Un libro di storia

Quella «devota capella» a Treviolo tanto cara ad Angelo Roncalli

Quella «devota capella» a Treviolo tanto cara ad Angelo Roncalli
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In pochi sanno che la piccola frazione della Roncola di Treviolo era un luogo molto amato dai Bressani, una nobile famiglia imparentata con le più celebri casate orobiche. Non solo. L’incanto di questo villaggio aveva colpito anche l’allora don Angelo Giuseppe Roncalli che più volte si era recato a far visita alla devota «cappella» treviolese, come lui stesso amava definire la Chiesina di San Spiridione e Maria Nascente.

Un libro. A riportare alla luce reperti, curiosità e aneddoti su questa zona sono stati due appassionati studiosi di storia locale come Giuliana Speziali e Angelo Pesenti. Con lo spirito curioso e l’impegno certosino di chi è abituato a porsi interrogativi e a esaminare le antiche carte della Parrocchia, della Curia, dell’Archivio di Stato, i due storici hanno di recente pubblicato La devota cappella di quella contrada, un nuovo volume in cui riportano alla luce inedite scoperte e lontane memorie. Niente di già sentito, nessuno scontato luogo comune ma racconti di vita che si intrecciano con nobili personaggi e illustri artisti. Fulcro di questo testo è la descrizione analitica e documentata della Chiesina, un edificio importante dal punto di vista religioso e artistico, ma poco conosciuto a causa della sua natura di oratorio privato.

 

 

Papa Giovanni e i Volpi. Prima della costruzione, negli anni Venti del secolo scorso, dell’attuale parrocchia della Roncola, la devozione popolare dell’era agricola aveva come punto di riferimento domenicale proprio questa cappelletta. La chiesetta di Santa Maria nascente, attigua alla Villa Volpi, era stata costruita dal l’omonima famiglia con forme fastose, come racconta Giuliana Speziali: «Ho iniziato a fare ricerche sulla chiesetta della Roncola nell’ambito della valorizzazione di Treviolo, un territorio piccolo ma ricco di storia – spiega –. Papa Giovanni XXIII qui si è recato molte volte. In passato questo edificio era una cappelletta di campagna che poi è stata ampliata. Apparteneva a una ricca famiglia di Città Alta che per abbellirla si era rivolta ad artisti illustri come Baschenis, Ceresa e altri. Nel 2002 sono stati portati alla luce affreschi interessanti».

Quella di Giovanni XXIII con la famiglia Volpi è un’amicizia nata fin dai primi anni di ordinazione e rinsaldatasi durante la grande guerra, quando il giovane sacerdote, richiamato alle armi, venne inquadrato come sergente nella Sanità Militare ed era in servizio all'Ospedale Militare di Bergamo. In questo contesto strinse con Gerolamo Volpi un’amicizia ben testimoniata dall'ampio carteggio custodito nell’archivio della famiglia Volpi, in cui spiccano le numerose lettere alla signora Elena Terni Volpi. Questa profonda stima è stata caratterizzata anche dalle visite compiute alla Roncola da Roncalli durante le sue vacanze estive nella casa di Camaitino a Sotto il Monte. E ancora nel 1948, quando era nunzio apostolico a Parigi, venne invitato a benedire le nozze, nell'Oratorio di San Spiridione, dell'ultima figlia del notaio Francesco Volpi. Fermato da impegni diplomatici, partecipò all’evento con una lettera conservata gelosamente come reliquia nelle carte di famiglia.

 

 

Riscoprire la storia. «Nei paesi come il nostro ci sono tanti volontari che hanno voglia di riscoprire la storia – prosegue la Speziali –. Questo progetto di recupero e di valorizzazione artistica e culturale è nato qualche anno fa grazie a un’intuizione di Viviana Vitari, direttrice della biblioteca Lanfranco da Albegno. Viviana ha avuto l’idea iniziale di riunire sotto il nome di Qualità della Vita un gruppo di persone che offrissero il loro contributo per migliorare il paese. C’è chi si occupava di orti, di balconi fioriti, di sport, di paesaggi. Io e Pesenti abbiamo scelto di contribuire a questo gruppo valorizzando le bellezze artistiche e culturali di Treviolo e le sue quattro frazioni».

Altre bellezze. Per il Comune di Treviolo, Giuliana Speziali ha indagato anche la produzione artistica di Giacomo e Candido Micheli, architetti e capimastri di Albegno e degli scultori Cesare Zonca e Angelo Virgilio Vavassori, sui quali ha scritto due libri con Angelo Pesenti, oltre a Cesare Zonca e la sua bottega. Catalogo delle opere (2016). «Tante sono le bellezze artistiche emerse nei miei studi – precisa la storica –. Tra le più rilevanti c’è la canonica, edificio del XVIII secolo completamente affrescato sempre dagli Orelli. Ho approfondito anche il lavoro della famiglia-bottega Micheli, originaria di Albegno, composta da progettisti e capimastri di grande ingegno, specializzati nella costruzione di chiese e campanili. Ricoprì un ruolo di primaria importanza nel panorama del rinnovamento che l’architettura sacra della Bergamasca conobbe tra la fine del XVII secolo e la metà del Settecento, per il quale all’inizio era noto solo Gian Battista Caniana. Abbiamo fatto uno studio approfondito su questo che è diventato una tesi di laurea delle dottoressa Cristiana Bagattini. Insieme a Pesenti ho poi recuperato 137 opere di Angelo Virgilio Vavassori attraverso una ricerca approfondita. Lo Zonca invece ha realizzato gli arredi di tutti gli edifici importanti della Bergamo piacentiniana. Ha arredato i palazzi della Camera di commercio, della banca popolare. Partendo da Treviolo hanno lavorato in tutta la Lombardia e non solo». Tutti i volumi sono tutti consultabili alla biblioteca di Treviolo.

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