Raccontata anche nel film “Joyeux Noël"

Quella notte di centodue anni fa in cui il Natale fermò la guerra

Quella notte di centodue anni fa in cui il Natale fermò la guerra
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Natale è qui. Anche se negli States quest’anno è esplosa la tendenza a chiamare il periodo “Yuletide” (dal nome di una festa celtica ripescata per ovviare all’insulso “Season” usato per fare gli auguri in politically correct), Natale resta una cosa diversa. Per l’occasione, la catena inglese di supermercati Sainsbury ha deciso addirittura di lanciare la vendita di una tavoletta di cioccolato con uno spot che ha subito fatto il giro del web. Tema del filmato: la cosiddetta “tregua di Natale”, ovvero quella serie di "cessate il fuoco" spontanei che avvennero intorno al 25 dicembre 1914 in diverse zone del fronte occidentale, durante la prima guerra mondiale. Per la cronaca, il ricavato dalla vendita della tavoletta, del costo di 1 sterlina, andrà alla British Legion, l’associazione britannica dei combattenti e reduci.

 

 

Molti ricorderanno anche il film Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia, del 2005, scritto e diretto da Christian Carion. Anche nel film, soldati di trincea tedeschi, francesi e britannici scelgono la notte santa per dimenticarsi dei loro panni sudici di guerra e far festa per ricordare una promessa di pace che fino a quel momento non sembrava realizzata. Ma, dice il salmo: «Ai tuoi occhi, mille anni / sono come il giorno di ieri ora che è passato, / come un turno di veglia nella notte». Lo riprenderà anche san Pietro, nella sua seconda lettera.

Cosa accadde, dunque, di tanto indimenticabile da farci addirittura un film e, ancor meglio, uno spot al cioccolato?

Accadde che sei mesi prima, nell’agosto del 1914, la Germania aveva dichiarato guerra alla Francia. A quel tempo si usava ancora. Presentata la dichiarazione i Tedeschi invasero il Belgio, che, essendo neutrale, non necessitava di nessuna dichiarazione. Peggio per lui, che le avrebbe prese da una parte e dall’altra.

L’imperatore pensava dunque di arrivare a Parigi da nord, ma - come troppo spesso succede ai tedeschi in caso di guerra - si sbagliava. Dopo alcuni successi di poco conto, l’avanzata delle sue truppe fu bloccata in quella che viene chiamata la prima battaglia della Marna (5-12 settembre 1914). A dar manforte ai residenti locali, i Francesi, era infatti intervenuto il BEF (British Expeditionary Force), cioè un corpo di spedizione inglese. Forti di questa joint venture, gli assaliti avrebbero desiderato trasformarsi in assalitori, ma le cose non andarono secondo i loro piani. Da settembre a tutto novembre si assistette poi ad una scena irreale che, non fosse costata migliaia di morti da entrambe le parti, sembrerebbe un gioco giocato in un manicomio. I due contendenti cercarono infatti in più riprese di aggirare l’avversario sempre e solo dal fianco nord e sempre più a nord, così che l’insieme delle operazioni prese il nome di "corsa al mare”, cioè alla Manica.

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Si scavarono le prime trincee, e la città di Ypres si preparò a dare il suo nome, tre anni più tardi, al gas letale che rese celebri i Tedeschi per averlo usato in abbondanza. Per il momento però dovette solo accettare che nelle sue vicinanze il fronte si fermasse in attesa di non si sapeva cosa. A muovere l’ambiente provvidero, qualche tempo prima della festa, 101 suffragette inglesi che indirizzarono una «Lettera aperta di Natale» alle «donne di Germania e Austria» in segno e augurio di pace.

Il 7 dicembre (sant’Ambrogio) fu il papa Benedetto XV ad avanzare una proposta di tregua natalizia ai governi impegnati nelle ostilità. Si augurava che «i cannoni potessero tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano», ma pare che né a Parigi, né a Londra - e tantomeno a Berlino - quei canti interessassero molto. E fu così che - nel film si vede benissimo - approssimandosi ulteriormente la Notte Santa circa 100.000 soldati britannici e tedeschi si inventarono un certo numero di tregue fai-da-te lungo i rispettivi settori di fronte nelle Fiandre.

