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Più che Piranha, squali del bowling Sono la sola squadra in Bergamasca

Più che Piranha, squali del bowling Sono la sola squadra in Bergamasca
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Sono squali del bowling, anche se si chiamano "Piranha": si tratta della squadra zanichese di questo sport poco popolare in Italia, ma famosissimo oltreoceano. Si tratta dell’unica formazione bergamasca tesserata per la federazione e negli anni ha ottenuto diversi successi. Tra i tanti, si citano nove medaglie in competizioni nazionali, di cui tre bronzi, due argenti e quattro ori. Oltre a una lunga serie di vittorie in gare provinciali e regionali. Andrea Ferrari, presidente della "Piranha Bowling" e residente a Zanica, racconta la genesi di questa società: «Tutto nasce quando mi sono appassionato a questo sport nel 2002: ho fatto tornei come principiante a Mozzo, per poi iscrivermi in una squadra di Albino. Per imparare meglio a giocare, sono andato a Inzago, nel milanese. Nel frattempo ho fatto anche un corso da istruttore, diventandolo a mia volta. Fallito l’impianto meneghino, i frequentatori si sono divisi in due squadre; tra queste, appunto, la nostra. All’inizio avevamo sede a Merate, poi ci siamo spostati a Mozzo. Oggi la nostra sede è a Zanica, mentre il campo da gioco continua a essere quello mozzese. Intanto io e Frank Buffa, uno dei massimi esperti, abbiamo fatto un ulteriore corso di approfondimento su questo sport e abbiamo iniziato la nostra attività».

 

 

Un impegno che, nelle intenzioni di Ferrari, guarda agli open, ovvero chi gioca per divertimento: «La pista di Mozzo ci offre la possibilità di farci conoscere da chiunque si voglia avvicinare a questo sport. Nel bowling, infatti, esistono quattro categorie di giocatori: Prima, Seconda, Terza e Quarta. A queste, si affiancano gli Esordienti, ovvero coloro che si avviano per le prime volte sulle piste. Per scelta, preferiamo reclutare loro e, quando superano una certa media, farli approdare in Quarta categoria e far loro iniziare la scalata. Questo perché è più facile insegnare il bowling a un principiante rispetto a chi è già capace». Avviata con successo la sezione maschile, ora Ferrari guarda alle giocatrici di bowling per crescere: «Al momento ci stiamo concentrando sulle ragazze. Due anni fa è diventata di categoria la mia ragazza, Veronica Bonetti, ma c’era solo lei. Ora, invece, sono tre le donne che giocano per noi in categoria. Più due giovani Esordienti molto promettenti, che passeranno presto».

A questo punto una domanda sorge spontanea: c’è qualche giocatore o giocatrice di Zanica, a parte Veronica e Andrea? «A oggi no, purtroppo. Siamo arrivati in paese da un anno e mezzo, ma io sono nativo di Comun Nuovo, lei di Gromo. Quindi stiamo iniziando di farci conoscere, sperando di interessare quanta più gente possibile. Normale che al momento dobbiamo ancora farci conoscere. I giovani, quando vogliono scegliere uno sport, pensano sempre al calcio. Il fatto che anche il bowling sia arrivato a Zanica, però, dà loro un’altra possibilità. Sopratutto perché si tratta di uno sport senza limiti di età: in squadra ci sono padri che giocano con i figli, o persone diversamente abili. Per questo credo che si parli di uno sport inclusivo: unisce diverse fasce d’età, favorendo lo scambio reciproco». Quanto è consistente il movimento di questo sport? «Quest’anno l’Italia ha vinto i Campionati Mondiali di squadra a cinque, oltre a oro e bronzo all’Europeo di doppio. Nonostante ciò, nello Stivale ci sono circa tremila tesserati: un numero decisamente esiguo. Abbiamo un gruppo di giovani leve molto promettenti, ma il nostro sport sta sfruttando secondo me male la pubblicità che possono darci: tutto è visto ancora come un gioco. In realtà, si dice che il bowling e il golf siano gli sport più difficili a livello tecnico». Il perché è presto detto: «Ci sono diversi tipi di oliatura della pista, differenti bocce. Ad esempio, la boccia da spare, fatta di plastica, per andare dritta. Un’altra, invece, permette di curvare. Per farlo ci vogliono anni di allenamento; quindi serve conoscere la parabola che le varie bocce hanno; infine, bisogna saper leggere la pista. Per capire di cosa parlo, bisogna sapere che su ogni pista viene dato un determinato tipo di olio prima ogni gara. I giocatori possono vedere come è stato distribuito il liquido e giocare di conseguenza. Tutte accortezze che, colte il prima possibile, permettono di impostare il proprio gioco di conseguenza e fare più punti possibile».

 

 

«A metà torneo - conclude Ferrari - può capitare che l’olio sulla pista cambi disposizione. Quindi il bravo giocatore lo deve capire dal cambio di traiettoria e agire di conseguenza. Insomma, a livello tecnico serve molta esperienza per giocare al meglio una partita di bowling. A chiunque volesse provare, dico che è uno sport che praticano in pochi, ma che sa dare molte soddisfazioni. Può essere occasione di divertimento con gli amici e non ha obbligo di frequenza rispetto agli allenamenti; un hobby che può durare molto a lungo negli anni. Ed è uno sport di nicchia, dunque dà molto più spazio per emergere».

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