Quale futuro?

I 90 anni del velodromo di Dalmine

I 90 anni del velodromo di Dalmine
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Il Velodromo non ha ancora finito di cambiare pelle. Lo storico impianto sportivo di Dalmine, situato davanti alla ex statale 525, da alcuni anni è soggetto ad alcuni lavori di ristrutturazione che dovrebbero renderlo al passo con i tempi. Già da tempo infatti le società sportive che lo utilizzano, in particolare le società ciclistiche e la società calcistica «Città di Dalmine» si sono lamentate delle condizioni in cui versa l'impianto.

La nascita del velodromo. Operare sul velodromo però non è semplice: i problemi dell'impianto infatti risalgono anche alla sua storia, una storia che inizia nella seconda metà degli anni Venti, quando venne completato insieme agli edifici storici di Dalmine basati sui disegni dell'architetto Giovanni Greppi. L’impianto polisportivo, che comprende un campo da calcio, una pista di atletica e una da ciclismo, venne infatti realizzato affinché potesse competere con quello di Crespi d’Adda, Comune e azienda con il quale la Dalmine voleva rivaleggiare sia dal punto di vista economico che da quello urbanistico.

 

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Ecco quindi che, se a Crespi nel 1923 venne inaugurata la pista di ciclismo, a Dalmine nel 1926 si inaugurò il Velodromo, il cui disegno fu affidato al geometra Felice Pinardi, con una competizione tra i campioni del Giro della Bergamasca che quell’anno si concluse proprio a Crespi. L’impianto dalminese però presentava notevoli migliorie rispetto alla sua controparte: innanzitutto era un impianto polifunzionale che all’epoca poteva ospitare anche corse motociclistiche e in più la pista era molto migliore grazie a una maggiore pendenza, un raggio più ampio e una lunghezza di 375 metri.

90 anni di storia. Il Velodromo di Dalmine ha quindi novant'anni tondi, la stessa età dello stadio San Siro di Milano, per intendersi. I problemi dell'impianto sono quindi legati alla sua storia e alla sua età: questo implica anche il fatto che l'edificio sia soggetto ad alcuni vincoli di ristrutturazione poiché è inserito nella lista degli edifici storici di Dalmine, a cui appartengono anche le strutture disegnate dal Greppi, rendendo ancora più complesso ogni intervento di manutenzione straordinaria.

 

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Quale futuro? Quale futuro può quindi avere questo pezzo di storia dalminese? Oltre ai lavori già svolti in quest’ultimo biennio, l’Amministrazione comunale ha pensato per il Velodromo a un piano triennale di lavori che lo possa rendere un impianto adeguato alle esigenze di chi lo utilizza. Questo piano però è subordinato ad alcune difficoltà: innanzitutto sul territorio di Dalmine sono presenti molti impianti sportivi che, se da un lato sono un vantaggio per i cittadini che hanno più possibilità, dall'altro rappresentano un costo di manutenzione notevole per il Comune, in più questi lavori vanno fatti compatibilmente con il calendario di utilizzo della struttura per non creare ulteriori disagi.

II velodromo certamente è un plus per il territorio di Dalmine, un impianto da valorizzare e da conservare il meglio possibile. Già adesso, nonostante le condizioni in cui versa, viene utilizzato per i campionati di calcio e soprattutto per le competizioni ciclistiche di tutti i livelli, dalle provinciali alle regionali e anche alle nazionali, d'estate e non solo. Perdere questa possibilità che nei territori vicini manca sarebbe un vero peccato.

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