«I primi episodi ebbero luogo durante la notte della vigilia, quando soldati tedeschi iniziarono a porre decorazioni natalizie nelle loro trincee nella zona di Ypres (in particolare nel settore dei villaggi di Saint-Yvon/Saint-Yves, Plugstreet/Ploegsteert e Comines/Warneton), dove Bruce Bairnsfather (noto umorista e cartoonist britannico, all'epoca capitano di un'unità di mitraglieri del  Royal Warwickshire Regiment) descrisse l'episodio: i tedeschi presero a mettere candele sul bordo delle loro trincee e su alcuni alberi nelle vicinanze, iniziando poi a cantare alcune tipiche canzoni natalizie; dall'altro lato del fronte, i britannici risposero iniziando anche loro a cantare, e dopo poco tempo soldati dell'uno e dell'altro schieramento presero ad attraversare la terra di nessuno per scambiare con la controparte piccoli doni come cibo, tabacco, alcolici e souvenir quali bottoni delle divise e berretti» [wikipedia].

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La festa continuò anche al mattino seguente, favorita dal fatto che il freddo congelò perfino l’odore dei morti in putrefazione sulla terra di nessuno. Ci furono scambi di doni fra i nemici, fu reciprocamente consentito di seppellire i morti e - inevitabile - si riuscì perfino a organizzare una Germania-Inghilterra il cui risultato finale non ci è purtroppo pervenuto. Ciò non tolse che (al pari delle partite di calcio, anche questo è inevitabile) alcuni reparti non capirono cosa stava succedendo e continuarono a sparare quando vedevano divise nemiche avvicinarsi alle proprie postazioni.

Tra gli eventi più commoventi va riferito quello ricordato dal capitano Sir Edward Hulse Bart, che, giunto sulle linee tedesche, vi incontrò un interprete originario del Suffolk. Questo tale, al servizio del nemico evidentemente, aveva scritto una canzoncina «terminata con un "Auld Lang Syne" che unì noi tutti, inglesi, scozzesi, irlandesi, prussiani, württemburghesi etc. Fu una cosa assolutamente incredibile, e se l'avessi vista in una pellicola cinematografica avrei giurato che fosse una messiscena!». «Auld Lang Syne» sono le prime parole - in scozzese - di quello che noi chiamiamo Valzer delle candele e la cosa che risultò più strana al capitano, probabilmente, non fu l’improvvisa concordia verificatasi tra quelli del Württemberg e i sudditi di Sua Maestà, ma che anche gli inglesi e gli irlandesi si associassero a quel canto così gelosamente riservato ai padrini del Whisky single o double malt.

Gli eventi or or narrati non furono riportati dagli inviati di guerra, ben consapevoli dei rischi cui sarebbero andati incontro i partecipanti alla festa (nel film, infatti, muoiono quasi tutti). Solo il giorno di San Silvestro, The New York Times si azzardò a dar notizia di quella che sarebbe stata in seguito definita «una delle più grandi sorprese di una guerra sorprendente». Ma il NYTimes si stampa in America, e l’America non era ancora entrata in guerra. Solo dopo l’epifania cominciarono a circolare - sui giornali britannici - anche delle fotografie, che rivelano una stampa generalmente disposta a ritenere quel fatto una cosa simpatica.

Altro clima fu quello che si registrò in Germania e Francia. Berlino decise semplicemente che si doveva tacere. Parigi si premurò invece di ricordare che fraternizzare col nemico costituiva un atto di tradimento punibile eccetera eccetera. Tradimento di che? amici d’oltralpe. Del Natale no di certo.

 

 

[Il video diffuso dall'Uefa per ricordare la Tregua di Natale, durante la quale i "nemici" cantarono insieme, si scambiarono doni, ma organizzarono anche partite di calcio. Nel video i calciatori Wayne Rooney, Philipp Lahm, Hugo Lloris, Bastian Schweinsteiger e Gareth Bale leggono le lettere scritte da quei ragazzi inglesi, tedeschi e francesi che nel 1914 combattevano al fronte. Con il contributo di Sir Bobby Charlton, Didier Deschamps, Paul Breitner e del presidente UEFA Michel Platini].

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