Un sensibilità straordinaria

«Grazie maestra, per esserci stata» Gli alunni ricordano Vanna Baggi

«Grazie maestra, per esserci stata» Gli alunni ricordano Vanna Baggi
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Un cuore grande quello di Vanna Baggi, maestra in pensione di Brembo di Dalmine, scomparsa lo scorso sabato. Una passione per il suo lavoro che è durata fino a quando il suo fisico le ha consentito di raggiungere la scuola elementare Carducci di via Betelli, dove il suo aiuto è sempre stato prezioso. Vanna aveva settant’anni ed era la moglie di Pierluigi R avasio, sindaco di Dalmine dal 1978 al 1985, per lungo tempo dirigente scolastico in un istituto di Capriate San Gervasio.

La notizia della sua scomparsa ha lasciato un vuoto in moltissime persone che la conoscevano, soprattutto nei suoi alunni e in particolar modo in quelli che lei si era presa a cuore: aiutava sempre volentieri quelli che avevano maggiori difficoltà perché stranieri appena arrivati in Italia, o perché affetti da disabilità o bambini con difficoltà di apprendimento, oppure che stavano attraversando momenti particolari.

 

 

«Vanna aveva una sensibilità straordinaria – ricorda Edoardo Calchi, dirigente della scuola Carducci che aveva lavorato insieme a lei nei suoi ultimi anni di servizio –. L’ho conosciuta nel 1974 alla scuola di Verdellino, dove io arrivai a 19 anni mentre lei era già maestra con una certa esperienza, salvo poi incontrarla di nuovo a Dalmine, dove ricoprivo il ruolo di dirigente. Era una persona squisita, sempre disponibile, non l’ho mai sentita arrabbiarsi con nessuno. Nonostante non fosse ancora in vigore la legge sul diritto all’educazione e all’istruzione per i bambini disabili, lei aveva in classe una bambina con una disabilità molto grave e ci teneva tantissimo che partecipasse alle lezioni. Addirittura aveva continuato a frequentare la famiglia anche dopo che l’alunna aveva terminato gli studi».

La maestra Baggi aveva problemi di salute, che purtroppo l’hanno costretta ad abbandonare presto l’insegnamento. Invece di restare a casa, Vanna aveva continuato ad andare a scuola come volontaria e tutto il corpo docente ne era ben felice, data la sua grandissima disponibilità e preparazione. «Gli insegnanti sapevano di poter contare su di lei – continua l’ex preside Calchi –. La chiamavano e le affidavano gli alunni che necessitavano di...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 39 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 15 marzo. In versione digitale, qui.

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