Crolla il titolo in borsa

Una nuova bufera investe Samsung

Una nuova bufera investe Samsung
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Quando sembrava che lo scandalo "batterie esplosive" che ha colpito il Galaxy Note 7 di Samsung sembrava essere finito nel dimenticatoio, ecco che il colosso sudcoreano viene travolto da un nuovo scandalo. Il vicepresidente di Samsung Electronics, nonché il capo di Samsung Group, Lee Jae-yong, rischia seriamente di finire in manette. Tutta la vicenda è emersa dall'indagine che ha portato all’impeachment dell'ormai sospesa presidente della Corea del Sud Park Geun-hye, che il magnate avrebbe corrotto in cambio dell'appoggio del governo.

 

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[Lee Kun-hee]

 

Perché arriva in un momento critico? Dopo aver venduto più di due milioni di esemplari di smartphone la cui batteria «tendeva ad esplodere», con la perdita economica e di immagine che n'è conseguita, è innegabile che Samsung non navighi in buone acque. Ma questo nuovo colpo arriva al momento sbagliato anche per altre motivazioni. Era infatti da anni che Lee Jae-yong portava avanti l'azienda al posto del padre Lee Kun-hee, ma il definitivo passaggio, anche se prossimo, non era ancora avvenuto ufficialmente. Il padre, dopo aver lasciato l'azienda nel 2008 per uno scandalo sulla gestione di fondi illeciti e ritornato nel 2010, ha una salute molto precaria che nel 2014 lo ha portato ad avere un attacco di cuore. Le indagini in corso e sopratutto la possibile incarcerazione del sospettato porterebbero non solo a non avere un successore a cui affidare l'azienda ma, anche nel caso la vicenda si concludesse con un nulla di fatto, l'immagine del marchio e dello stesso Lee Jae-young sarebbero compromesse.

 

Choi Soon-sil

[Choi Soon-sil, detta la "sciamana"] 

 

Il giro d'affari della sciamana Choi Soon-sil. Le accuse rivolte al colosso sudcoreano sono molto pesanti. Avrebbe infatti corrotto il governo per un ammontare di 34 milioni di euro (43 milioni di won). Questi soldi sarebbero stati versati a due associazioni no-profit gestite da Choi Soon-sil, un personaggio che dai media coreani è definita la "sciamana" o la "Rasputin di Corea". Pur non ricoprendo cariche ufficiali nel governo infatti, quella che ufficialmente veniva presentata come amica intima della premier Park Geun-hye, aveva voce in capitolo non solo su aspetti più superficiali (come abiti e acconciature), ma anche nei discorsi che la Park proferiva. Choi, secondo gli inquirenti, sarebbe stata il tramite fra le aziende e la governatrice, tanto che, nel presunto accordo Samsung, sarebbe presente anche un cavallo del valore di quasi 800 mila euro per la figlia della "sciamana" appassionata d'equitazione. In questo caso l'appoggio di Choi sarebbe servito alla famiglia Lee a concludere l'importante fusione di Cheil Industries e Samsung C&T Corp, due aziende del gruppo Samsung. Questa unione, del valore stimato di circa 8 miliardi che venne ufficializzata nel 2015, avrebbe largamente favorito il potere della famiglia Lee a scapito degli azionisti di minoranza, agevolando anche il successivo passaggio di testimone fra padre e figlio. Fu infatti Lee Jae-yong (il figlio sotto processo) ad aver acquisito circa il 17 percento della nuova società, che a sua volta possiede azioni della Samsung Electronics. Gli azionisti contrari, che avevano sottolineato come il prezzo delle azioni fosse stato volontariamente ribassato, sono stati schiacciati dalla pressione fatta dall'allora presidente del fondo pensionistico nazionale (ed ora accusato di abuso di potere e falsa testimonianza) Moon Hyung-pyo. Ma la rete di corruzione della Choi potrebbe essere molto più ampia e colpire anche altre aziende del sistema delle "chaebol" (simili ai più conosciuti trust inglesi e americani). Avrebbe infatti ricevuto tangenti con un ammontare che arriva circa a 65 milioni da una ventina di gruppi industriali che puntavano ad avere via libera dal governo per i propri affari.

 

Billionaire Lee Jae Yong, vice chairman of Samsung Electronics Co., attends the Samsung Foundation's 2015 Ho-Am Prize ceremony in Seoul, South Korea, on Monday, June 1, 2015. In a deal announced last Tuesday, Cheil Industries Inc., Samsung Group's de facto holding company, will buy out construction affiliate Samsung C&T Corp. for about $9.2 billion in stock. The genius of the deal: Aside from generating about $25 billion in revenue, C&T holds more than $12 billion in other companies' shares, including crown jewel Samsung Electronics Co. Photographer: SeongJoon Cho/Bloomberg *** Local Caption *** Lee Jae Yong

[Lee Jae-yong]

 

22 ore di interrogatorio.  L'erede di Samsung è stato sentito nella giornata di giovedì 12 gennaio per un interrogatorio durato circa 22 ore e che potrebbe aver aggravato la sua posizione. Infatti, durante l'interrogatorio, Lee Jae-yong ha sostenuto di non essere lui il corruttore ma la vittima di un progetto più ampio del governo coreano che obbligherebbe diverse aziende a fare queste fantomatiche "donazioni". Lee Jae-yong sarebbe quindi stato accusato anche di aver mentito sotto giuramento durante l'udienza. L'arresto è stato però rimandato alla decisione che prenderà il tribunale di Seul: gli inquirenti hanno preferito evitare una misura preventiva «perché bisogna valutare l’impatto di questa vicenda sull’economia del Paese». Samsung rappresenta ancora oggi un quinto dell'intero Pil del Paese e rappresenta sicuramente una delle realtà più potenti nel mondo dell'elettronica. Il titolo Samsung dopo un'iniziale - 3,45 percento, a 1.873.000 won, sui minimi intraday di venerdì, ha rallentato la sua discesa arrivando ad un - 2,3 percento di lunedì.

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