«Non ho scuse, devo pagare»

Domenico Diele, l'attore timido che, drogato, ha ucciso una donna

Domenico Diele, l'attore timido che, drogato, ha ucciso una donna
Pubblicato:
Aggiornato:

Il volto da bravo ragazzo e il sorriso timido che hanno conquistato tanti spettatori e spettatrici, in realtà nascondevano ombre lunghe e scure, venute a galla solo adesso che tutto pare essergli crollato addosso. L'attore Domenico Diele, da domenica 25 giugno, si trova in una cella del carcere di Fuorni, alle porte di Salerno. L'accusa è di quelle pesantissime: omicidio stradale. Pena: dagli 8 ai 12 anni, ma c'è pure l'aggravante della guida con patenta sospesa, quindi 16 anni. Senza contare la dipendenza dall'eroina.

 

[Ilaria Dilillo, 48 anni]

 

Le ombre di Diele, 32 anni a fine luglio, sono venute a conoscenza di tutti noi nella tragica notte tra sabato 24 e domenica 25 giugno, quando, di rientro dal matrimonio in Calabria della cugina, ha travolto e ucciso nei pressi dell'uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel Salernitano, Ilaria Dilillo, 48 anni, una donna del posto che stava rientrando a casa a bordo del suo scooter. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e testimoniato dallo stesso Diele, l'attore stava tornando a Salerno, dove proprio in questo periodo stava lavorando al film Una vita spericolata del regista Marco Ponti. Nonostante da circa un anno gli fosse stata sospesa la patenta per uso di sostanza stupefacenti, Diele era alla guida della sua vettura. A un certo punto si è distratto per fare una telefonata con il suo smartphone e non si è accorto della presenza della Dilillo davanti a lui: andando ad alta velocità, l'ha urtata violentemente, uccidendola sul colpo.

Secondo il racconto di un testimone, Ferdinando Giordano, anch'egli volto della tv con una partecipazione alle spalle al Grande Fratello, «il ragazzo, che non ho subito riconosciuto, era seduto a bordo strada che urlava e piangeva disperato. Non capivo bene cosa dicesse, se non: "Cosa ho fatto? Che cosa ho fatto? Ho fatto una cazzata!"». Le forze dell'ordine e i soccorritori giunti sul posto, dopo aver appurato che per la donna, purtroppo, non c'era più nulla da fare, hanno portato Diele, visibilmente sotto shock, nel più vicino ospedale, dove gli hanno fatto tutti i test di rito. Grazie ad essi è stato appurato che l'attore aveva fatto uso, prima di mettersi alla guida, di oppiacei e cannabinoidi. Nel portafogli aveva anche una bustina contenente cocaina. Il Corriere della Sera riporta la testimonianza di quanto avvenuto fatta dallo stesso Diele al consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che lo ha incontrato in carcere durante una visita ispettiva alla struttura detentiva di Fuorni: «Non ho scuse, ho sbagliato e devo pagare - avrebbe detto l'attore -. Devo pagare quello che decideranno i giudici e se servisse a qualcosa pagherei di tasca mia anche qualunque cosa alla famiglia. Però non sono un criminale. In televisione si parla di me come un assassino drogato: non è così. Non sono uno che prima si è drogato e poi si è messo a guidare come un pazzo finendo per provocare una tragedia. Sono dipendente da eroina, sì, ma la droga non c’entra con l’incidente. Mi sono distratto con il cellulare. Ho un telefonino che funziona male, c’è un tasto che non va, e io per cercare di fare una telefonata ho abbassato gli occhi. Quella storia della coca, è vecchia di un anno, nemmeno mi ricordavo più di averla lì, stava nel portafogli da una vita. Non avevo sniffato niente».

 

 

Al consigliere regionale, Diele avrebbe anche chiesto «come potrei fare per aiutare la famiglia di quella donna? C’è qualcosa che posso fare?». La morte della Dilillo, infatti, ha distrutto il padre della 48enne, Nicola Dilillo, appuntato dei Carabinieri in congedo a cui soltanto poco tempo fa è morta la moglie: «Mi hanno rovinato l'esistenza. Era l'unica persona che mi rimaneva, l'unico sostegno. Adesso è venuto meno e io ora sono finito» ha dichiarato all'Ansa l'uomo, che proprio con la figlia viveva. La vittima è descritta dagli amici come una donna buona, che stava vivendo un periodo difficile dopo la morte della madre, a cui era molto legata. Lavorava in uno studio legale della città. Diele, invece, ha trovato la ribalta con un importante ruolo in ACAB – All cops are bastards, film di Stefano Sollima, regista a cui il 32enne ha più volte sottolineato di dovere tanto («È stato il mio primo lavoro, il primo ruolo importante in un progetto importante. Stefano ha creduto in me e rimasi sbalordito dalla sua fiducia»). La fama, però, l'aveva raggiunta l'anno scorso, quando per la serie tv di Sky 1992 ha interpretato il ruolo del poliziotto Luca Pastore, ruolo ricoperto anche nella seconda stagione, 1993, e che dovrebbe interpretare anche nell'ultimo capitolo della trilogia, 1994. Per il pubblico "generalista", invece, rappresenta il volto amico della fiction di successo Don Matteo. Lontano dalle telecamere, però, la vita di Diele era certo rosa e fiori come molti potevano immaginare. Oltre che dipendente dall'eroina, infatti, l'attore, dal carcere, si descrive come un uomo profondamente solo: «Ho soltanto il lavoro. Se da questa vicenda uscirò con la carriera distrutta non avrò più nemmeno quello - avrebbe detto a Borrelli -. Ho pochi amici. Anzi, ormai praticamente nessuno».

Seguici sui nostri canali