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Mago in erba di biliardo all’italiana Alberto sogna il titolo nazionale

Mago in erba di biliardo all’italiana Alberto sogna il titolo nazionale
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Una passione nata recentemente, quella per il biliardo all’italiana, che però ha già spinto Alberto Gualandris, 22enne di Morengo, a iscriversi al campionato provinciale, diventando di fatto (molto probabilmente) il più giovane partecipante al torneo. Alberto si è avvicinato al mondo del biliardo grazie alla sua famiglia. Sei anni fa, infatti, ha iniziato a fare i primi tiri con suo zio. La svolta è poi avvenuta quando, trasferitosi a Roma, ha iniziato a prendere lezioni private da Cristina Flori, una campionessa a livello nazionale.

«Ho iniziato a giocare con mio zio e per molto tempo ho giocato solo a carambola – ha dichiarato Alberto – poi a Roma ho incontrato la campionessa Flori e ho iniziato a prendere alcune lezioni private da lei per circa quattro mesi. Una volta tornato a Morengo mi sono interessato al campionato provinciale e quindi ho deciso di iscrivermi con il gruppo «Gold Cherry» di Mozzanica e da quest’autunno gioco ufficialmente i venerdì sera le partite con loro».

 

alberto bil

 

La giovane età e la poca esperienza non ha impedito ad Alberto di gareggiare contro avversari navigati, che da anni ormai competono per il titolo provinciale. Insieme a lui c’è un altro ventenne, ma di certo ormai pochi sono i giovani che si dedicano al biliardo all’italiana. «Devo ammettere che al Nord pochi sono i giovani che si avvicinano al mondo del biliardo e chi gioca di certo preferisce la carambola  – ha continuato Alberto – ciò che mi spinge a partecipare al campionato è la competizione. Quando si gioca tra amici, ognuno ha le sue regole, invece come è giusto che sia nel campionato provinciale si segue il regolamento ufficiale. Ogni partita è seguita da un arbitro, il che impone maggiore attenzione ai movimenti e a ciò che si tocca. Questo fatto mi stimola a dare il meglio e impegnarmi maggiormente. Molti mi chiedono come mai preferisco il biliardo alla carambola, in realtà non ho una predilezione netta, però riconosco che il biliardo all’italiana è basato molto sul calcolo e ciò richiede molta concentrazione, è quindi più stimolante della carambola, la quale non va presa sotto gamba perché richiede molta riflessione, ma sicuramente meno calcolo».

La squadra «Gold Cherry» è formata da componenti quasi tutti alle prime armi per quanto riguarda la partecipazione al campionato (sia ben chiaro di esperienza nel gioco ce n’è eccome), ad esclusione del leader del team, l’unico che è pratico del torneo. «Come in qualsiasi sport una volta si vince e una volta si perde – ha continuato Gualandris – di certo siamo un team affiatato che dà sempre il massimo ad ogni gara a cui prendiamo parte. Tuttavia per me il biliardo resta solo una passione, non ho ambizioni in tal senso. Continuo a giocare perché questo sport mi affascina e mi entusiasma e ripeto poter competere con avversari di lunga esperienza e quindi maggior abilità, mi permette senz’altro di migliorarmi e affinare la tecnica. Ho forse solo un sogno, ovvero sfidare il campione indiscusso Andrea Quarta, è uno dei miei idoli, giocare una partita contro di lui sarebbe qualcosa di fenomenale».

Nonostante negli ultimi anni sempre più giovani si stanno avvicinando al mondo del biliardo, ancora troppo poco conosciuto è l’aspetto più istituzionale di questo sport, che ha regole ben precise e regolamenti che spesso gli amatori ignorano. «Vorrei che più gente si avvicinasse a questo sport – ha concluso Alberto – quando vado nelle sale a giocare vedo sempre pochi giovani, soprattutto per la stecca all’italiana, mentre la carambola ha ancora un po’ di appeal. Credo che invece sia necessario riscoprire la carambola all’italiana, perché, nonostante le regole rigide che ha, è uno sport che dà molta soddisfazione inoltre è sempre sorprendente, fino al termine della partita anche chi stava per perdere può vincere».

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