Mattia Pastori del Mandarin Oriental

Ecco a voi il miglior barman d'Italia Amanti dei cocktail, lavora a Milano

Ecco a voi il miglior barman d'Italia Amanti dei cocktail, lavora a Milano
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Nel 2013, quando vinse il titolo di miglior bartender d’Italia, Mattia Pastori parlava di passione, esperienza, continua formazione e di uno sconfinato amore per l’atmosfera che si crea ogni volta nei luoghi della mixology, se il bartender sa vestire i panni di un elegante mago della scena, discreto e affascinante quanto basta per cambiare tutta l’impressione del locale.

Ora Mattia Pastori, originario di Pavia, ha fatto il bis e conquistato per la seconda volta il titolo. Dopo aver superato una selezione di 400 concorrenti iniziata a settembre 2015 e la sfida finale a 10 di qualche giorno fa al bancone del Fabrique di Milano, si è portato a casa di nuovo il primo posto nazionale alla Diageo Reserve World Class Bartender of the Year, la prestigiosa competizione internazionale istituita da Diageo Reserve nel 2009, vera e propria celebrazione dell’arte mixology e selezione dell’élite dei bartender di più di 50 Paesi nel mondo.

 

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I finalisti.

 

Mattia lavora, naturalmente, in un posto d’eccellenza, da qualche tempo palco sempre più ambizioso per stile e qualità: il Mandarin Bar del Mandarin Oriental di Milano, lo stesso hotel esclusivo a cinque stelle che ospita il blasonato chef Antonio Guida e la cucina di Seta. Del resto, si è formato nei locali più cool di Milano e annovera a curriculum l’Armani Bamboo Bar dell'Armani Hotel e il Park Hyatt.

La finalissima. La finalissima che l’ha visto trionfare imponeva un confronto con i prodotti Reserve, una gamma di spirit e distillati del portfolio luxury di Diageo che comprende il gin Tanqueray No. TEN, il whisky single malt Talisker, Bulleit Bourbon, la vodka Ketel One, il rum Zacapa e il tequila Don Julio. E la vittoria è arrivata dopo una giornata scandita da sfide: la prova The Sensorium Castle, dove Mattia ha conquistato tutti con il whisky Talisker Skye, la challenge Night&day, dove si dovevano preparare due cocktail, pre e post tramonto.

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Il cocktail della vittoria. E per finire, The box of secret, lo scrigno segreto di cui si conosceva il contenuto solo all’apertura in diretta: «Trovo molto importante questo genere di prove – ha raccontato Mattia a GQ Italia – perché sono basate sulla creatività del momento e sulla capacità di realizzare un buon drink con una serie limitata di ingredienti a disposizione: qualità che un bravo bartender deve avere per riuscire a soddisfare anche le richieste dei clienti più esigenti». E così, con il gin Jinzu e le sue note primaverili ha creato il Take a break in Milan: «Ho pensato allo Spring Break americano, ma declinato in chiave milanese. L’estetica per me è importantissima. Il senso della vista è il primo che viene attivato quando si ha davanti a sé un drink, e per questo ho voluto ottenere un colore rosso intenso, che ricorda quello della fragola, della ciliegia, dei frutti rossi più buoni. Poi ho voluto giocare anche con l’olfatto, spruzzando un po’ di scorza d’arancia sul drink e sui bordi del bicchiere. Credo che la mixology vada in questa direzione: un cocktail deve diventare un’esperienza sensoriale a 360 gradi, giocando – magari – anche con i suoni e la forma del bicchiere». Ecco la ricetta:

  • 4 cl di Jinzu 3 cl di Bitter Rossi d’Angera
  • 2 cl di Porto Rosso Ruby
  • 1 dash bitter alla lavanda
  • 2 cl di Sherbert di arancia e cranberry
  • Scorza di arancia spruzzata

Shakerare insieme tutti gli ingredienti. Versare in una coppa da cocktail raffreddata con ghiaccio. Spruzzare qualche goccia di scorza d’arancia sul cocktail e sui bordi del bicchiere, per sollecitare l’olfatto.

E ora, il mondo. Ora, a settembre, Mattia dovrà salpare per Miami, dove, in una cinque giorni di sfide, raggiungerà altri 50 assi della mixology, per contendersi il titolo di Diageo Reserve World Class Bartender of the Year 2016, vinto l’anno scorso dal giapponese Michito Kaneko. Intanto, fatevi un giro sul suo blog, Non solo cocktails.

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