La scuderia Ferrari

Piero e Stefania, i due di Treviolo che sussurrano ai cavalli

Piero e Stefania, i due di Treviolo che sussurrano ai cavalli
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Foto dalla pagina Facebook della scuderia

 

La Scuderia Ferrari di Albegno è un maneggio, alle porte della città, che offre un approccio particolare con il cavallo, frutto di una lunga esperienza da parte del proprietario Piero Ferrari e dell’istruttrice di equitazione Stefania Voroni. I due hanno alle spalle una collaborazione più che ventennale, unita all’amore e alla passione per i cavalli. Di questo e di altro ancora parla Stefania, aprendo le porte su un mondo, quello dell’equitazione, che in Italia ha ancora molto da far scoprire.

L'amore, da sempre. «Lavoro con i cavalli da venticinque anni e con me c’è il proprietario della scuderia Piero Ferrari. Lui è una vita che sta con questi animali. Piero ha sempre avuto un rapporto empatico con loro, fin da bambino, quando suo nonno fu costretto a vendere Gianni, il cavallo che lo aiutava nei campi. Poco tempo dopo la vendita di Gianni, Piero si recò con il nonno alla fiera dei cavalli di Monza. Gianni era lì col suo nuovo padrone. Gianni e Piero si riconobbero subito a vicenda. Quindi non è un modo di dire quando si sente pronunciare “a questo animale manca solo la parola”. Poi, nel 1989 Piero fondò la sua azienda. È sua l’impronta della nostra proposta, lui è quello che gli americani chiamano “il sussurratore dei cavalli”. Dall’America è arrivata questa impronta più moderna nel rapportarsi con loro, che viene definita la “doma dolce”. Come quella che si vede nel film, tratto dalla storia vera di Monty Roberts».

 

 

Nel rispetto degli animali. «Qui alla scuderia io mi occupo di insegnare alle persone a rapportarsi con il cavallo – prosegue Stefania –. In Italia, purtroppo, c’è ancora poca cultura riguardo a questo animale. L’allevamento non è facile, anche per una questione di spazi. Per allevare i cavalli occorrono non solo i luoghi fisici nei quali ospitarli, ma anche aree per la coltivazione dei foraggi. Siamo molto indietro rispetto a paesi come la Germania o l’America. Noi come scuderia abbiamo un’impronta un pochino più nord europea. All’animale piace la regola, l’ordine e la routine, e abbiamo adottato questa modalità per quanto riguarda la sua gestione quotidiana. Mentre, per quanto riguarda il rapporto con la persona, sproniamo prima di tutto quest’ultima a creare un contatto. Come ogni persona ha un carattere diverso dagli altri, lo stesso vale anche per i cavalli. Si tratta proprio di insegnare a comunicare con l’animale, prima di ogni altra cosa».

Gli spettacoli. Le persone che vengono alla scuderia non hanno sempre lo stesso cavallo. «Avere lo stesso cavallo ha senso nel momento in cui si vuole approfondire un’attività. Che è una cosa più legata all’agonismo. Ma con il cavallo puoi riprodurre una specialità anche senza cimentarsi con le gare. Il salto a ostacoli è quella più conosciuta. Noi scegliamo di anno in anno il percorso che intendiamo fare, perché l’agonismo è molto impegnativo, sia a livello di tempo che di allenamento. Inoltre ci sono le trasferte con gli animali, e anche quelle richiedono un certo impegno. In questo periodo, più che sull’agonismo, stiamo lavorando sugli spettacoli a cavallo, perché ci permettono di dare delle tempistiche più corrette per l’animale. Nell’agonismo hai delle gare che non prefissi tu; organizzando questi spettacoli invece ci permettiamo di scegliere i tempi in base alle prestazioni degli animali. Si fanno qui da noi o anche altrove, a seconda degli inviti che riceviamo. Ci è capitato di farne anche all’esterno. Alla fiera di Sant’Alessandro presentiamo noi lo spettacolo del venerdì sera. Dei caroselli a cavallo, esercizi non molto conosciuti. Vengono eseguiti con un numero di cavalli che va dai dodici ai diciotto, venti, creando delle coreografie con la musica. All’interno della nostra scuderia abbiamo una cinquantina di cavalli, ma siamo organizzati molto bene e quindi non abbiamo bisogno di una grande quantità di persone per gestirli».

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La scuderia e i corsi. Nel racconto di Stefania emergono tutto il suo entusiasmo e la sua passione. «La collaborazione con la scuderia è iniziata per caso: io desideravo andare a cavallo, Piero aveva già questa attività. Ci siamo conosciuti proprio grazie a questa passione in comune. A lui serviva un’istruttrice, a me è piaciuta la sua proposta e da lì abbiamo fatto un pezzo di vita insieme. Quello con il cavallo è un modo di vivere molto particolare e autentico. Ti obbliga a prenderti le tue responsabilità tutti i giorni, perché va accudito ed educato. Ci possono essere caratteri più facili o più difficili, ma il cavallo è molto socievole, come l’uomo. Per questo, alla fine, si lascia addestrare».

La scuderia Ferrari propone corsi di equitazione sia per adulti che per bambini. «Sono due proposte distinte, perché si hanno aspettative diverse. Per il bambino proponiamo la scuola di equitazione con delle attività basate sul gioco, parlando la lingua dei piccoli, per far comprendere loro quali possono essere le necessità dell’animale. La nostra proposta è quella di rispettare i loro tempi. Non corriamo, è il bambino che matura. Per approcciarsi a questo sport l’età ideale sarebbe intorno ai sei anni. Per i bambini proponiamo una formula estiva che è quella dei campus, che possono essere solo a base di cavallo, o integrati con altri animali. Poiché il cavallo è molto timido e schivo, insegniamo prima a interagire anche con altri animali. Proponiamo questa “formula a quattro zampe” nella quale, oltre al cavallo, abbiamo l’asino, il cane e il coniglio. Il nostro intento è quello di lasciar trovare ai bambini un modo di capirsi con questi animali così diversi. I campus hanno cadenza settimanale e vengono proposti n e l l’arco di tutta l’estate».

Prossime date. La Scuderia Ferrari è molto attiva anche per quanto riguarda la partecipazione agli eventi sul territorio. Dopo il grande successo ottenuto recentemente alle Due Torri, a giugno saranno a Treviva, sempre con i loro amici dalla folta criniera.

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