Dal "Gladiatore" a...

Gli errori più belli e clamorosi dei capolavori cinematografici

Gli errori più belli e clamorosi dei capolavori cinematografici
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Produrre film storici presenta diversi inconvenienti: occorre creare abiti adeguati, scenografie congruenti, persino rifarsi ad un vocabolario magari ormai desueto. Ma, soprattutto, è importante essere assolutamente precisi nei richiami storici, siano essi fattuali, culturali o di costume. E spesso qualche errore ci scappa. Se da un lato può essere comprensibile, vista l’enorme mole di lavoro che pellicole del genere richiedono, ci sono però alcuni dettagli che non possono essere grossolanamente ignorati. Vi proponiamo una raccolta di “falsi storici” presenti in alcuni dei film più famosi di sempre, alcuni quasi irrilevanti, altri invece davvero imperdonabili.

 

1) Il Gladiatore

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Film leggendario, che ha lanciato ufficialmente Russell Crowe (Oscar al miglior attore protagonista) nell’Olimpo dei grandissimi di Hollywood, oltre ad aver permesso a tanti di conoscere un po’ di più il mondo di Roma antica. Forse. Anzi, proprio no. La pellicola è infatti zeppa di abomini storici, la cui giustificazione del fine narrativo appare troppo debole. In primo luogo, tutti ricordano le folle inneggianti a Crowe, nei panni del gladiatore Massimo Decimo Meridio, a ritmo dell’urlo «Ispanico! Ispanico!», a ricordare le sue origini spagnole. Peccato che all’epoca il termine “Spagna” non esistesse ancora, ma quella porzione di continente veniva chiamata “Iberica”.

Per non parlare della tenda dell’imperatore Marco Aurelio che, durante la campagna bellica contro i barbari in Germania all’inizio del film, viene presentata come stracolma di libri; ma all’epoca i libri ancora non esistevano, venivano usate semplici pergamene. E che dire del Colosseo? Questo termine venne coniato solo nel Medioevo, mentre durante l’impero romano la spettacolare struttura veniva chiamata Anfiteatro Flavio.

Quelle elencate fino ad ora sono semplici minuzie, perché se si volesse analizzare la ricostruzione storica ci sarebbe da mettersi davvero le mani nei capelli: Marco Aurelio non fu affatto assassinato dal figlio Commodo (ma morì probabilmente di vaiolo), e quest’ultimo, a sua volta, non venne certo ucciso da un gladiatore durante uno spettacolo, ma venne eliminato attraverso una congiura di palazzo.

 

2) Braveheart

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Mel Gibson, stimatissimo attore e regista, forse per noncuranza o forse per esigenze cinematografiche, non si può certo definire un maniaco dei dettagli delle sceneggiature. In quello che è probabilmente il suo film più famoso (vincitore di ben cinque premi Oscar), Gibson presenta il personaggio principale, l’eroe nazionale scozzese William Wallace, come un semplice contadino di umili origini, il quale si ritrova a capeggiare la rivolta dei suoi compatrioti nei confronti della tirannia inglese. Ma il vero William Wallace non era affatto un uomo di basso ceto sociale, bensì un nobile e ricco signorotto di Scozia, il quale non ebbe nemmeno una minima relazione con la moglie di Re Edoardo II, Isabella di Francia, in quanto ella, all’epoca, aveva solo tre anni.

Infine, tutti hanno ben impresso nella memoria gli eroici soldati scozzesi che scendono sul campo di battaglia protetti da un semplice kilt, il gonnellino tipicissimo di quel Paese e di quella cultura; il problema, caro Mel, è che questo, per quanto caratteristico, indumento venne ideato solo 300 anni dopo l’esistenza di William Wallace.

 

3) Il patriota

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«Quella pellicola sta alla storia come Godzilla sta alla biologia». A bastonare così sonoramente un film ancora con Mel Gibson fu David Hackett Fischer, apprezzato storico americano. E a ben vedere, come dargli torto? Diretto da Roland Emmerich, il film presenta innumerevoli falsi storici: i soldati inglesi, nella storia, uccidono molti cittadini americani nelle chiese e in luoghi sacri e compiono innumerevoli atrocità mai documentate. Inoltre, non vi è alcuna traccia del sistema schiavistico che vigeva al tempo nelle colonie americane.

