere qualche politico di grido (o meglio, di grida), ci scapperebbe probabilmente un’interrogazione parlamentare. È il nuovo millennio, siamo tutti (o quasi) vaccinati ed esperti a portata di post. E tutto diventa inesorabilmente… una questione di costume.

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