Cemento e urbanizzazione

Treviolo, «Cantieri dappertutto? Grazie a chi mi ha preceduto»

Treviolo, «Cantieri dappertutto? Grazie a chi mi ha preceduto»
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«Treviolo nel cemento». La passeggiata da Curnasco fino alla Roncola è lunga, molto lunga, ma per chi ama fare attività fisica potrebbe essere un bell’esercizio, in un pomeriggio di sole. Passando tra le vie del centro storico, respirando la frescura delle zone ombreggiate, ammirando da lontano i colli di Bergamo, c’è un elemento che spicca, anche allo sguardo più disattento, nel volto attuale delle quattro frazioni treviolesi. Sono i cantieri, i ponteggi, le gru, le betoniere.

Se ne incontra uno in via Cerlone, di fianco a quel bellissimo prato fiorito; proseguendo, se ne trovano altri due, in via Galetti e all’angolo con via Gorizia, dove da qualche tempo è sorta la nuova rotatoria. Inoltrandosi nel territorio di Albegno, non si può non notare la schiera di villette che stanno per essere completate in via Santa Cristina. Tornando indietro, altri ponteggi in viale Papa Giovanni, e lo stesso si ripete in via Quasimodo, a Curnasco. Senza dimenticare il nuovo cubo di cemento comparso in via Garibaldi, il centro polifunzionale che sta prendendo forma in via Ambrosioni alla Roncola e lo spazio verde in via Carso, che aspetta l’inizio dei lavori. Tutto questo senza contare il grande campo in via Mazzini che presto verrà occupato da una sorta di villaggio, e il parco Santa Cristina dove sorgerà il centro per i giovani, le tribune dello stadio che verranno rifatte, il polo scolastico fermo. Insomma, è tutto un cantiere.

 

In alto, da sinistra: cantieri in via Cerlone, in via Galetti e incrocio tra via Galetti e via Gorizia,
i lavori in via Santa Cristina, quelli in viale Papa Giovanni e la nuova struttura in via Garibaldi.

 

Chi è stato? Colpa dell’amministrazione? Sindaco cementificatore? Abbiamo chiesto al diretto interessato. Che di certo non le ha mandate a dire: «Mi stupisco quando leggo certe polemiche sui cantieri presenti in paese, lanciate magari da esponenti politici delle passate amministrazioni. Si tratta di terreni resi edificabili dal Piano di governo del territorio del 2009, o anche da quelli precedenti. In questi anni abbiamo lavorato riferendoci a quel Pgt, che aveva in programma l’aumento degli abitanti da 10 mila a 12.500». L’attuale amministrazione, non avendo ancora approvato una variante a quello strumento, di fatto non ha potuto modificare quasi nulla dell’assetto deciso da Masper e dalla sua giunta. «L’unico spazio verde su cui abbiamo concesso di costruire è quello in via Galetti (di fronte ad Anna e Bepi), ma non era agricolo – spiega Gandolfi –. Era un verde privato, di “prima espansione”. Tutto il resto è un’eredità che ci portiamo dalle giunte precedenti». Come riferito in diverse occasioni nei mesi...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 35 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 19 aprile. In versione digitale, qui.

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