Una delle due uccisa perché voleva scappare

Le "ragazze copertina" del Califfato schiacciate dalla sua stessa furia

Le "ragazze copertina" del Califfato schiacciate dalla sua stessa furia
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Sono scomparse nell'aprile 2014 per andare a combattere la jihad in Siria. Samra Kesinovic e Sabina Selimovic erano due adolescenti di 16 e 15 anni e abitavano a Vienna, dove si erano trasferite con le famiglie dalla Bosnia, quando negli anni Novanta i Balcani erano devastati dalla guerra. Prima di partire hanno lasciato solo una nota alle famiglie: «Non cercateci. Serviremo Allah e moriremo per lui». Uno scenario purtroppo già visto, dai genitori degli altri ragazzi occidentali partiti per combattere insieme allo Stato Islamico. Purtroppo, le ultime notizie che arrivano dalla Siria sono terribili: una delle due giovani, Samra, sarebbe stata massacrata perché intenzionata a tornare a casa.

 

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Il ruolo del predicatore estremista. Quando però, nel 2014, le due erano appena partite, i loro genitori non potevano credere che si fossero allontanate di loro volontà. Hanno pensato che alcuni uomini fossero riusciti a portarle via di casa, costringendole a lasciare quel messaggio di addio. L'ipotesi più plausibile, tuttavia, è che Sabina e Samra siano state plagiate da un predicatore islamico, anch'egli bosniaco e residente a Vienna. Mirsad O., noto come Ebu Tejma, è ritenuto responsabile di avere fatto avvicinare le ragazze al radicalismo religioso. Le autorità austriche hanno dichiarato che Ebu Tejma avrebbe fatto un «lavaggio del cervello» a Samra e Sabina, convincendole a unirsi alla jihad. Ovviamente il predicatore ha negato tutto, nonostante si sia scoperto che ha sostenuto una rete di raccolta fondi per i terroristi e sia stato per questo arrestato. Pare, inoltre, che le adolescenti siano state aiutate a scappare dal cugino di Samra, il quale si sarebbe mosso per combinare un matrimonio tra la cugina e un combattente dell'Isis.

Il matrimonio jihadista. Samra e Sabina sono partite soltanto con i vestiti che indossavano. Dopo essere atterrate ad Ankara, in Turchia, si sono spostate verso Adana, nel sud del Paese. Da qui hanno attraversato a piedi il confine, sono entrate in Siria e sono state portate a Raqqa, roccaforte dello Stato Islamico. È molto probabile che abbiano subito sposato due jihadisti. Per un paio di mesi le due coppie hanno vissuto insieme, nello stesso appartamento, poi Sabina e il marito si sono trasferiti in un'altra casa. Nella maggioranza dei casi, le ragazze occidentali che vanno in Siria convinte, come Samra e Sabina, che la jihad sia «la strada giusta», non sono mandate al fronte per combattere, ma sono destinate a diventare le mogli dei soldati dell'Isis e le madri dei loro figli. In sostanza, sono riservate a fare da compagnia agli uomini in tempo di guerra, e a dare poi loro dei figli. È la sexual jihad.

 

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Volti per la propaganda. Da quando le adolescenti austriache hanno lasciato le loro case, le famiglie non hanno più avuto notizie di loro. Sapevano che erano vive solo grazie a delle foto che comparivano su Facebook. Interamente vestite di nero, solo una fessura per gli occhi, stringevano un kalashnikov o puntavano l'indice verso l'alto. Gli esperti, tuttavia, sostengono che si trattasse di immagini ritoccate al computer. Nella foto in cui una delle due ragazze posa insieme all'arma, gli uomini sullo sfondo appartengono a un'immagine risalente a molto tempo prima. Allo stesso modo, nello scatto in cui le due ragazze sembrerebbero invocare Allah, gli indici delle loro mani sono stati aggiunti al computer. La polizia austriaca sostiene, con ragionevole certezza, che Samra e Sabina sono state usate come “ragazze immagine” della jihad, volti per sostenere la propaganda e l'arruolamento di nuove reclute occidentali, possibilmente giovani donne.

I dubbi sull'intervista di Sabina. Per lunghi mesi non si è saputo niente di loro. A un certo punto si diffuse la notizia che fossero entrambe incinte. Poco dopo, nell'autunno del 2014, Sabina rilasciò una breve intervista al settimanale francesce Paris Match, negando di aspettare un figlio. La ragazza diceva invece di essere felice in Siria, dove finalmente poteva praticare la sua religione in un modo che non le era consentito in Austria. Diceva di sentirsi libera. E poi proseguiva:  «Mi piace mangiare. Il cibo qui è molto simile a quello in Austria, anche se si tratta per la maggior parte di cibo halal. Posso avere ketchup qui, Nutella e cornflakes». La polizia viennese, tuttavia, ha analizzato l'intervista e ha affermato che si tratta di un espediente pubblicitario usato dall'Isis per dare di sé un'immagine “appetibile” per le ragazze occidentali. Sembra, inoltre, che Sabina abbia parlato in presenza del marito, dunque sotto una forte pressione psicologica.

 

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Il desiderio di tornare a casa. Ai forti sospetti degli agenti austriaci, si aggiungeva poi il fatto che entrambe le ragazze avevano tentato di mettersi in contatto con le famiglie, secondo fonti esterne. Volevano comunicare il loro desiderio di tornare a casa, stremate da ciò a cui erano state costrette ad assistere. Il New York Post in particolare, ha aggiunto che le adolescenti non avrebbero osato tentare la fuga, per timore che, in Austria, troppe persone le associassero ormai all'orrore del terrorismo islamico.

Che fine hanno fatto Samra e Sabina? Recentemente si è diffusa la notizia, non ufficiale, della loro morte. Il governo austriaco ha adottato una posizione di prudenza: non c'erano elementi sufficienti per dichiarare il loro decesso. Ora, purtroppo, la situazione pare essere mutata. Sembra infatti che una delle due amiche sia stata uccisa in un combattimento in Siria, mentre l'altra sia sparita. Questo è ciò che afferma David Scharia, funzionario delle Nazioni Unite. Le autorità non hanno voluto fare i nomi delle due ragazze, preferendo darne comunicazione diretta alle sole famiglie. La versione invece che riporta, il quotidiano The Local s'affida alla testimonianza di una donna tunisina, la quale avrebbe vissuto per qualche tempo insieme a Samra e Sabina. La donna, di cui non è noto il nome, sarebbe riuscita a scappare dall'Isis e ha raccontato che Samra sarebbe stata picchiata fino alla morte, dopo avere cercato di fuggire dalla Siria. Se ciò che ha detto la donna fosse vero, allora la ragazza morta a dicembre sarebbe Sabina. Manca tuttavia la conferma ufficiale del decesso di entrambe le adolescenti.

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