Da Thale, Germania

Il destino nerazzurro di Heiko

Il destino nerazzurro di Heiko
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Su queste pagine raccontiamo ormai da diverso tempo le storie dei tifosi atalantini in giro per il mondo. Capita di scrivere di bergamaschi che sono emigrati, abbiamo parlato di chi con Bergamo non ha nessun tipo di legame se non di puro affetto verso la Dea e succede pure che la passione per i colori nerazzurri sia nata per caso e duri ormai da tantissimo tempo. Heiko Cierpinsky è un tifoso atalantino che vive a Thale, una piccola città nel cuore della Germania a 200 km a sud-ovest di Berlino e 150 km a sud-est di Hannover. La sua storia d’amore con l’Atalanta è nata grazie al fratello Axel, che le vicissitudini della vita hanno portato via nel 2014, quando non aveva ancora 50 anni. Eppure il fato ha voluto che sulla strada di Heiko arrivasse Marta, studentessa di Seriate che per un anno ha vissuto in Germania. Mettetevi comodi, adesso vi raccontiamo tutto.

 

[A destra c'è Heiko]

 

«Vengo dalla Germania dell'Est – racconta Heiko grazie al traduttore di Google – e mi sono interessato al calcio italiano ancor prima della caduta del Muro di Berlino. Poi, nel 1992, mio fratello è venuto in Italia per lavoro. Era un ingegnere alla Dalmine e successivamente ha lavorato per la Brembo: grazie a questa sua avventura lavorativa ho conosciuto Bergamo. La città mi ha immediatamente affascinato, è così bella...». Se non è amore a prima vista questo, poco ci manca. Ma il bello è che la prima volta dal vivo con l’Atalanta, per Heiko, è stata in trasferta: «Il 23 maggio 1993 ho visto la prima partita dell’Atalanta. Giocavamo a Roma, in trasferta, e la sfida finì 2-2 con gol di Alemao e Perrone. Da quel momento in poi sono stato contagiato dal virus Atalanta». Heiko arriva dal cuore della Germania e la sua voglia di vedere dal vivo le partite dei nerazzurri è stata presto assecondata dall’avvento di Ryanair: «All'inizio andavo sempre a Bergamo in macchina, circa 14 ore di viaggio. Più avanti nel tempo, quando Ryanair ha iniziato a volare su Orio al Serio, sono passato all’aereo. Anno dopo anno, io e i miei amici abbiamo provato a guardare diverse partite in ogni stagione. Abbiamo sempre dormito a Ranica, dove viveva mio fratello, e siamo stati vicini alla squadra sia nei momenti difficili che in quelli felici: nel 2010 eravamo allo stadio nel giorno della retrocessione, l’anno successivo ci siamo invece goduti la promozione. Siamo sempre stati elettrizzati dal calore dei tifosi e dall’entusiasmo di tutta la provincia per il club. Sfortunatamente, mio fratello è morto nel 2014. Non aveva ancora 50 anni. Sua moglie tornò in Germania. Tuttavia, il mio amore per l'Atalanta e per Bergamo è rimasto».

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Dopo il dolore per la scomparsa del fratello, Heiko ha continuato a seguire la squadra da casa attraverso Dazn («Qui funziona benissimo, si vedono tutte le partite» racconta, e d’altronde sono tedeschi, è normale che sia così) e il legame con la città è sempre rimasto forte. Anzi, grazie all’incontro con Marta e grazie al papà di lei, abbonato, il legame si è pure rinsaldato. «Dopo la scomparsa di mio fratello, abbiamo sempre dormito in Città Alta. Fino al 2016, quando abbiamo iniziato a ospitare nella nostra casa in Germania una studentessa bergamasca di nome Marta. Per noi è come se fosse una figlia, una ragazza molto dolce e, soprattutto, è di Seriate. Suo padre è atalantino e ha un abbonamento stagionale all’Atalanta: quando veniamo a Bergamo adesso dormiamo principalmente a Seriate da loro». Il quadro di passione di Heiko ora è completo, ma passando al campo ci sono altre cose da dire. «Con Antonio Percassi alla presidenza e, adesso, con Gasperini che è uno dei migliori allenatori in Italia, stiamo vivendo emozioni fantastiche. Siamo andati a Reggio Emilia contro l’Everton e contro il Dortmund, ovviamente io e i miei amici eravamo anche al Signal Iduna Park. È stato fantastico, avevamo la stessa emozione di una finale di Coppa del Mondo. Ero anche a Copenaghen: come sempre, nel bene e nel male. Spero davvero che si possa tornare in Europa League. Certamente la Champions sarebbe un sogno, ma io vorrei volare a Roma il prossimo 15 maggio per la finale di Coppa Italia». È il sogno di tutti, caro Heiko. Quel giorno, se dovessimo davvero raggiungere la finale, ci saranno almeno ventimila bergamaschi nella Capitale.

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