Per non parlare della battaglia di Guilford, rappresentata come un’epica vittoria da parte dei ribelli, quando in realtà si trattò, per questi ultimi, di una clamorosa sconfitta. Per finire, il protagonista Benjamin Martin (personaggio ispirato al realmente esistito Francis Marion, interpretato da Gibson) viene presentato come un paladino della giustizia e dei diritti, ma fu in realtà un crudele schiavista e un violentatore seriale, che amava uccidere indiani Cherokee per puro divertimento.

 

4) 10.000 a. C.

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Doveva essere il kolossal dell’anno, nel 2008, ma fu invece un flop incredibile, forse a causa anche degli innumerevoli falsi (anzi, falsissimi) storici che presenta. La trama è piuttosto assurda, e narra di una tribù di uomini primitivi nel decimo millennio prima della nascita di Cristo che si rivelano poi essere i primi elementi della civiltà egizia. Tralasciando la presenza dei mammut, che si estinsero due millenni prima, il falso più clamoroso riguarda la costruzione delle Piramidi, che vennero ideate ed erette solo 8mila anni più tardi.

 

5) Troy

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Chissà quanti giri nella tomba si sarà fatto Omero nell’assistere a questa versione cinematografica del suo capolavoro epico, l’Iliade. Le storpiature rispetto alla storia originale sono infinite: Menelao che muore ucciso da Ettore, Achille all’interno del famoso cavallo di legno, Briseide che accoltella Agamennone… e non sarebbe finita qui. Ma, da un punto di vista della storia vera e propria, alcuni precisi particolari sono sfuggiti ai produttori: nelle scene di cremazione dei defunti, questi vengono bruciati con adagiate due monete sugli occhi; non fosse che il concetto di moneta venne introdotto nel VII secolo a. C., mentre la guerra di Troia (fatto storico realmente accaduto) si svolse intorno al 1.250 a. C.

Per non parlare di un improbabile porto di Sparta mostrato all’inizio del film: Sparta, infatti, si trovava nel mezzo della penisola del Peloponneso, distante chilometri e chilometri dal mare. Inoltre, in una delle prime battaglie, i Mirmidoni, ovvero i soldati di Achille, svolgono una spettacolare tecnica della testudo (cioè creare una sorta di tartaruga coprendosi con gli scudi), bellissima scena, peccato che questa tecnica sia un’invenzione romana di ben mille anni dopo. Infine, nella scena in cui i Troiani si ritirano nella città dopo l'arrivo degli Achei, tra gli animali che appaiono si vedono due lama: cosa ovviamente impossibile, visto che i lama sono originari del Sud America, quindi conosciuti dalla fine del 1400 d. C. e di sicuro sconosciuti ai Greci e ai Troiani.

 

6) Titanic

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Veniamo ora ad uno dei film di maggior successo degli anni Novanta, capace di vincere addirittura 11 premi Oscar. In questo caso, le inesattezze storiche sono davvero microscopiche, ma pur sempre di errori si tratta. «Gli inverni da quelle parti sono tra i più freddi. Io sono cresciuto lì, vicino a Chippewa Falls. Ricordo, una volta, da bambino, io e mio padre andammo a pesca sul lago ghiacciato, vicino alle cascate». Così dice Jack (Leonardo DiCaprio) a Rose (Kate Winslet), raccontando la sua infanzia sul lago Wissota, bacino artificiale creato in Wisconsin nel 1917. Peccato che il protagonista di Titanic dovrebbe esser morto nel celebre disastro il 15 aprile 1912.

Inoltre, Rose dice di essere una grande ammiratrice di Picasso, tant’è che nella scena in cui prende possesso della sua cabina sulla nave si vede, tra i suoi bagagli, la tela delle Demoiselles d’Avignon, uno dei quadri più famosi del mondo. È riconoscibilissimo, ma per fortuna non è mai salito sul Titanic, altrimenti ora sarebbe in fondo all’Atlantico e noi non sapremmo nulla della sua esistenza. Stesso discorso per il dipinto Ninfee di Claude Monet, opera che compare nel film: è stato iniziato nel 1916 e completato nel 1923, ma il Titanic affondò nel 1912.

 

7) Django Unchained

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Chiusa dedicata al capolavoro di Quentin Tarantino: il personaggio principale, magistralmente interpretato da Jamie Foxx, viene spesso raffigurato con indosso uno splendido paio di occhiali da sole. Di notevole impatto, certo, non fosse però che gli occhiali da sole vennero inventati solo nel 1929, mentre il film è ambientato nel 1858. Ma d’altra parte, com’è possibile immaginarsi Django senza questo gadget?

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