Assegnati il 3 novembre i riconoscimenti

Storia e poesia del Club Tenco che ha premiato anche Caparezza

Storia e poesia del Club Tenco che ha premiato anche Caparezza
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Nella mattinata di lunedì 3 novembre sono stati resi noti i vincitori delle Targhe Tenco, i riconoscimenti assegnati dal Club Tenco al miglior album dell’anno, miglior interprete, miglior opera prima, miglior album dialettale e alla miglior canzone. È considerato il più prestigioso premio italiano in ambito musicale cantautorale, anche perché assegnato da una nutrita giuria di oltre 200 giornalisti musicali. A vincere quest’anno gli ambiti riconoscimenti sono stati Caparezza (miglior album con Museica), Filippo Graziani (miglior opera prima con la canzone Le cose belle), Loris Vescovo (miglior album dialettale con Penisolâti), Raiz e Fausto Mesolella (migliori interpreti con DagoRed) e Virginiana Miller (miglior canzone con Lettera di San Paolo agli operai).

Le targhe verranno consegnate nella gran serata di gala che si terrà il 6 dicembre al Teatro Ariston di Sanremo. Parlando però di questo premio, bisogna fare un po’ di ordine, anche perché lo stesso Club Tenco assegna, ogni anno, anche un Premio Tenco, che è invece un riconoscimento alla carriera di artisti che hanno dato un significativo apporto alla canzone d'autore mondiale.

Il Premio Tenco 2014. Il Premio Tenco nasce nel 1974 e viene assegnato durante la "Rassegna della canzone d’autore" che si tiene al Casinò di Sanremo. A differenza della Targa, il Premio non viene assegnato sulla base dei voti di una giuria di esperti, bensì per scelta del comitato organizzativo del Club Tenco, che ogni anno sceglie un artista internazionale (ma può essere anche italiano) che ha “donato” qualcosa al mondo della musica cantautorale internazionale grazie alla propria arte e alla propria carriera.

Quest’anno il Premio Tenco è stato assegnato, a inizio ottobre, al poliedrico 75enne José Mario Branco, cantautore, musicista, arrangiatore, attore teatrale e cinematografico portoghese. Irascibile per natura, la sua carriera artistica è un perfetto riassunto della sua vita e del suo essere. Iniziò negli anni del fascismo e pagò le proprie idee e la propria coerenza di pensiero con un esilio a Parigi, durato ben 11 anni, fino alla caduta del regime di Salazar. Una volta tornato in patria, diventa l’epicentro musicale di quella ricchissima generazione di cantautori che interpreta magistralmente le speranze nate con la cosiddetta Rivoluzione dei Garofani. A differenza di tanti altri colleghi portoghesi, la sua musica non si è mai limitata solamente al famoso genere del fado, canto sofferente del popolo, ma certamente ne ha raccolto la profondità di racconto, puntando spesso l’obiettivo della propria arte sui sogni infranti e il disincanto.

Branco si aggiunge così alla lunga e prestigiosa lista quarantennale di grandi cantautori vincitori del Premio intitolato a Luigi Tenco: Giorgio Gaber, Sergio Endrigo, Gino Paoli e Domenico Modugno, nel 1974, De Andrè, Jannacci e Guccini nel ’75, Leonard Cohen nel ’78, Ornella Vanoni nel 1981, Paolo Conte e Roberto Vecchioni nel 1983, Tom Waits nel 1986, Sérgio Godinho nel 1995, Renato Carosone nel ’96, Elvis Costello nel ’98, Nick Cave nel 2000, Franco Battiato nel 2009, Luciano Ligabue nel 2011 e Robyn Hitchcock l’anno scorso.

Le Targhe Tenco 2014. Le Targhe Tenco sono invece un riconoscimento istituito dallo stesso Club Tenco nel 1984. Ad assegnarle, come detto, non è il Club, bensì una giuria scelta di 200 giornalisti musicali italiani. Da quest’anno è cambiato il sistema di voto: i giornalisti non hanno potuto liberamente scegliere i propri candidati, ma si sono dovuti attenere ai titoli scelti da una commissione di 20 persone (19 giurati, che ruoteranno ogni anno, più il responsabile artistico del Club Tenco), che hanno selezionato circa una cinquantina di titoli per ogni categoria tra tutti quelli usciti durante l’anno solare. È stato, in pratica, inserito un filtro, necessario per evitare la dispersione dei voti e, soprattutto, limitare le pressioni degli uffici stampa delle case discografiche, che spesso invitavano con eccessiva insistenza a votare loro artisti.

A far più notizia tra i vincitori del 2014 è certamente Caparezza, con il suo ultimo album Museica, un «album che più che ascoltato va visitato» ha affermato l’artista pugliese. Infatti, ogni brano prende spunto da un’opera pittorica che diventa il pretesto per sviluppare un concetto, come, ad esempio, Comunque Dada, ispirata dai disertori del Cabaret Voltaire di Zurigo, quelli che misero i baffi.

Qualche cenno sul Club Tenco. «Lo scopo del Club è quello di riunire tutti coloro che, raccogliendo il messaggio di Luigi Tenco, si propongono di valorizzare la canzone d’autore, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo»: così si presenta, nel proprio statuto, il Club Tenco. Nato a Sanremo nel 1972, il suo grande padre fu Amilcare Rambaldi, quel Rambaldi che fu tra i primi sostenitori e organizzatori del "Festival della canzone italiana" e che, il 27 gennaio 1967, sentì la pallottola con cui si uccise Luigi Tenco trafiggere anche un po’ di sé e del suo amore per la musica. Fu così che decise di ridare lustro all’arte cantautorale, in quegli anni messa in un angolo a scapito di canzonette leggere e spesso superficiali. Il Premio Tenco era già nella sua testa, ma quel nome pesava ancora troppo, soprattutto negli ambienti che contavano dello spettacolo. Nel 1972 decise allora di fondare il Club Tenco, più che un’associazione un gruppo di amici, senza un soldo e senza scopo di lucro, con l’unico obbiettivo di ridare lustro ad un microcosmo musicale dimenticato ma quanto mai vivo. La "Rassegna della canzone d’autore", che nacque due anni dopo la fondazione del Club, diventa un meraviglioso serbatoio di vocazioni e di culture, un interporto di poeti e musicisti, un traffico intellettuale di arrivi e partenze. Nel 1993, Rambaldi iniziò a delegare molto nell’organizzazione della rassegna e nella gestione del Club e morì nel sonno due anni dopo, quasi come se avesse voluto attendere la certezza di aver lasciato la sua creatura in buone mani. Come spiega il direttore artistico del Club Tenco, Enrico De Angelis, «per noi “Tenco” e “Rambaldi” non sono più due cognomi ma sono diventati la stessa entità, lo stesso meraviglioso giocattolo».

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