Niseem Riccardo Onorato

Sorpresa: la voce di Jude Law abita a Bergamo, in quel di Valtesse

Sorpresa: la voce di Jude Law abita a Bergamo, in quel di Valtesse
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«Se lui inarca un sopracciglio, io parlo e inarco un sopracciglio, se lui è sdraiato sotto le frasche con un fucile in mano, io mi sdraio per terra con il microfono in mano, se lui ha il collo largo quaranta centimetri io parlo come uno che ha il collo di quaranta centimetri». Lui è Niseem Riccardo Onorato, attore e doppiatore romano di nascita ma bergamasco d’adozione, visto che ha deciso di vivere nella nostra città, precisamente a Valtesse, con la moglie Marta (bergamasca) e la figlia Deva. La sua voce la potete sentire in moltissimi film, serie tv, cartoni animati e videogame: Jude Law in The young Pope, Ian Somerhalder in The Vampire diaries, Chris O’Donnel in Profumo di donna, il protagonista del mitico cartone Rocky Joe (ma qui solo i quarantenni se lo ricorderanno), Justin Chambers in Grey’s Anatomy, di nuovo Jude Law ne Le 5 leggende e via così, la lista è lunghissima.

 

 

Niseem racconta ancora: «Il mio occhio passa dal testo al video e dal video al testo, c’è un continuo riaggiustamento focale dell’occhio, vicino lontano perché tutto deve essere perfettamente sincrono, la mia voce si deve incollare al volto dell’attore». È un mestiere che richiede grande preparazione e disciplina: «Prima di essere doppiatore devi essere attore perché per incollarti al personaggio una delle cose importanti è saper gestire le emozioni per poi trasformarle con la voce, seguendo il ritmo della scena. Le emozioni fanno parte della vita, se sei arrabbiatissimo nella vita reale perché magari hai appena finito una litigata, ma devi recitare una scena dolce, ecco, qui deve entrare in scena il professionista che sa fare il suo lavoro, che sa trasformare le emozioni usandole a vantaggio dell’interpretazione. Jude Law per esempio, l’ho doppiato per così tanti anni che ormai lo conosco bene, conosco ogni sua mossa e, come mi diceva Renato Izzo, ho imparato a respirare quando lui respira».

 

 

In un lavoro come questo si deve essere grandi osservatori, attenti non solo ai dettagli legati a piccoli movimenti, ma anche capaci di cogliere le emozioni, i ritmi e i tempi della scena. Osservare, è quello che Niseem ha fatto fin da piccolo quando ascoltava e guardava il mondo nel quale è cresciuto: un papà-attore doppiatore, un nonno e una nonna attori e poi gli zii tutti a respirare e vivere l’aria della recitazione, della fotografia e della regia. Sentir parlare Niseem è affascinante: ci avvicina a un mondo che ci sembra all’apparenza così lontano e intoccabile. È la sensazione che si ha quando racconta del primo doppiaggio con il papà a sei anni, del provino a 16 anni con Vittorio Gassman, della comparsa in un film di Fellini e poi ancora della tournee di otto mesi in giro per l’Italia con la compagnia del Teatro Stabile di Torino. Smontare le scene, interpretando più ruoli contemporaneamente, dal tecnico del suono a quello delle luci ad attore. Aver vissuto all’interno di un contesto cinematografico così importante con mostri sacri della recitazione e del doppiaggio (Renato Izzo, Ferruccio Amendola, Massimo Wertmuller) ha sicuramente influenzato la sua sensibilità artistica, il suo orecchio e l’attenzione che pone alle sfumature dell’interpretazione e della recitazione. Il più grande insegnamento lavorativo che gli ha lasciato suo padre è stato: «Recita sempre come parli nella vita, sii il più naturale possibile».

 

 

Perché il lavoro del doppiatore si basa tutto sulla capacità che hai in pochissimi minuti di capire la storia, entrare nel personaggio e ricreare tutto quello che l’attore fa nel film, utilizzando solo la voce. Per comprendere appieno la bravura di un doppiatore si può fare una cosa molto semplice: chiudere gli occhi e ascoltare in silenzio l’interpretazione. Marta, la moglie di Riccardo, racconta che una sera si sono ritrovati a casa loro alcuni colleghi doppiatori per le prove di uno spettacolo. «Nel mio salotto c’erano: Brad Pitt, Kevin Spacey, Johnny Depp, Jim Carrey e Nicole Kidman, è stata una grandissima emozione ascoltarli provare». Roba da pagare il biglietto per stare nel salotto di casa loro. Assistendo, in qualità di uditrice a una sua lezione di doppiaggio, ci si rende conto che questa professione è paragonabile a quella di un restauratore. Perché si ha a che fare con la meticolosità, la precisione. Il dipinto, così come il film, esiste già e l’artista deve intervenire su piccoli frammenti alla volta interpretando alla perfezione le intenzioni dell’attore o del pittore.

Se vi capiterà di incontrarlo al supermercato e sentite la voce di Jude Law ordinare due etti di prosciutto, non stupitevi, ma anzi fermatevi a salutarlo perché ha quel modo di fare simpatico per cui chiacchiereresti con lui per ore. Se invece tra di voi c’è un aspirante attore o doppiatore quale miglior maestro di Niseem vi può accompagnare in questo mondo? Tra un accento bergamasco, una battuta in romanesco, una dritta sulla dizione e accenti messi al posto giusto, vi trasformerà in attori provetti. Le informazioni le potete trovare sul suo sito.

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