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Sul ring, farfalle e supereroi Gli assoluti di boxe sono in città

Sul ring, farfalle e supereroi Gli assoluti di boxe sono in città
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La farfalla e Ciccio Superstar. Irma Testa e Alessio Spahiu. Strane accoppiate. Animali notturni. Sul ring o nella vita. Lei vola leggera e libera, ma quando parla fa più male di un cazzottone: «Le donne stanno dimostrando che sono più grandi dei maschi praticamente in tutto, più coraggiose, più abili, perché ragioniamo con la testa mentre l'uomo non lo so con che ragiona, boh, con che ragionate?». Lui si spinge ai confini dell'incredibile: «La boxe mi annoia, guardarla non mi piace. Tranne quando sono Mayweather o mio fratello, che per me è il più grande di tutti. Combattere però è un'altra cosa e vi dico che il ring è lo specchio dell'esistenza. Io faccio il pugile perché la vita è come un film, e la mia voglio viverla da protagonista. Se giocassi a calcio sarei solo una comparsa».

 

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Ladies and gentlemen, la grande boxe è qui. Tra noi. Incontri ravvicinati (dal 6 all'11 dicembre) ai bordi del ring di via Statuto. Sono le finali degli assoluti italiani messi in piedi dalla Bergamo Boxe. Una garanzia. I migliori pugili (maschili e femminili) in una rassegna da non perdere. Cominciamo delle donne, 64 in tutto, le più brave d'Italia. E ci sarà anche lei, Irma Testa, atleta delle Fiamme Oro («Grazie per quello che fate», dice), reduce dalle Olimpiadi di Rio, prima italiana a mettersi i guantoni sul palcoscenico dei Giochi, uscita ai quarti di finale. «Le Olimpiadi mi hanno insegnato che non devi sottovalutare mai nessuno, che una persona che hai battuto può batterti in maniera peggiore, che la preparazione non è mai abbastanza e ogni volta bisogna dare sempre di più», racconta.

Siccome le persone intelligenti non si fanno fregare mai due volte, Irma viene a Bergamo con un'idea precisa: «Darò tutto, questo è sicuro. È il mio primo campionato italiano e sarà emozionante e bello. Ma non avrò l'ansia, quindi potrò dare il meglio di me e cercherò di divertirmi al massimo ». È lei la favorita nella categoria 60 kg e c'è da giurarci: ci darà dentro. «Il bello di questo sport sono le menti a confronto. Sì, le teste. Due persone che ragionano con il cervello e devono aspettare il momento giusto per colpire. Io sono molto istintiva ma anche l'istinto lo devi pensare e devi sapere quando metterlo in moto».

 

 

A 19 anni, Irma è saggia come un libro stampato. Altro che piccole donne. «Vivo sola già da quattro anni. Non è dura. Ci sono pro e contro. Non hai mammà che ti prepara colazione pranzo e cena, e ti devi fare le lavatrici, stirare, cucinare. Diventi grande. Pregiudizi nei confronti delle donne ce ne sono stati, sì. Ma adesso molti rivalutano il mio sport. Ne hanno capito l'importanza e la magnificenza. Le donne sono le donne, eh. Cosa penso di Trump? Non lo so. In Italia non ci possiamo lamentare. Dai Giochi mi sono portata via la grandezza della competizione, tutto quel pubblico, l'aria. Quello è stato bello». Altro invece no. «Le critiche dopo l'Olimpiade sono state uno stimolo per far ricredere chi le ha fatte. La popolarità ti cambia, è normale. Ogni cosa che fai viene commentata da persone intelligenti e stupide, spetta a me scinderle. Però sentir dire “Irma ci ha portato dalle stelle alle stalle” non è stato bello. Fino a Rio ero sempre in nazionale, ora è Irma in caserma, Irma con le amiche, Irma che scende a casa appena può. Alla fine sono l'Irma di sempre».

E poi gli uomini, 139 partecipanti, tra cui Alessio "Ciccio" Spahiu, atleta della Bergamo Boxe che ha già vinto nel 2014. Insomma, Ciccio gioca in casa. «Ciccio Superstar, prego». Comeee? «Prima ero solo super permaloso. Ciccio, ciccio, ciccio. Una volta ho persino urlato al maestro: "Basta o me ne vado". A forza di sentirmelo dire ho mandato giù il rospo e adesso ho anche un cappellino che metto dopo gli incontri». Alessio sarà l'uomo di punta nella categoria 91+. Preparatevi. «Bergamo è la mia seconda casa, c'è una voglia di fare sport incredibile. Ma non lo so se il pubblico a favore sarà un bene. Sono uno che ama ribaltare i pronostici. Perché finisce che sono sempre il più piccolo, il più basso, e allora è bello quando fai cambiare idea. Tatuaggi neanche mezzo. Non mi piacciono. E non piacciono a papà, che è il mio eroe. Una volta mio fratello si è fatto un piercing: papà non gli ha parlato per cinque mesi».

 

 

Si sveglia presto, ma un tempo si svegliava addirittura alle 4. L'alba dei boxeur viventi. «Lavoravo per un'impresa di pulizie. Mi alzavo e prima andavo correre. Adesso faccio qualche lavoretto. Mi arrangio, sì, ma il tempo passa e i cazzotti fanno male. Non voglio ritrovarmi a quarant'anni rintronato. Dove voglio arrivare? Boh. Rivincere questi italiani di sicuro». In estate sperava di andare alle Olimpiadi, ma alla fine Alessio è rimasto riserva e a Rio ci è andato Vianello. «L'Olimpiade sarebbe stata la mia soddisfazione più grande, devono dartene la possibilità. Io sono un enorme sognatore, l'ultimo dei romantici. Purtroppo nella vita serve altro». Verve? Grinta? Coraggio? «Devi prendere le cose di petto. Tanti anni fa pesavo molto di più. Mi vergognavo se dovevo andare in piscina o cose così. In palestra mi ci ha portato Endri, mio fratello. Il maestro, Ronnie Ghezzi, i primi tempi mi teneva ore sul tapis-roulant. Pesavo 148 chili. "Vai piano", diceva. Pensava mi venisse un infarto. Figurati, io giocavo a basket. Poi ha visto che non mollavo mai e mi ha dato una chance. 7 giugno 2008, Piacenza, primo incontro della mia vita. Ridevano tutti quando mi hanno visto entrare. Avevo una canotta nera e neanche di marca. Poi ho iniziato a tirare e hanno cambiato idea. Ma è nel 2014, dopo aver battuto Rossano, che mi sono cambiato la vita. Li è venuta fuori la bestia che c'è in me».

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