Crimson Vipers Roller Derby Bergamo

Le Vipers, quelle che sui pattini se le danno di santa ragione

Le Vipers, quelle che sui pattini se le danno di santa ragione
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Il roller derby è uno sport, anche se per lungo tempo non è stato così; ha una lega mondiale WFTDA – Women's Flat Track Derby Association, che riunisce tutte le squadre attive sui pattini a rotelle in questa disciplina e di questa fanno parte anche le Crimson Vipers Roller Derby Bergamo. Dalle prime ragazze che hanno pattinato negli anni Trenta in America alla squadra che da Bergamo prende voli per sfidare le squadre italiane in Sicilia o scontrarsi con un team tedesco, molto è cambiato. A partire dal fatto che per lungo tempo questa disciplina che unisce velocità, strategia e contatto fisico è stata considerata solo un intrattenimento, mentre oggi la preparazione atletica e tecnica si è guadagnata un ampio spazio accanto alla spettacolarità e ora questo sport si sta diffondendo in tutto il Paese, a partire da Milano e Bolzano, le due città storiche per il roller derby.

Vipere orobiche in campo. Strizzando l'occhio alle origini americane dello sport da un lato, e dall'altro alle loro radici bergamasche, visto che le Vipers hanno scelto un nome inglese che omaggia la vipera rossa orobica. Una veterana di questo sport in Italia come Eleonora Luca, atleta delle Harpies Milano, le ha definite le migliori in circolazione nell'unire tecnica ed entusiasmo: «Le ragazze hanno una gran voglia di migliorarsi in campo, ma riescono sempre a non prendersi troppo sul serio e a restare scanzonate: negli after party se non ci sono si sente la loro mancanza!».

 

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Obiettivo Mondiali 2017. Nei giorni scorsi le Vipers, durante i loro allenamenti nella palestra della iSchool di via Ghislandi, si sono preparando per la trasferta a Vicenza: il 18 dicembre era in programma un triangolare con le padrone di casa e le atlete del Barcelona Roller Derby. Per giocare si spostano in tutta Europa e spesso anche singole atlete giocano in squadre diverse per completare la formazione, come Baby Razor, nome di battaglia di Valeria Faggioli, capitano e segretaria delle Vipers, di cui Laura Fornoni è presidente, ma che in campo diventa Circe. Le abbiamo incontrate e già pensano al 2017: «A febbraio andremo a Valencia – spiegano –, a giugno c'è il torneo nazionale a Bolzano e a dicembre ci sono i Mondiali femminili».

 

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In 200 a tifare Vipers. «Due squadre con massimo 14 giocatrici, di cui 5 in campo e le altre in panchina. Una pista ellittica di 15 metri per 26. Pattini a rotelle quad, non in linea. Questa è la base – spiegano Valeria e Laura –. Il “bout ” ha due tempi da 30 minuti effettivi, al loro interno ci sono una serie di “jam”, le azioni, che durano fino a un massimo di 2 minuti. Per controllare la conformità in campo ci sono 7 arbitri: 2 seguono le 2 jammer, una per ogni squadra, che cercheranno di “sfondare le linee”, dove le altre 4 giocatrici di entrambi i team si trovano in file parallele». Un'organizzazione articolata per uno sport che porta sempre sugli spalti almeno 200 persone: spiegarlo è molto più complesso che non diventarne degli appassionati, così dinamico e combattivo. Non mancano infatti lividi e paradenti. «Da un po' di tempo abbiamo anche delle cheerleader bergamasche – spiegano -, le Black Diamond, che animano le partite».

Nomi di battaglia da vipere. «All'inizio abbiamo cercato di imparare da sole, guardavamo su Youtube – spiega Laura -. Andavamo a Milano a vedere altre ragazze giocare o seguivamo le squadre estere più forti. Ora finalmente abbiamo un allenatore che ci segue. Non tutte sono fortunate come noi, spesso una tra le più esperte si sacrifica e guida le altre». Mentre Laura in campo è il 49, Valeria è il 25, numeri che si possono portare solo dopo «aver preso un patentino tecnico – spiega -. Una volta superata questa prova, si può scegliere il “derby name”, un premio per aver passato questo esame e che arriva insieme al numero. Con nome e numero si viene inserite nel registro internazionale della WFTDA – Women's Flat Track Derby Association».

Non solo quelle dei pattini. «La nostra fortuna è che abbiamo sempre avuto poca vergogna – ricordano le ragazze -. Quando nemmeno sapevamo pattinare, facevamo serate disco roller sui pattini per farci conoscere nei locali, dal Clash al Beach Bar; poi ci siamo progressivamente lasciate alle spalle quest'idea delle “ragazze con i pattini” e abbiamo cominciato a fare eventi di autofinanziamento o sportivi, come la “Giornata dello Sport” a Lallio, in cui facevamo delle dimostrazioni. Oggi, quando facciamo gli open day, arrivano sempre 10-15 ragazze per provare a giocare a roller derby».

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